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Vaticano e intelligence USA: storia di un legame

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Albori del servizio segreto della Santa Sede

Il Servizio Informazioni del Vaticano

Dopo una serie di ampie ricerche bibliografiche e di altro tipo; un’importante conferma è emersa in un testo storico contemporaneo che forse di solito dice poco. Il contenuto editoriale in questione sembra risalire ai primi anni ’90, ovvero 1991, Estero e 1993, come pubblicato in Italia da Newton Compton Editori.

  • Il volume di cui parliamo, oggi una rarità in quanto è quasi introvabile, s’intitola:

    RATLINES  – Gli archivi dei servizi segreti americani svelano l’esistenza di una rete clandestina nel Vaticano; per permettere la fuga dei criminali di guerra nazisti, destinati a diventare agenti segreti dei paesi occidentali

Gli autori del testo sono Mark Aarons & John Loftus, un giornalista ed un procuratore presso il Ministero della Giustizia americano.

Ha avuto accesso a documenti riservati; da alcuni contenuti classificati della CIA alle informazioni “top secret” sul nucleare; fino ai file segreti della NATO con al livello di classificazione COSMIC.

Monsignor Montini

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In questo testo del primo capitolo, ad un certo punto, parleremo delle attività svolte durante e negli anni dopo la seconda guerra mondiale; svolto con cura dall’allora prelato Giovanni Battista Montini e ivi si legge che:

“Come Pio XII, Montini proveniva da una benestante famiglia cattolica in buoni rapporti con potenti figure all’interno del Vaticano.

Anch’egli aveva condotto una brillante carriera nell’ambito della Segreteria di Stato e aveva instaurato stretti rapporti con leader politici italiani cattolici.

I servizi segreti statunitensi descrivevano Montini come una delle “persone più autorevoli all’interno del Vaticano”, che “per molti anni è stato una personalità importante all’interno della Segretaria di Stato vaticana”..Montini e l’altro Segretario di Stato, monsignor Tardini, erano di certo tra le “personalità più influenti del Vaticano”.

Entrambi erano costantemente e quotidianamente in contatto personale con Pio XII, ma soprattutto Montini ;godeva di un particolare rapporto confidenziale e presentava “una certa affinità di temperamento” col pontefice.

Faccende di alta politica

Il loro rapporto personale si ampliava su faccende di politica del vero potere.

In pratica, Montini era l’assistenza privata di Pio XII; quest’ultimo lo impartiva a “compiti particolarmente delicati e difficili da realizzare”.

In periodo di belligeranze, il Papa chiese a Montini di organizzare il Servizio Informazioni del Vaticano; il quale modus di copertura era “sostanzialmente” di rintracciare persone scomparse, profughi e prigionieri di guerra.

Però i servizi segreti statunitensi in seguito ebberó sospetto che il suo ruolo esulasse oltre gli scopi della filantropia;Oltretutto, essendo uno dei migliori diplomatici della Santa Sede; Montini sorvegliava la dinamica della politica estera “con riferimento alla politica italiana”tutti questi compiti delicati portarono Montini al centro delle attività clandestine del Papa” .

Sviluppi nel Montini State

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Montini nel 1945 è dirigente della II Divisione del segretariato di Stato del Vaticano; da cui si subalterna l’Ufficio Rifugiati.

È questo l’ufficio che, insieme ai servizi segreti degli Stati Uniti; porta a compimento, in quel periodo,l’”operazione conventi” che evacuerà criminali di guerra nazisti oltre atlantico camuffati da preti e con passaporto falso.

Sempre riguardo al Servizio Informazioni del Vaticano alla sua prima notte, la cui direzione fu concessa a Montini da Pio XII; si osserva che l’esercito statunitense aveva tenuto traccia delle attività sospette di questa agenzia a scopi umanitari; fin dal mese di marzo nel 1944.

A tale proposito più avanti si afferma che:

“Nella lotta all’ultimo sangue sostenuta dalla Chiesa contro il comunismo; il Papa optò per lo spionaggio e tutto prima della fine della Seconda Guerra Mondiale; il gruppo di diplomatici che stava attorno al Papa aveva reclutato gli agenti necessari per la successiva battaglia; contro il comunismo che doveva essere quella definitiva.

Il Vaticano aveva già registrato tentativi d’infiltramento al suo interno di spie sovietiche sul finire della guerra; una minaccia che si sarebbe poi intensificata nel corso della Guerra Fredda è che fu seriamente contrastata a sua volta dall’intelligence USA.

Particolare che emerge dall’intervista al gesuita. 

Secretum Omega. È prospettabile far risalire le origini di queste attività alla questione che il Papa porse a Montini di imbastire il Servizio Informazioni del Vaticano.

L’esercito statunitense aveva tenuto traccia (attraverso l’OSS e il CIC ndr) le attività sospette di questa fondazione a scopi umanitari fin dal marzo del 1944; osservando che era stata

organizzata per occuparsi di messaggi assistenziali radiofonici rivolti ai prigionieri di guerra in Nord Africa o provenienti da loro”.

Gli americani credettero che fosse in atto un sistema non identificato di attività occulta clandestina e diedero ordini affinché; per motivi di sicurezza, il Servizio Informazioni del Vaticano non si espandesse ulteriormente.

Tuttavia, stando ai rapporti successivi, il Servizio Informazioni Vaticano divenne piuttosto ampio; e post guerra, ebbe di che diventare una forza in campo spionistico.

Venne poi a susseguirsi un periodo in cui ;i servizi segreti USA si interessarono attivamente alle reazioni del Vaticano alla “minaccia rossa”.

A quanto infatti si diceva, certi“alti ufficiali dei servizi segreti alleati” furono; da prima del declino nazista, in “stretti rapporti con alti dignitari vaticani”.

Nell’ottobre del 1945, gli americani si accorsero di qualcosa:

“la preponderante influenza presso la curia esercitata dai padri gesuiti, che presentano sempre progetti concreti e ragionati”

Verso la fine del 1947, i servizi segreti statunitensi divennero coscienti dei rapporti incredibili sul coinvolgimento del Vaticano nelle operazioni clandestine anti-comuniste.

Il comandante Jack Neal, in capo della Division of Foreign Activity Correlation del Dipartimento di Stato;un gruppo spionistico segretissimo; collegato al Foreign Service statunitense, inviò una comunicazione al dirigente dell’FBI  J.Edgard Hoover;   al dirigente deep state della Marina e ai diplomatici americani in Vaticano;

“..una fonte, considerata attendibilissima, ha riferito che il Servizio Informazioni del Vaticano, che ha il suo quartier generale nella Città del Vaticano, costituirebbe il servizio spionistico della Santa Sede…”.

L’Asse Montini-Angleton

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L’Archivio vaticano «serve prima di tutto e principalmente al romano Pontefice e alla sua curia, ossia alla Santa Sede» (motu proprio di Leone XIII del 10 maggio 1884).

Surrealismi sulle vicende e le rivelazioni sulla figura chiave di Montini emergono durante lo sviluppo dei capitoli successivi; quando emerge l’attività svolta dai servizi segreti americani nei confronti della Santa Sede.

Si seppe di Montini che venne ingaggiato tra l’altro quale fonte di informazioni segrete per il capo del contro-spionaggio americano James Jesus Angleton.

Una sinergia quest’ultima tra i due che avrebbe poi agevolato la carriera di Angleton nella CIA quando Montini divenne Papa Paolo VI.

Angleton figlio di un colonnello dell’OSS James Hugh Angleton grazie al quale nell’agosto del 1943 entrò a far parte anch’egli dell’Ufficio Servizi Strategici OSS.

Angleton padre, oltre ad aver diretto la sede italiana della National Cash Register guidò anche la Camera di commercio americana in Italia; ed ebbe rapporti con i servizi segreti di Mussolini.

Emergerebbe dai documenti che egli fu anche socio d’affari di Allen Dulles futuro direttore della CIA; passò i primi anni della guerra a Londra ma dopo la resa dei tedeschi in Italia; architettata da Dulles e dal Vaticano, fu trasfuso a Roma con la nomina a tenente per dirigere le attività di contro-spionaggio.

Poco dopo venne incaricato di gestire l’Unità Speciale di Contro-spionaggio dell’OSS SCI-Z meglio nota come Unità Z formata da agenti inglesi e americani; fu anche membro della sezione X-2 ed era l’unico ad accedere alle informazioni inglesi del sistema di decrittazione ULTRA.

La X-2, nota ufficialmente come SSU Strategic Services Unit, è stata definita da alcuni storici ed ex-agenti dell’OSS quali Peter Tompkins;

“la più indipendente, la branca più pericolosa, quella che si occupava del controspionaggio”.

Le vicende attorno a Mr.Angleton

Di seguito alla scissione dell’OSS nel 1945 per volere del presidente Truman ed al suo ridimensionamento come SSU ; Angleton restò a Roma divenendo in tempi brevi l’ufficiale di grado più alto dell’intelligence USA in Italia.

Angleton dirigeva tutte le missioni segrete di spionaggio e controspionaggio, in Italia per l’SSU; da poco appunto succeduto all’OSS che in realtà sarebbe divenuto subito dopo CIG Central Intelligence Group che precedette la CIA costituitasi poi nel 1947.

In virtù dell’esperienza maturata durante la guerra in attività di contro-spionistiche rientrato in patria nell’estate del ‘47 operò alla nascita del Mossad; il servizio segreto israeliano; e nel dicembre dello stesso anno fu ingaggiato dalla CIA quale assistente del Direttore dell’OSO Ufficio Operazioni Speciali.

Nel 1949 Angleton venne promosso all’interno dell’OSO e divenne assistente speciale del capo della CIA l’ammiraglio Roscoe Hillenkoetter (direttore dal 1947 al 1950 e noto tra l’altro per essere stato cellula del gruppo segretissimo Majestic-12); quello stesso anno i vertici dell’intelligence militare decisero di classificare il fenomeno degli allora “dischi volanti” con il livello di “massima segretezza”.

Nel febbraio del 1953 Dulles divenne il nuovo Direttore della CIA, Angleton (amico di Dulles) ottenne una serie di “agevolazioni”; fu così che nel 1954 promosse James alla carica di Vicedirettore e Capo del Contro-spionaggio.

Angleton e la sua tessitura

Angleton aveva accesso diretto alle informazioni di Dulles e a tutte quelle estere, relative agli UFO; provenienti dall’IAC Comitato Consultivo d’Intelligence creato per occuparsi delle implicazioni comportate dagli UFO alla sicurezza nazionale.

Egli mantenne tale incarico fino al 1974 quando coinvolto dallo scandalo Watergate fu costretto a dimettersi dall’allora direttore William Colby.

Una conferma effettiva dell’operato clandestino condotto durante e dopo l’ultimo conflitto mondiale dall’intelligence americano in Italia; ed in particolare da James Jesus Angleton giunge da una serie di documenti segreti declassificati in USA negli anni ’90.

Nel gennaio del 1994 in un’area nei pressi di Washington D.C. venne inaugurata una sede dei National Archives; al cui interno erano custoditi filmati coperti fino ad allora dal segreto di stato; documenti militari delle due guerre mondiali, numerosi microfilm che testimoniano il lavoro d’intelligence svolto dopo i conflitti e la più grande documentazione sullo scandalo Watergate e l’assassinio di John Kennedy.

A tale proposito nel febbraio del 2003 alcuni quotidiani italiani pubblicarono alcuni articoli in merito proprio ad incartamenti venuti alla luce ed inerenti segreti italiani legati al conflitto ed all’attività occulta esercitata nel dopoguerra dall’intelligence USA in Italia che hanno fatto discutere.

Approfondimenti

Un paio di questi articoli sono stati pubblicati dal quotidiano “La Repubblica” il 9 febbraio e sono: “Ricerca in archivi USA; La Decima MAS” di Antonio Monda e “Quando gli Usa arruolavano la Decima Mas” un pezzo inchiesta inerente le carte dei servizi segreti sul 1945 a firma dei giornalisti Attilio Bolzoni e Tano Gullo.

Quest’ultimo riporta che: “Dagli archivi dell’intelligence Usa esce un altro pezzo di storia italiana del dopoguerra; gli accadimenti di un Paese che in quegli anni – svelano gli atti desecretati dalla Cia – è il più grande laboratorio di manipolazione politica clandestina.

Ossessionati dal pericolo bolscevico, turbati dall’apparato e dalla forza del Pci; preoccupati dai tatticismi di De Gasperi; rassicurati dalle diffidenze della Santa Sede verso la Democrazia cristiana ancora alleata con Togliatti (tra le alte sfere vaticane qualcuno già accarezzava l’idea di far nascere un secondo e più conservatore partito cattolico); i servizi segreti Usa avevano costruito nella Penisola una rete spionistica per condizionare i passi della nascente Repubblica.

Un esercito di uomini pronti a tutto

E già nella primavera del 1945, nei fatti è quella Gladio che “ufficialmente” nascerà qualche anno più tardi.

I documenti che raccontano cosa avvenne sono tutti conservati nel palazzo di cristallo e cemento degli Archivi Nazionali degli; Stati Uniti d’America; tra i boschi di College Park nel Maryland, a una trentina di chilometri da Washington.

Erano carte top secret fino a qualche tempo fa, carte provenienti dagli schedari dell’Oss (Office of Strategic Services); l’antenato della Central Intelligence Agency.

Al centro di quella “rete” c’è il giovane James Jesus Angleton, capo del controspionaggio americano a Roma dal ‘44 al ‘47, nome in codice “Artefice”. I collegamenti tra servizi Usa e quelli vaticani ci sono da sempre e si intensificano nella fase bellica quando Allen Dulles (uno dei capi dell’Oss in Europa) stringe; in Svizzera nel 1942, rapporti con il frate domenicano belga Felix Morlion.

Ma è dopo la Liberazione che la partita diventa decisiva. In un dossier dell’Oss senza data ma infilato tra i fascicoli dei “rapporti con il Vaticano” – “La guerra segreta in Italia” – gli 007 di Washington scrivono che “…poiché i suoi obiettivi spirituali (della chiesa cattolica ndr) sono mondiali, il Vaticano è il centro più esaurientemente informato del mondo”.

Sempre in merito ad Angleton ed al Vaticano nell’altro articolo di A. Monda si legge che: “James Angleton; responsabile del controspionaggio nel nostro paese fino al 1955, seguiva con preoccupazione le scelte politiche del centro che guardava a sinistra di De Gasperi; e si assicurava con lettere a propria firma che fosse garantita l’immunità alla Decima Mas e al principe Junio Valerio Borghese. Un rapporto del febbraio del 1946 controlla il lavoro diplomatico svolto da due prelati che diventeranno pontefici che rispondono al nome di Angelo Roncalli e Giovanni Battista Montini..”.

I rapporti tra CIA e Vaticano

Altre certificazioni sull’effettiva collaborazione dell’intelligence USA con i servizi segreti della Santa Sede emergono dal testo pubblicato in Italia nel 1996 dalla Marco Tropea Editore intitolato “L’eredità messianica – Dai Primi cristiani al Priorato di Sion ai giorni nostri i rapporti tra fede mistificazione e potere” e scritto da M. Baigent, R. Leigh e H.Lincoln”.

Dal capitolo 24 al paragrafo che porta  il titolo ”Mosse della CIA” si riporterebbe che:

“L’OSS, o Office of Strategic Services; venne creato sul modello dell’MI6 e del SOE inglesi, e con il loro aiuto.

Ne fu il primo direttore il generale William (Wild Billy) Donovan ..A capo dell’OSS, William Donovan intuì subito il potenziale significato del Vaticano per le operazioni di controspionaggio.

Migliaia di sacerdoti cattolici erano presenti in Europa, in ogni paese, ogni città, praticamente ogni villaggio.

Migliaia di sacerdoti cattolici fungevano anche da cappellani per le forze armate di ogni nazione in guerra.

Questa rete era già impegnata in attività di controspionaggio; trasmetteva grandi quantità di informazioni al servizio segreto del Vaticano stesso.

Uno dei quattro direttori di settore del servizio segreto vaticano era monsignor Giovanni Montini, che in seguito sarebbe diventato Papa Paolo VI.

Nel 1948, nell’imminenza delle elezioni italiane, la CIA appena formata si imbarcò in una complessa operazione clandestina per precludere ogni prospettiva di vittoria comunista.

Come già detto(gli autori ribadiscono un punto affrontato un paio di pagine prima), il viaggio di Joseph Retinger; negli Stati Uniti a nome del Movimento Europeo portò, il 29 marzo 1949, alla creazione dell’American Committee on a United Europe, o ACUE:

Ne era presidente William Donovan

Il vicepresidente era l’ex direttore dell’OSS in Svizzera Allen Dulles. Segretario era Gorge S. Franklin, che era anche direttore del Consiglio per i Rapporti con l’Estero e in seguito diventò un coordinatore della Commissione Trilaterale.

Il direttore esecutivo dell’ACUE era un membro attivo della CIA, Thomas Braden; all’epoca capo dell’International Organisation Departement della CIA.

Sotto la guida di questi uomini, l’ACUE decise di sostenere il Movimento Europeo di Joseph Retinger..parzialmente finanziati dalla CIA, Joseph Retinger e altri membri del Movimento Europeo strinsero alleanza con il principe Bernhard d’Olanda, con il primo ministro italiano e con Sir Gubbins, ex direttore del SOE inglese. Assieme all’allora direttore della CIA, il generale Walter Bedell Smith, questo gruppo creò una “commissione d’esperti” che si riunì per la prima volta nel maggio 1954 all’hotel de Bilderberg, nella città olandese di Oosterbeek.

Ebbero così inizio le Conferenze Bilderberg

Il Gruppo Bilderberg è una sorta di organico chiuso e segreto di facciata del Governo Ombra costituito da «éminence grise» delle élite europee e nord-americane.

Come è a sufficienza noto i suoi membri, banchieri, politici, universitari, editori; giornalisti e funzionari internazionali degli Stati Uniti e dei paesi dell’Europa Occidentale; si riuniscono ogni anno per discutere l’assetto politico; economico e sociale planetario.

Sempre nel 1954 ed un mese prima della nascita del Bilderberg ,negli USA sarebbe avvenuto un incontro con ufo presso la base di Muroc Airfield (oggi Base Aerea di Edwards) in California e a cui fu presente il presidente americano Eisenhower.

Riprendendo quanto è scritto nel volume di Baigent Emerge inoltre che: “Anche il Movimento Europeo di Joseph Retinger, sponsorizzato dalla CIA, fu attivo in Italia e rese solidi ulteriormente i legami tra i servizi segreti americani e il Vaticano.

Retinger si assicurò copertura dal dottor Luigi Gedda, vecchio amico, che fu il medico di Pio XII nonché rettore dell’Azione Cattolica; Retinger riuscì a ottenere anche il sostegno del futuro papa Paolo VI; e l’azione cattolica diventò un altro importante destinatario dei fondi della CIA.

I rapporti tra CIA e Vaticano divennero più saldi nel 1963, quando papa Giovanni XXIII morì e gli succedette Paolo VI; ovvero Giovanni Montini, arcivescovo di Milano.

Come gia affermato, Montini era già in rapporto con la CIA e ne aveva ricevuto fondi.

Anche durante la guerra aveva lavorato con i servizi segreti americani, girando informazioni dal Vaticano all’OSS e viceversa..I rapporti tra Vaticano e CIA si sonopuò protratti negli anni.

Stando a Gordon Thomas e Max Morgan-Witts (Il primo giornalista irlandese, con noti contatti coi servizi segreti occidentali; notevole per le sue inchieste investigative nel mondo dell’intelligence e del terrorismo mentre l’altro è un produttore televisivo inglese); nel novembre 1988 avvenne un summit chiuso tra papa Giovanni Paolo II e il direttore della CIA a Roma.

Il Papa la Cia e gli altri

Questo summit portò all’accordo in base al quale il Papa avrebbe ricevuto ragguagli settimanali dalla CIA (v. “The Year of Armacheddon” Gordon Thomas e Max Morgan-Witts).

Convalidato di quanto scritto nel volume di Baigent, Leigh e Lincoln il Corriere della Sera del 26 agosto 2003 pubblica l’articolo “Montini; una scelta americana per l’Italia XX” del giornalista Ennio Caretto in merito ad una ricerca condotta dal quotidiano italiano negli archivi di Washington.

 “Donovan – scrive Caretto –  ha già un suo uomo al Vaticano, il frate domenicano Felix Morlion, fondatore della «Pro Deo»; da lui spostato nel ’41 da Lisbona; un covo di spie britanniche destinate a divenire illustri, dal diplomatico Kim Philby, una «talpa» sovietica; ai romanzieri Graham Greene e Ian Fleming (il padre di James Bond).

Ma al capo dell’Oss preme ottenere la collaborazione del giovane monsignor Giovanni Battista Montini; allora segretario di Stato in pectore, il futuro Papa Paolo VI.

L’ambasciatore americano in Vaticano Myron Taylor, l’ex presidente della United Steel, e il vice Harold Tittman gli hanno segnalato che Montini non è solo il braccio destro e confidente di Pio XII, ma è anche vicino a leader politici italiani come Alcide De Gasperi e il suo delfino Giulio Andreotti..E’ monsignor Montini a offrire all’Oss un «servizio di informazioni riservate» della Chiesa tra le due Italie, quella liberata a Sud e quella ancora occupata dai tedeschi a Nord..”.

Considerazioni finali

In guisa a quanto reso estrinseco emerge chiaramente che il SIV sarebbe stato pre-esistente già dapprima degli anni ’50 pertanto già sul finire della Seconda Guerra Mondiale.

Tutto ciò si pone di luce negativa per quanto rilevó un ex gesuita; in seno alla creazione del SIV in seguito l’incontro di Muroc nel Febbraio del 1954  per cui conclude che; anche se privo di mala fede, non abbia detto proprio tutta la verità dal punto di vista cronologico.

In tale guisa è probabile che sulla stessa falsa riga dell’OSS ,che in seguitò diede vita alla CIA il Vaticano riconcepí nuovamente il SIV; al fine di interagire operativamente, strutturandolo in maniera compartizzata alla stessa modalità delle strutture d’intelligence; venute alla luce dopo la guerra vedi CIA, Mossad, KGB ecc.

Quindi munitosi di una nuova vestigia risulterebbe ,in un certo qual modo ;sensato e non è per forza di cose contraddittorio o falso l’asserito dal gesuita.

Nel caso dei rivelatori una caratteristica che si riscontra sempre è che non forniscono mai un quadro esaurito per quanto pernicioso il dettaglio possa essere.

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