Appuntamento importante quello di stasera dove la Federal Reserve annuncerà il rialzo dei tassi di interesse.
IL MEETING
Riflettori puntati sul meeting di stasera della FED che, come ogni tre mesi, tra inflazione e previsioni macroeconomiche si occuperà dei tassi di interesse.
Attesa per la conferenza stampa del Presidente Jerome Powell che, come da previsioni, dovrebbe annunciare l’aumento dei tassi, dopo il rialzo di marzo. Aumento che porterà dall’attuale 1,75% al 2,00%. Tutto come da previsione e nel rispetto della politica monetaria che entro fine anno porterà ancora più in su l’asticella.
Tuttavia le parole del presidente saranno fondamentali per determinare gli assetti e le future scelte della banca centrale.
LE PREVISIONI
Stando alle analisi, il rialzo di oggi era scontato e quindi non sorprendente per gli investitori. L’attenzione sul discorso di Powell è giustificata dalla necessità di chiarire se anche al prossimo appuntamento avverrà una scelta analoga.
La fase espansiva della politica monetaria della FED è perfetta in linea con le attività.
Il target fissato per un ritorno alla normalizzazione dei tassi è fissati intorno all’area del 3%.
Non solo rialzo dei tassi ma anche la riduzione dei bond all’interno del bilancio della banca centrale.
Un’operazione complessa e importante che, stando alle previsioni, potrebbe vedere la sua conclusione già il prossimo anno.
L’ammontare della quota dovrebbe scendere dai 4,5 trilioni di dollari ai 3,5 trilioni (alcune indiscrezioni parlavano addirittura di una discesa a 2,5 trilioni). Un alleggerimento nel bilancio significherebbe un risultato di grande importanza che sino a questo momento era stato visto in maniera altalenante.
Anche l’inflazione attualmente è ad un livello che non desta preoccupazione, essendosi attestata all’1,6%.
NON SOLO DOLLARO…
Oltre alle attese che di qui a poco verranno placate, un altro fondamentale appuntamento per la politica monetaria internazionale è quello di domani, 14 giugno, a Riga.
Proprio nella capitale della Lettonia si terrà la riunione del board della BCE, che riguarderà la fine del programma di stimoli (Quantitative Easing) e la normalizzazione dei tassi.
Un appuntamento non facile per Mario Draghi alla luce delle non lusinghiere previsioni macroeconomiche.