La Corea del Nord minaccia gli USA, ma le borse se ne fregano altamente. Il dollaro si apprezza.
Tornano a intravedersi sul mercato i compratori di Dollaro Americano. Assieme ad essi Wall Street segna nuovi record dopo che Donald Trump è sempre più vicino all’approvazione della Riforma Fiscale USA: La Riforma Fiscale di Trump è parecchio attesa per via del taglio delle tasse sugli introiti che passerebbero dal 35% al 20%.
Snobbati al momento i proclami della Corea del Nord che ha annunciato l’ennesimo testa balistico per intimorire gli Stati Uniti. Sul mercato perdono ancora i timori per la debolezza dei listini azionari cinesi. Gli operatori temono un rallentamento della crescita economica. Questo per via delle nuove politiche di stretta creditizia per ridurre il livello di indebitamento delle aziende (ormai giunto a 22mila miliardi di dollari nel 2018).
Cosa accade alla Riforma Fiscale?
La commissione bilancio del Senato si è detta favorevole alla Riforma Fiscale di Donald Trump. A quanto pare le possibilità che il disegno di legge vai in porto, adesso, sono concrete. Ma la strada da fare è ancora lunga, e il partito repubblicano lo sa. Ora sarà necessario trovare il sostegno da parte del Senato, dove Trump ha una maggioranza assai risicata (52-48). Ma come sempre Buy on rumors Sell on fact. Il mercato ci crede e il dollaro sembra volersi iniziare ad apprezzare. Su EURUSD è appena stato registrato un minimo di periodo a quota 1.1810. Gli analisti, però, parlano di possibilità di conseguenze inaspettate, anche se il pacchetto delle riforme venisse approvato.
L’audizione di Powell, il presidente entrante della FED.
Ieri il primo intervento pubblico dopo la nomina di Trump. Jerome Powell, futuro presidente della Fed, ha relazionato dinnanzi alla commissione bancaria del Senato. I toni sono tipici della sua corrente abbastanza ponderata. Powell si è detto ottimista sulla crescita degli Stati Uniti. Secondo lui il PIL in America è destinato a raggiungere il +2,5%.
Powell ha annunciato che è arrivato il momento di normalizzare i tassi e che, con ogni probabilità, la FED potrebbe agire già nel prossimo meeting di Dicembre.
Yellen si è invece detta “sconcertata dall’inflazione USA” che tarda a raggiungere il target al 2%. Ha dichiarato: “l’assenza di pressioni salariali mostra che c’è ancora un po’ di margine prima della piena occupazione“.