Il governo degli Stati Uniti pronto ad un’altra mossa nella sua guerra commerciale contro il gigante asiatico. Nel mirino le partecipazioni cinesi nelle aziende strategiche.
IL PIANO
Non accenna a placarsi lo scontro tra Washington e Pechino, iniziato a suon di dazi e adesso pronto a spostarsi su altri piani. Secondo un reportage del Wall Street Journal, che cita fonti del Dipartimento del Tesoro americano, il governo starebbe predisponendo nuove mosse più incisive.
Nello specifico, la strategia punta a bloccare gli investimenti cinesi su aziende americane considerate che sviluppano tecnologia considerata di importanza strategica.
Il dipartimento punta ad una misura che impedire l’acquisizione da parte di società in cui la partecipazione cinese sia pari almeno al 25%. Tuttavia, la percentuale esatta verrà resa nota con l’annuncio ufficiale di venerdì.
Misura che segue alle dichiarazioni del Presidente Trump, il quale accusa Pechino di voler “rubare” il know how americano e quindi appropriarsi della ricerca.
Quest’ultimo, è proprio uno dei settori più importanti per l’economia americana, nonché del suo potenziale industriale e tecnologico.
Un comparto che fa, ovviamente, gola alla Cina che sta sviluppando il suo programma “Made in China 2025” e accrescere il suo ruolo di leadership.
Questo sta portando, inoltre, allo sviluppo di controlli e contromisure più rigide da parte del Consiglio di Sicurezza Nazionale e del Dipartimento del Commercio. Lo scopo è quello di evitare l’esportazione delle tecnologie.
LE CIFRE
A partire dal 6 luglio, entreranno in vigore le tariffe su un totale di ben 34 miliardi di dollari di beni cinesi. Cifra che fa parte di una prima tranche, dato che la cifra totale del piano dovrebbe superare i 200 miliardi di dollari.
Per le autorità americane le misure sono giustificate dalle preoccupazioni relative alle infiltrazioni di joint venture cinesi nell’economia amerciana, con i rischi sopra citati.
Ovviamente, anche Pechino ha annunciato che risponderà con mezzi appropriati a queste misure e non starà a guardare.
Non staranno a guardare nemmeno i mercati, che risentono profondamente delle tensioni e le ripercussioni di questa “guerra” che per il momento vede solo escalation.
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