Indice Contenuti
Disciplina su trading e fisco
Cifra minima da dichiarare al fisco
Tipologie di regime
Come si pagano le tasse sul trading
Regime dichiarativo
Regime amministrato
Trading e fisco sono una tematica importante per chi si interfaccia nel mondo del trading online. Cerchiamo di capire come poter inquadrare giuridicamente questo aspetto.
Trading e fisco sono una tematica molto importante per chi si interfaccia nel mondo degli investimenti. La ragione per cui scrivo questo articolo è quella di chiarire una serie di dubbi che solitamente mi vengono posti; ma soprattutto sfatare una serie di miti. Infatti sovente sia i clienti dell’azienda, che gli mi chiedono come poter gestire e dichiarare all’erario i proppri profitti. In effetti a livello informativo; su trading e fisco il materiale sul web è abbastanza scarno e spesso non chiaro.
E’ importante dichiarare i propri profitti allo stato (soprattutto per evitare di cadere in spiacevoli situazioni), e con questo articolo cercherò di chiarire in modo chiaro ed organico ciò che bisogna sapere in merito alla disciplina trading e fisco. Il primo passo è cercare di individuare questa categoria di reddito, e soprattutto quanto corrispondere all’erario. Quindi bisogna capire di quale tipologia di rendita stiamo parlando e come lo Stato o meglio il legislatore la riconosce.
Cerchiamo di inquadrare la disciplina su trading e fisco…
Prima di addentrarci nei tecnicismi che riguardano strettamente la disciplina, dobbiamo capire di che tipo di redditi stiamo parlando: riguardo al trading e fisco stiamo parlando dei “redditi diversi” nonchè quella tipologia di redditi che non derivano dal proprio lavoro, dalla propria azienda o dalla propria professione. Un esempio di redditi diversi sono i redditi fondiari, gli introiti derivanti da locazioni di immobili, le plusvalenze derivanti dall’acquisto e vendita di immobili. I redditi derivanti dl trading possono essere asseriti in questa tipologia. Ci si riferisce infatti ad un reddito derivante dalla differenza tra capitale iniziale ed investimento. Dunque trading e fisco diventano una materia molto importante, specie per chi degli investimenti ne crea una professione. E’ comunque anche vero che la materia trading e fisco non viene presa molto in considerazione, in quanto la maggior parte di trader e piccoli investitori non superano la minima soglia imponibile dallo Stato.
Anche se apparentemente questo problema sembra non essere ad appannagio dei piccoli trader e risparmiatori, Bisogna comunque tenerlo in considerazione. Questo perchè il reddito generato dal trading, seppur irrisorio va ad accumularsi alle altre tipologie di reddito che nel loro insieme possono generare una “ricchezza rilevante per lo Stato”.
Quanto ammonta la cifra minima da dichiarare al fisco?
Su questo fronte esistono una serie di teorie, tutte discordanti tra loro. Quello che suggerisco io è quello di andare a consultare sempre, (da buon risparmiatore e gestore dei propri capitali) le fonti ufficiali. Nel caso di trading e fisco, la fonte normativa più appropriata da consultare è proprio il TUIR ( testo unico delle imposte sui redditi). Da questo testo è possibile riuscire a studiare ed approfondire tutti i tecnicismi e tutte le sfaccettature che stanno alla base della materia trading e fisco. Nonostante la materia sia in continua evoluzione, e soggetta a frequenti modifiche, allo stato attuale il minimo imponibile è all’incirca la cifra di cinquemila euro.
Questa comunque è una casistica standard: bisogna considerare che la disciplina presenta mille sfaccettature. Questo è dovuto da varie variabili, quali ad esempio la territorialità, la persona fisica o giuridica ed un altra serie di dinamiche strettamente vicine al mondo della materia fiscale. Ciò che comunque Bisogna sapere in materia di trading e fisco, è il fatto che attualmente la tassazione sul forex prevede una aliquota fissa al 26% (fino al 30 giugno 2014 era il 20% ) da calcolarsi sul totale delle operazioni effettuate all’interno di un determinato anno solare, quindi dal 1° gennaio al 31 dicembre di un determinato anno.
Esistono tuttavia due tipologie di regime:
A parità di aliquota esistono due sistemi per assolvere al pagamento delle imposte, ovvero il regime dichiarativo ed il regime amministrato.
Nel regime dichiarativo è il contribuente a dover fare materialmente la dichiarazione dei redditi e provvedere al versamento dell’imposta del 26% mediante il modello F24.
Nel regime amministrato è il broker che prende l’onere di provvedere a versare le imposte ed ottempera agli obblighi di dichiarare i guadagni (o le perdite).
In prima battuta questi due sistemi sembrerebbero analoghi pertanto sarebbe da preferire il regime amministrato in quanto, a parità di tassazione, non dovremmo sobbarcarci l’onere di effettuare il versamento (una volta all’anno) e onere di presentare la dichiarazione dei redditi. Quindi un sistema prettamente più comodo che ci esonera dall’onere di dover fare i conti con l’erario. Le cose, in alcuni casi, non stanno esattamente così poiché esistono dei meccanismi distorsivi ai quali dobbiamo prestare particolare attenzione in trading e fisco.
Come si pagano le tasse sul trading?
A questo punto occorre rispondere alla domanda iniziale da cui siamo partiti: come si pagano le tasse sul trading? Cioè come bisogna comportarsi nei casi di trading e fisco?
La normativa fiscale prevede due differenti regimi fiscali per pagare le tasse sui guadagni derivanti dalle piattaforme di trading online: Di questi due differenti regimi ne abbiamo parlato nel corso dell’articolo. Sono proprio il regime dichiarativo ed il regime amministrato a fare da perno nel sistema legislativo fiscale italiano. Cerciamo adesso di approfondire in merito nel prossimo paragrafo. Scendendo più dal punto di vista pratico.
Come comportarsi con il trading e fisco,nel caso del regime dichiarativo
Nel regime fiscale dichiarativo il contribuente/trader calcola, dichiara e versa autonomamente le imposte attraverso la dichiarazione Modello Redditi Persone Fisiche. Nella dichiarazione dei redditi, le plusvalenze o capital gain su cui pagare le tasse sul trading devono essere dichiarate nel quadro RT rigo 41, alla voce “altri redditi diversi di natura finanziaria”.
L’inquadramento fiscale di questa particolare tipologia di reddito è quindi quello dei redditi diversi di cui agli articoli 67 e seguenti del testo unico delle imposte sui redditi.
Come comportarsi sul trading e fisco, nel caso del regime amministrato
Nel regime amministrato, invece, opera un meccanismo di tassazione sostitutiva, nel senso che le tasse sul trading – da applicare sempre sulla plusvalenza o capital gain realizzata – vengono dichiarate e versate direttamente dall’intermediario finanziario/broker attraverso l’applicazione di una ritenuta alla fonte a titolo di imposta definitiva.
Il regime del risparmio amministrato in tema di tassazione capital gain può riguardare esclusivamente:
- le plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni non qualificate;
- le plusvalenze derivanti dalla cessione di titoli finanziari indicati dalle lettere c-ter) e c-quarter) dell’articolo 67 del TUIR. Tra queste sono incluse le valute estere e i titoli non rappresentativi di merci. Ci rendiamo dunque conto che esistono una serie di sfaccettature e di meccanismi che risiedono alla base della disciplina “trading e fisco”.
Se ti interessano informazioni di questo tipo che ti permettono di formarti su tutti gli aspetti del trading online visita la sezione apposita.