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Vaccino Coronavirus: quando? Da dove? Gli aggiornamenti

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Il Covid-19 sta facendo paura a tutti, soprattutto per quello che sentiamo in TV. In questo ultimo periodo si torna a parlare del coronavirus e da dove arriverà il primo vaccino. La gente si è schierata in due fazioni:

  • chi aspetta con ansia l’arrivo di esso
  • chi non lo vede sotto una buona luce , per diversi motivi e, infatti, è contrario.

Coronavirus Vaccino News: Coronavirus vaccino quando?

Vediamo dunque le vaccino coronavirus news. Vi anticipo che dopo questo articolo seguiranno degli aggiornamenti, quindi rimanete collegati col sito Elysium Post.

Vaccino Coronavirus

Vaccinazioni Israele: le prime dosi

A fine febbraio, nel Jerusalem Post il ministro israeliano della Scienza e della Tecnologia Ofir Akuni, disse che il vaccino sarebbe stato pronto in un paio di settimane. Il ministro era fiducioso sui possibili rapidi aggiornamenti.

I ricercatori del MIGAL, un centro scientifico israeliano, hanno sviluppato negli ultimi anni un vaccino per la bronchite infettiva dei polli. Dopo che i ricercatori avevano analizzato il DNA del virus, hanno trovato delle corrispondenze nelle proteine tra il coronavirus e il virus del pollame. Hanno dunque consigliato di utilizzare il vaccino di quest’ultimo. Questo vaccino induce l’organismo a formare anticorpi contro il virus.

Per convalidare l’uso del vaccino coronavirus serve un determinato periodo, il quale serve a effettuare i dovuti controlli clinici, test e produzione su larga scala. David Zigdon, Amministratore del MIGAL, ha dichiarato che data l’urgenza del vaccino il centro ha accelerato i tempi, arrivando a 90giorni. Questo perché bisogna anche sperimentare sull’uomo e completare lo sviluppo finale. Tutto questo prima di immetterlo nel sistema.

Coronavirus Italia vaccino 

Ci sono possibilità di curare il coronavirus in Italia col vaccino prodotto dagli stabilimenti IRBM, in una città di Pomezia a sud di Roma, che hanno iniziato a produrre le prime dosi di un vaccino sperimentale. L’istituto Jenner, dell’Università di Oxford, aveva il compito di testare in questi mesi. Lo stesso istituto aveva già lavorato a un vaccino per un altro Corona virus: quello della sindrome respiratoria in Medio Oriente (MERS).

Un secondo studio di MERS avviene anche nel paese con più casi: l’Arabia Saudita. Anche qui il vaccino ha una certa urgenza ad uscire e stanno quindi cercando di produrre e distribuire il vaccino quanto prima.

I vaccini sono prodotti secondo una dose di adenovirus; anche questo può causare una malattia da un comune raffreddore. La modifica fatta permette a questo virus di non riprodursi nell’organismo; è stato aggiunto al codice genetico l’istruzione per la produzione della proteina Spike Corona virus, provocando la formazione di anticorpi. Chi è stato già vaccinato, possiede questi anticorpi contro la proteina che sta al di sopra del Coronavirus. Questo processo può impedire la formazione dell’infezione.

Vaccino Coronavirus quando? Gli americani contribuiscono al vaccino

Gli americani chiedono se uscirà il vaccino coronavirus e quando. Anthony Fauci, immunologo e direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, afferma che sarà molto difficile avere un prodotto affidabile prima di un anno. La corsa per produrre il primo vaccino è presente anche in America. La casa farmaceutica, Moderna, che collabora con (NIAID) National Institute of Allergy and Infectious Diseases e NIH (National Institute of Health’s), aveva già a fine Febbraio mandato il primo carico del vaccino Coronavirus per farlo sperimentare sugli uomini.

Vaccino Coronavirus tempi: quanto si deve aspettare?

Se i suoi prodotti risultano avere successo, nei primi volontari a testarlo, si tratterebbe di un successo record; i tempi infatti sono stati abbastanza brevi, 3-4 mesi per fare il tutto. Se ricordate per sperimentare il vaccino contro il virus della Sars ci vollero ben 20 mesi.

Coronavirus News vaccino: il vaccino Coronavirus prodotto in Pennsylvania

Oltre loro anche altri due istituti sono in corsa per l’arrivo al vaccino coronavirus: Inovio, in Pennsylvania, il quale ha già ricevuto 9 milioni di dollari dalla Cepi nonostante i 56 milioni sulla ricerca contro il MERS. Il vaccino, che viene studiato nei laboratori di San Diego, sarebbe dovuto essere testato ad inizio estate secondo il CEO Joseph Kim della casa farmaceutica. I paesi in cui verrà testato saranno Stati Uniti e Cina.

Vaccino coronavirus Australia

I secondi che stanno effettuando le ricerche, sono i ricercatori dell’università di Queensland. Secondo loro: il proprio vaccino è più efficace perché non si basa sulla risposta immunitaria bensì sulla tecnologia ‘molecolar clamp‘.

Università Hong Kong

Anche l’Università di Hong Kong sta lavorando sull’argomento, ma ammette di aver bisogno di tempo per testarlo. I primi test saranno effettuati sugli animali, successivamente passeranno a quelli umani. Secondo Il professore Yuen Kwok-yung sul vaccino coronavirus i tempi sono lunghi, si parla di almeno un anno.

Il coronavirus e le news del vaccino in Russia

La Russia è stata tra le prime nazioni ad uscire con lo Sptunik V, il quale sembra aver generato una risposta immunitaria positiva nelle prime due fasi della sperimentazione. Le cellule T hanno reagito senza provocare contraccolpi.

Coronavirus, il vaccino: quando si parla di tipologie

Ad oggi nonostante i migliaia di concorrenti che partecipano in tutto il mondo allo studio di questo vaccino, possiamo raggrupparne 5 tipi:

  1. Vaccini a Dna-Rna: possiamo tenere in considerazione quello di Israele, in cui i frammenti del materiale codificano una parte del coronavirus. Le proteine spike è usata dall’agente patogeno per infettare le cellule al fine di riprodursi. L’organismo ‘segue’ le istruzioni del DNA che effettuerà delle copie parziali del virus, attivando una risposta immunitaria.
  2. Ci sono poi vaccini che utilizzano un altro virus. Possiamo prendere in considerazione quelli prodotti in Italia. L’altro virus che viene preso, viene indebolito incapace di creare dunque altre malattie: questo per diffondere un antigene virale.
  3. Abbiamo poi i vaccini inattivi: questi contengono virus che vengono trattati col calore o con radiazioni. Questo perché danno l’opportunità della risposta immunitaria senza però potersi replicare.
  4. Vaccini vivi attenuati: In questa situazione è presente il virus stesso ma è indebolito in laboratorio, cosi da non comportare malattie.
  5. Arriviamo per finire ai vaccini subunità: questi sono formati da parti purificate, gli antigeni, che scaturiscono l’immunoreazione.

Coronavirus: vaccino news pro e contro

  • I vaccini a dna-rna hanno costi bassi e sono molto semplici da produrre. Non esistono però vaccini cosi approvati per l’uomo. Potrebbero scaturire una scarsa risposta protettiva.
  • I vaccini vettoriali potrebbero tornare utili solo in una soluzione. I costi sono molto elevati e c’è la possibilità che molte persone siano immuni al vettore virale.
  • I vaccini inattivi possono essere effettuati da chiunque, hanno però bisogno dei richiami.
  • I vaccini vivi sono prodotti su larga scala e vantano dunque un’alta copertura con costi anche limitati. Ci sono però dei casi in cui causano malattie e quindi bisogna essere cauti, in particolar modo chi un sistema immunitario basso.
  • I vaccini a subunità a differenza dei precedenti possono essere dati a quel genere di persone. Gli antigeni che stimolano la risposta hanno bisogno di più tempo per essere sufficientemente compresi.

Il vaccino Pfizer

Questo vaccino è stato tra i primi sull’essere umano. Sono stati somministrati a una grande quantità di persone: il vaccino e una soluzione fisiologica. Dopo aver atteso che una percentuale abbia contratto il virus, i ricercatori hanno fatto dei controlli incrociati per sapere chi avesse ricevuto il vero vaccino.

Il funzionamento

In modo generale stimola la risposta immunitaria. Trasferisce una parte del materiale genetico del coronavirus, che rafforza le nostre barriere difensive, e lo aggredisce nel caso in cui lo incontrasse nell’organismo. Bisogna anche fare un richiamo per esso.

Livello di affidabilità

I produttori del vaccino non hanno riscontrato effetti collaterali sulle persone in cui è stato testato. Nonostante ciò la supervisione delle persone, sul quale è stato effettuato il vaccino, durerà per qualche anno. Tuttavia gli scienziati sono arrivati alla fase 3 e hanno dunque somministrato il patogeno a oltre 40 mila persone. Fino ad ora, l’efficacia è del 90%.

Coronavirus Vaccino tempi: disponibilità a breve

Pfizer ha chiesto all’FDA l’autorizzazione ad uso di emergenza entro la fine di Novembre. Se tutta la documentazione dovesse essere pronta, il vaccino potrebbe iniziare a essere utilizzato entro la fine dell’anno.

Se arrivasse dunque l’autorizzazione, le prime 40 milioni di dose andranno in America per vaccinare 20 milioni di persone. Si parla dunque di operatori sanitari e anziani, le categorie più a rischio dunque. Per coloro che hanno meno dei 18 anni si parla di tempi più lunghi.

Come hanno reagito i Mercati alla notizia del vaccino?

I grafici da prendere in considerazione sono due: quello dell’azienda Pfizer e quello dell’Oro. Il primo, infatti, è il grafico che mostra l’andamento delle azioni e di come la notizia abbia fatto volare il valore dei titoli in borsa. Il secondo grafico, invece, va preso in considerazione per una notizia più squisitamente economica. Infatti l’oro tende ad essere un bene rifugio per eccellenza dal momento in cui il mondo si trovasse dinanzi a delle turbolenze o a dei fattori fondamentali gravi come la pandemia. Ovviamente notizie come la scoperta di un vaccino portano i mercati in risk-on, torna l’ottimismo e le quotazioni dell’oro scendono.

Vediamo adesso graficamente cosa è accaduto.

Vaccino Coronavirus: la reazione dell’Oro

Il grafico dell’oro mostra come all’annuncio della scoperta del vaccino Pfizer i mercati abbiano accolto con grandissimo ottimismo la notizia. Infatti l’oro è andato incontro ad un crollo di quasi il 6% nella giornata di lunedì 9 novembre.  Vaccino Coronavirus GOLD

Pfizer

La casa farmaceutica Pfizer, invece, ha aperto la stessa seduta di mercato con un gap a rialzo del 15%. Più del 50% del GAP è stato però riassorbito nel corso della settimana.

Vaccino Covid Pfizer

 

Diamo un’occhiata agli scenari attuali:

vaccino coronavirus

Pfizer & BioNTech

Secondo i dati riportati per questi due vaccini, l’efficacia è del 90%. La somministrazione dovrà avvenire due volte a distanza di 21 giorni tra una e l’altra. Il prezzo si aggira intorno ai $20.

Purtroppo però la distribuzione potrebbe avere qualche complicazione dato che: la temperatura richiesta per tenerlo è di -70°. Servirebbero infatti attrezzature particolari.

Entrambi però stanno cercando di risolvere il problema, caricando scatole grandi quanto valigie su almeno 20 camion al giorno. Questo sarebbe un metodo molto efficace per far arrivare oltre 7 milioni di dosi, agli aeroporti vicini.

I Paesi del mondo stanno già stringendo accorti per averli il prima possibile e chiudere quindi la situazione. L’Unione Europea ha provveduto, la settimana scorsa, a ordinare 300 milioni di dosi, il Giappone 120 milioni e l’America 100 milioni. Altre invece come: Regno Unito, Canada, Australia e Cile, hanno ordinato solo 10 milioni di dosi.

Moderna

L’azienda delle biotecnologie, degli Stati Uniti, ha mostrato qualche giorno fa i propri dati di riuscita sulla prevenzione del Covid-19. Per raggiungere il 94%, dichiarato, il vaccino fa fatto anche qui 2 volte con un mese di distanza tra la prima e la seconda dose.

Un vantaggio di questo vaccino è che possa essere conservato nei nostri frigoriferi per almeno 30giorni, oppure con una temperatura di -4° per un massimo di 6 mesi.

Il prezzo differenza dal Pfizer, questo ha una stima dai $30 ai $40 a dose. L’azienda si sta adoperando per distribuire circa 20 milioni di dosi per l’America entro l’anno e altri 100 milioni dopo. Quasi 1 miliardo di dosi stanno per essere preparate ed essere distribuite in tutto il mondo entro la fine del 2021. Il Canada ha fatto un ordine di quasi 56 milioni di dosi mentre il Regno Unito 50 milioni; la Svizzera poi ha richiesto altre 4 milioni di dosi. Questi dati sono stati pubblicati dai ricercatori di Global Health Innovation Centre della Duke University.

AstraZeneca & Oxford

La casa farmaceutica multinazionale britannica, in partnership con Oxford, sta cercando di creare un potenziale vaccino che però, avvertono: non potranno fornire dati fino alla fine dell’anno. Un paio di settimane fa, l’azienda annunciava che il potenziale vaccino forniva un’ottima risposta immunitaria soprattutto negli anziani. Secondo Reuters il vaccino del duo britannico si trova a essere congelato; quindi la prossima mossa potrebbe essere: raggiungere la regolamentazione aggiungendo una soluzione che porti il vaccino a poter stare nel frigo domestico.

Gli Stati Uniti hanno ordinato 500 milioni di dosi cosi come l’India, l’Europa ha richiesto invece 400 milioni di dosi. Secondo la più importante testata giornalistica britannica, Il Financial Times, ogni dose avrebbe il costo di 3 dollari e le dosi da dover prendere sono anche qui due.

Medici senza Frontiere ha fatto notare come AstraZeneca non si sia approfittata del costo del vaccino durante la pandemia, ma si riserva la possibilità di poter aumentare il prezzo in un secondo momento.

Jhonson & Jhonson

Questo genere di vaccino è diverso. La dose sufficiente da somministrare è solo una e utilizza una tecnologia basata sullo sviluppo e produzioni di adenovirali. A settembre la società aveva iniziato uno studio clinico su 60.000 persone per iniezione singola, ma adesso si trova ad aver firmato anche con il Regno Unito per uno studio clinico separato a doppia dose. Anche qui, come per alcuni di prima, la refrigerazione richiesta è quella domestica. Il prezzo per ogni dose è di $10-

L’Unione Europea ha ordinato 200 milioni di dosi, del vaccino candidato; Gli USA ben 100 milioni, il Canada 36 milioni e il Regno Unito 30 milioni.

Ultimi aggiornamenti

Nel mese di dicembre sembra che il vaccino inglese di Pfizer e BioNTech stia portando diversi allarmi. Il vaccino infatti sembra aver scaturito reazioni allergiche nei primi inglesi. Sono infatti loro i primi a testarlo dopo che l’MHRA, autorità di controllo sui farmaci, abbia dato il via libera per la somministrazione senza aspettare la decisione dell’agenzia europea per i farmaci. Questo è stato possibile grazie all’autorizzazione di emergenza. D’altronde la corsa dei ricercatori inglesi è durata solo 10 mesi per il vaccino, corsa che in genere ha una durata decennale.

Il professor Stephan Powis, direttore medico del sistema sanitario nazionale inglese(NHS), ha informato che dopo aver riscontrato le reazioni allergiche non hanno più dato il vaccino a chi come loro avesse un passato di allergie significativo.

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