👌🏿Così Donald Trump si prepara a muovere guerra al mondo👌🏿
Ma i boss europei non intendono stare con le mani in mano
AMBURGO – Finisce il G20. Risultati? Nulla di nuovo in sostanza. Due grandi meeting (con quello di Taormina), un sacco di soldi spesi, proteste e riflettori, ma in sostanza cosa è cambiato? Con il G20 di Amburgo Trump ha potuto sedersi faccia a faccia con Putin.
Il primo passo: cessiamo la guerra in Siria. Presto fatto. Domenica 9 luglio alle 11.00 h italiana, dopo sei anni di scontro, è iniziata la tregua in Siria. Un passo importante per Trump e Putin. Il presidente americano ha apprezzato molto il suo eguale russo. “Si può costruire una grande collaborazione”. E trapela l’idea di creare un grande servizio di intelligence per controllare il cyber spazio.
La guerra dell’acciaio
Mentre tutti gli altri capi di stato fanno barriera rimarcando l’impegno per salvaguardare il clima, gli USA sono isolati. Macron ha dichiarato che si svolgerà un altro incontro sul clima proprio a Parigi. Fondamentale riconfermare l’impegno sul libero scambio, mentre Donald Trump si prepara ad aumentare i dazi sull’acciaio per l’intero pianeta.
Ecco la sua guerra: la guerra dell’acciaio. Si parla di un rialzo al 30% sui dazi. Prospettiva che ha fatto adirare non poco Angela Merkel, padrona di casa, che ha dichiarato: “il dialogo con gli USA è difficile. Inutile tergiversare”. Gli stati maggiormente colpiti saranno Messico, Canada, Corea del Sud, Turchia e Germania.
I boss europei dicono no
Junker ha dichiarato che se Trump dovesse decidere di aumentare i dazi sull’acciaio, l’Europa sarà pronta a rispondere a tono. Nessuna esclusione di colpi per il presidente USA che ha rimarcato l’importanza “di assolvere i doveri con la NATO”. E ha chiesto uno sforzo in più, in particolare modo all’Italia. Anche Tusk ha rimarcato che se Trump dovesse decidere di percorrere la sua strada a senso unico verso il protezionismo, le ripercussioni saranno di egual misura.
L’Italia esce dal G20 umiliata
Sulla questione immigrazione l’Italia esce dal G20 profondamente umiliata. Mentre Gentiloni fa presente che la situazione sta diventando insostenibile, gli altri stati fanno orecchie da mercante. Infatti quando si parla di redistribuzione degli immigrati, tutti gli altri iniziano a tergiversare. Arrivano in Italia? E’ un problema dell’Italia. In realtà dovrebbero essere subito dirottati in Francia e Germania dato che noi Italiani la guerra in Libia non l’abbiamo mai voluta. Ma questa è altra storia.
L’Italia non porta a casa nessun risultato se non la prospettiva di continuare ad occuparsi degli immigrati. Bocciata l’idea di sanzioni agli scafisti proposta dall’ONU. Quindi tutto come prima. E Gentiloni torna a casa a testa bassa, e l’Italia incassa.