In questo articolo racconteremo la storia della famiglia Agnelli, e lo faremo in maniera oggettiva. Parliamo, chiaramente della famiglia Agnelli FIAT, a capo di un Impero secolare, che ha portato l’auto Italiana nel mondo.
Dagli esordi al periodo Fascista, passando per il dopoguerra al grande boom del mercato automobilistico.
Cercheremo di capire chi sono i protagonisti della storia della dinastia Agnelli, dei loro innumerevoli riconoscimenti, di fallimenti e dicerie.
Partiremo dalle origini, raccontando contemporaneamente la storia della FIAT e dei suoi grandi protagonisti: dall’esordio, al grande boom mondiale, passando per la crisi e i rapporti con Gheddafi.
Indice
Storia Famiglia Agnelli e discendenza Agnelli
Siccome la Famiglia Agnelli merita molta attenzione in campo storico, economico e finanziario, inizieremo questo racconto cercando di capire chi sono i padri degli Agnelli.
Parliamo della storia della famiglia di imprenditori italiani più famosa della nazione.
Gli Agnelli sono conosciuti in tutto il mondo per aver creato il marchio FIAT e per il loro strettissimo rapporto con la più nota Juventus già dal 1923.
Il membro più famoso e conosciuto della Famiglia Agnelli è Giovanni Agnelli, o meglio Gianni, l’Avvocato.
Ma chi erano i progenitori degli Agnelli?
Parlando dunque dell’origine degli Agnelli, che ci permetterà di ricostruirne la dinastia, affonda le sue radici in tempi molto lontani.
Famiglia Agnelli ebrei? (Agnelli Dinastia)
Sui motori di ricerca una delle parole chiave più cliccate sulla Famiglia Fiat è: “famiglia agnelli ebrea”.
In realtà la famiglia Agnelli non ha assolutamente origini ebraiche.
Nel corso della storia vi sarà un momento in cui, però, si apparenteranno con una influente famiglia ebrea legata ai Rothschild: gli Elkan.
Ma per ciò che riguarda le origini ebraiche della famiglia Agnelli, non risulta, da nessuna fonte attendibile, che i due capostipiti, Giovanni Lorenzo e Teresa Oberti, fossero ebrei. Anzi, erano cattolici praticanti.
Nella prima metà del ’70 da Priero si instaurarono a Racconigi iniziarono la loro attività imprenditoriale nel Regno di Sardegna.
Storia Famiglia Agnelli: gli esordi nella prima metà del ‘700
Giovanni Lorenzo e Teresa hanno 8 figli, 5 maschi e 3 femmine. Tra i maschi spicca sicuramente Giuseppe Francesco Agnelli, che nasce a Roccanigi nel 1789.
Si tratta del nonno di quel Giovanni Agnelli che sarà tra gli 8 fondatori della FIAT.
Giuseppe Francesco Agnelli merita sicuramente una piccola digressione, perché da molti considerato il capostipite della dinastia famiglia Agnelli. Siamo in piena Restaurazione e Giuseppe Francesco vive a Torino, capitale del Regno di Sardegna. Egli spicca tra i banchieri torinesi. Bisogna però prestare attenzione al concetto di banchiere. Nella Torino di quel tempo banchieri erano anche quelli che si occupavano del commercio delle sete gregge.
In un certo senso si trattava di uomini che utilizzavano il denaro come leva finanziaria per finanziare l’opera dei filatori. Il loro compito sarebbe stato quello di smerciare il prodotto finito (la seta appunto) sia lavorata che grezza.
Quindi non bisogna immaginare Giuseppe Francesco come il banchiere che si occupava di operazioni da banco. Si tratta di un uomo del Regno Sabaudo che sperimentava le prime forme di imprenditoria e di investimento finanziario nell’economia reale.
La prima azienda
Oltre alla seta Giuseppe Francesco si occupava del commercio di spezie. Questo commercio gli procura molto denaro che viene reinvestito con l’acquisto di terreni e tenute. Ad un tratto arriva la prima industria, ossia una raffineria di zucchero, fondata assieme al socio Pelisseri: la “Agnelli, Pelisseri e Compagnia, Raffinatori”.
La sede era a Carignano e si trattava di un’azienda con una capacità produttiva elevata. Una delle missioni di Giuseppe Francesco era quella di creare ricchezza, grazie al denaro sfruttato come leva per operazioni immobiliari o fondiarie. Giuseppe Francesco ha creato molti posti di lavoro nella sua vita.
Una speculazione immobiliare
Una delle speculazioni immobiliari più famose e redditizie riguarda la Tenuta Parpaglia. Si tratta di un enorme possedimento di 2.286.000 metri quadri circa (ossia 200 ettari o meglio 600 giornate piemontesi) che andava da Candiolo a Vinovo. Nel 1840 l’intera landa viene acquistata da Teresa Audifredi.
Questa enorme Tenuta, nell’antichità, era di proprietà dell’Ordine Mauriziano. Nell’epoca delle alienazioni forzate che si erano verificate sotto la reggenza di Napoleone, il banchiere Adriano Audifredi aveva dovuto acquistarla. Per questo motivo Giuseppe Francesco Agnelli era riuscito a pagarla solo 310.000 lire dell’epoca (una somma irrisoria per l’estensione del terreno).
Cosa ne fa? La rivende all’Ordine Mauriziano, che la riacquisisce per volere diretto del Re. Infatti il sovrano voleva che la Tenuta fosse riannessa alla Tenuta di Caccia di Stupinigi. Solo così la tenuta sarebbe potuta ritornare alla sua grandezza originaria.
Da questa speculazione Giuseppe Francesco era riuscito a guadagnare una cifra immane e il Re era riuscito a donare nuovamente splendore ad una delle sue tenute di caccia preferite.
Agnelli Famiglia: la nascita di Villa Agnelli di Villar Perosa
Grazie agli ingenti guadagni derivati da questa trattativa Giuseppe Francesco era riuscito ad acquistare una delle vile più sontuose del Piemonte. Parliamo della Villa dei Turinetti di Villar Perosa. Agnelli la paga 220 000 lire. Alla villa erano annessi 100 ettari di terra 8300 giornate piemontesi)
Nel 1821 Giuseppe Francesco Agnelli si sposa con Maria Maggia. Assieme a lei genererà 5 figli di cui due maschi e tre femmine.
Il più piccolo di tutti, Edoardo, nato a Torino nel luglio del 1831 era il padre di Giovanni Agnelli, che sarà senatore fascista del Regno d’Italia e uno tra i fondatori della FIAT. Edoardo non avrà neanche il tempo di poter assistere all’ascesa della sua discendenza, proprio perché morirà a soli 40 anni. Per questo motivo per molti il vero capostipite della famiglia Agnelli sarà il senatore Giovanni Agnelli.
Storia Famiglia Agnelli: la storia di Edoardo Agnelli
Edoardo Agnelli è il figlio più piccolo di Giuseppe Francesco e di Anna Maria Moggia. Per quanto sia passato a miglior vira giovanissimo, è necessario ricordare, in questa ricostruzione, che era il padre di quel Giovanni Agnelli che, a fine ‘800, fonderà la FIAT.
Edoardo era figlioccio di Tommaso Ferrero e Anna Maria Chiarini, battezzato in casa con “superiore permissione”. La settimana successiva riceve il battesimo nella Chiesa di San Carlo in Torino.
Durante la sua vita partecipa alla gestione di Villar Perosa ed entra anche nel consiglio comunale nel 1866. Faceva parte della Società Promotrice delle Belle Arti. All’interno di casa aveva un ruolo da protagonista.
Sposalizio e Discendenze
Edoardo Agnelli sposa una donna molto facoltosa, Aniceta Frisetti. Dal matrimonio nascono 3 figli:
- Giovanni Agnelli, uno dei cofondatori della FIAT.
- La figlia Carolina che nasce a Torino nella casa di Via Cernaia 30. Ciò avviene l’11 aprile del 1868 e muore giovanissima.
- Felicita Carola Anna Giustina Maria. Anche il sue destino non sarà felice. Nasce nel 1869 a Villa Perosa e muore nel febbraio del 1871.
Giovanni Francesco Luigi Edoardo Aniceto Lorenzo Agnelli
Giovanni Agnelli nasce nel 1866, a Villar Perosa. Era un imprenditore, politico, senatore fascista del Regno d’Italia. Da molti considerato il capostipite è sicuramente un cofondatore della FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino), ufficiale di cavalleria e ricco proprietario terriero.
Nato tra le mura della sontuosa casa del nonno, sin da piccolo viene educato al Collegio di San Giuseppe. Li frequenta il ginnasio di Pinerolo. Completerà i suoi studi classici nella capitale, Torino.
Viene avviato alla carriera militare presso l’Accademia di Modena. Li diviene ufficiale di cavalleria di prim’ordine nel Savoia Cavalleria. La vita militare non gli si addiceva, e presto diviene disinteressato.
Ad attirarlo, invece, erano i costanti progressi della tecnologia. Infatti ci troviamo in piena Belle Époque, ossia quel momento in cui si iniziano ad introdurre all’interno del mercato tutti i frutti della Rivoluzione Industriale Inglese.
Un nuovo settore
Per questo motivo Gianni sceglie di iniziare a dedicarsi alla produzione di qualcosa di innovativo che avrebbe contribuito a rendere più semplice la vita della gente. Sposa Clara Boselli nel 1889, la figlia di Leopoldo Boselli (1829-1886), patriota risorgimentale e avvocato. Dal matrimonio baceranno due figli:
- Aniceta Caterina (1889 – 1928), che andrà in sposa al barone Carlo Nasi
- Edoardo (1892 – 1935), che prenderà come moglie Virginia Bourbon del Monte, dei principi di San Faustino.
Storia Famiglia Agnelli: Giovanni Agnelli
Deciso ad abbandonare per sempre la carriera militare, nel 1893 inizia a maturare un interesse particolare per la meccanica. Inizia quindi a sperimentare, con non poche difficoltà, alcune esperienze imprenditoriali sul campo. Abbadnonata la carriera militare, decide di rientrare a Villar Perosa ad occuparsi di ciò che aveva reso ricca la sua famiglia: l’agricoltura.
Per questo per un breve periodo si occupa del commercio di semi e legna. Nel 1895 viene nominato Sindaco di Villar Perosa e rimarrà in carica per più di mezzo secolo.
Quando si trasferisce a Torino, frequenta il Caffè di Madame Burello. Proprio qui conoscerà tutti gli aristocratici che siederanno al tavolo dei fondatori della FIAT.
Nel 1896 investe, come socio di capitale, in Officine Storero. Queste ultime si occupavano di progettare e realizzare biciclette. Con loto concluderà un contratto di esclusiva per importare i tricicli Prunelle. Si trattava di un triciclo col motore a scoppio De Dion-Bouton.
Storia Famiglia Agnelli: la nascita della FIAT
I fondatori della FIAT sono 8 aristocratici Piemontesi. Nel 1899, l’11 luglio, firmano l’atto costitutivo della società. Lorenzo Delleani immortala in un quadro intitolato I fondatori della F.I.A.T. (Fabbrica Italiana Automobili Torino), dove al centro si può vedere rappresentato il Conte Emanuele Cacherano di Bricherasio, da molti ritenuto il vero fondatore della Società, e che morirà qualche anno dopo (1904) in circostanza poco chiare.
Partendo da destra il terzo è cofondatore di Giovanni Agnelli.
«Siamo informati che sull’iniziativa dei più noti automobilisti torinesi, si è costituita una società anonima, col capitale di un milione circa, per la costruzione e il commercio degli automobili. Mandiamo a questa società, la cui opportunità sarà da tutti riconosciuta, i nostri migliori augurii, persuasi che con tale vigore di energie e potenza di capitale, non potrà a meno di dare valido impulso allo sviluppo dell’automobilismo italiano.»
(L’Automobile 1 luglio 1899)
Sin dagli esordi l’azienda va incontro ad un processo di forte sviluppo.
Giovanni Agnelli era amico molto stretto di Giovanni Giolitti, che ha ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio per 4 volte.
Nel quadriennio tra il 1902 e il 1906 la produzioni di auto in casa FIAT passa da 73 a 1.097. Si tratta di una crescita del 72%. Per questo motivo si può dire che i risultati andranno ben oltre le aspettative.
Nel 1906 la società storica viene liquidata. Si ricostituirà con un capitale di nove milioni. Con il nuovo statuto viene inserito un oggetto sociale ampio. Oltre alle macchine la FIAT inizia a produrre aerei, mezzi di navigazione e trasporti ferroviari.
Storia famiglia Agnelli: i primi progetti
Nel 1906 Agnelli è il maggiore azionista della FIAT. Due anni dopo decide di avviare la produzione della “Tipo 1 Fiacre”: si tratta della prima auto pensata come TAXI. Con questo assetto l’auto viene richiesta in tutta Europa, conseguendo un successo a livello internazionale.
Viene progettata, poi, la “Fiat Zero”. La FIAT diventa il terzo gruppo economico d’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale. In quel periodo, infatti, la FIAT aveva prodotto materiale militare per rifornire l’Esercito Italiano.
Tra il 1906 e il 1907 il Gruppo Agnelli era andato incontro ad un processo giudiziario aperto ai suoi danni per delle attività speculative in borsa.
Nel 1909 Agnelli è ancora amministratore delegato della FIAT.
Il progetto prende vita. L’idea è quella di creare un sistema razionale e di integrazione verticale. Per l’epoca si tratta di una struttura aziendale innovativa non solo per tutto il Piemonte, ma anche per l’Italia.
Si tratta di un’azienda che punta a diventare competitor della Ford. Si tratta di un gruppo di persone che avevano iniziato quasi per scherzo che iniziano a pensare alla produzione di serie. Dopo un esordio dilettantistico si punta ai grandi numeri e alla strategia di diversificazione e varietà nella produzione (persino i motori d’aviazione).
Per quanto il Piemonte stesse andando incontro ad una profonda trasformazione industriale, gli Agnelli rappresentano un’eccellenza di quel contesto.
Nel periodo della Prima Guerra Mondiale
In quegli anni Giovanni Agnelli si afferma sempre di più tra i soci, diventando il più influente. Prima dello scoppio della Grande Guerra Agnelli aveva capito che per il mercato delle auto, in Italia, fosse ancora prematuro immaginare una grande espansione. Questo soprattutto per via dell’assenza di strade.
A quel punto l’azienda decide di iniziare a produrre anche all’estero, in Russia, e di concentrarsi sulla produzione di altre componenti che sarebbero poi servite per la guerra.
Storia della Famiglia Agnelli. L’acquisizione di una quota de “La Stampa”
Nel corso del 1920 la FIAT contava 25.000 operai e 2.500 impiegati, e aveva un capitale versato di 200 milioni di lire.
Il 1º dicembre 1920 Giovanni Agnelli rileva il 20% delle quote azionarie del quotidiano torinese La Stampa dal senatore Alfredo Frassati. Agnelli si garantisce anche il diritto di prelazione su tutta la restante parte del capitale. Nell’ottobre del 1926, all’inizio del Fascismo, Agnelli controlla la Stampa.
Il lingotto
Negli stessi anni, con Mussolini al potere, viene inaugurato lo stabilimento detto il “Lingotto”. Si tratta del primo sistema applicato di catena di montaggio in Italia. Il sistema era ispirato a Ford che, negli Usa, aveva inaugurato quel sistema di produzione.
Già nel 1923 la FIAT esportava auto in tutta Europa.
Giovanni Agnelli diviene senatore del Regno nelle fila del Partito Fascista. Da Mussolini ottiene anche la sicurezza di un protezionismo serrato per evitare l’importazione di auto Ford in Italia. Dal canto suo l’idea di Italianità di Agnelli piaceva a Mussolini e, per quanto i due in realtà non fossero profondi ammiratori l’uno dell’altro, vincevano i reciproci vantaggi.
Giovanni Agnelli diviene senatore secondo il comma 21 dell’articolo 33 dello statuto Albertino.
Le persone che da tre anni pagano tremila lire d’imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria
Lo statuto Albertino prevedeva la nomina a vita per i senatori. Giovanni Agnelli rimane in carica fino al 1944, quando finisce il regime.
Da senatore, oltre che nell’auto, vede un grande futuro nello sport (soprattutto nello sci e nel calcio) e nell’editoria.
Nel triennio compreso tra il 1928 e il 1931 compra dei terreni sul colle del Sestriere, in alta Val Chisone. Li costruisce la seconda stazione sciistica in Italia. La prima era stata inaugurata nel 1908, a Bardonecchia.
Le disgrazie.
La vita di Giovanni Agnelli viene segnata, in quegli anni, da due eventi funesti: la morte dei figli Aniceta e Edoardo, che rimane vittima di un incidente aereo nei pressi dell’idroscalo di Genova.
Edoardo sarebbe stato il successore di Giovanni. Nel 1920 era Presidente della Riv e da giovane si era avviato alla carriera del Padre.
Storia degli Agnelli: Edoardo Agnelli
Figlio del senatore Giovanni, consegue la laurea in giurisprudenza. Parteciperà alla Prima Guerra Mondiale. Sulle carte risulta essere ufficiale di cavalleria. In realtà era l’auttista del Gen. Luigi Cadorna.
Laureatosi decide di iniziare a viaggiare per arricchire la sua cultura e fare nuove esperienze. Naturalmente era cosciente che il destino gli avrebbe riservato il compito di diventare l’erede del padre.
Ricoprirà il ruolo di vicepresidente della FIAT e di vicepresidente delle Officine di Villar Perosa. Sarà anche il vicepresidente del Consiglio Provinciale dell’Economia e Presidente del consiglio d’amministrazione del giornale La Stampa. Successivamente gli Agnelli rilevano un’altra testata, il Giornale del Pinerolese.
I ruoli di Edoardo Agnelli
La presenza del padre, però, è ovviamente ingombrante e, anche per via della giovane età, non avrà molto peso nelle scelte di Giovanni e del suo outsider, un ragazzo che diviene presto l’uomo di fiducia di Giovanni Agnelli: Vittorio Valletta.
Edoardo Agnelli, appassionato di calcio, fa del Foot-Ball Club Juventus la stella indiscussa del calcio in Italia, vincendo 6 scudetti in 10 anni. 5 consecutivi.
«Dotato di fervida intelligenza, di grande affabilità e di quella molta esperienza di mondo, di vita, di lavoro che ha potuto acquistare collaborando attivamente nella direzione di grandi aziende con l’illustre suo padre, il senatore Giovanni Agnelli; cultore appassionato d’ogni genere di sport, espertissimo automobilista, direttore della Società Torinese per le Corse dei Cavalli, presidente onorario del Gruppo Sportivo FIAT, Egli porta nella nostra società, insieme alla preziosa opera sua, un nome che si illumina di una delle più alte glorie sportive italiane, di una delle più meravigliose creazioni dell’intelligenza e del lavoro umano: gloria di sport, gloria di lavoro.»
La stazione sciistica di Sestrière, che prende il nome del colle in cui sorge, è stata fortemente voluta da Edoardo. La stazione sorgeva poco lontano dal paese di origine della famiglia Agnelli, Villar Perosa.
La tragica scomparsa
A soli 43 anni muore a causa di un incidente aereo. Era il 14 luglio 1935, nel bel mezzo di una calda domenica d’estate. Edoardo era di rientro da Forte dei Marmi mediante l’impiego dell’idrovolante di Giovanni Agnelli, un Savoia-Marchetti S.80. Il mezzo era pilotato da un asso dell’aviazione Italiana, tale Arturo Ferrarin.
L’idrovolante viaggiava in direzione Genova. L’intento era quello di raggiungere Torino in treno. Durante l’ammaraggio all’idroscalo i galleggianti dell’idorovolante andarono ad urtare con un tronco galleggiante, e l’aereo si ribalta.
Edoardo e il Pilota rimangono illesi. Mentre Edoardo si stava alzando in piedi, rimane ucciso con un colpo alla nuca a causa dell’elica ancora in movimento. Dopo l’incidente la FIAT modificherà il progetto dell’idrovolante, mettendo l’elica in una posizione meno pericolosa.
Dopo la morte di Edoardo
Caduto nello sconforto Giovani Agnelli decide di ritirarsi dal mondo dell’imprenditoria, ma un sacerdote lo convince a ritornare sul campo.
La morte del figlio Edoardo porterà anche delle nuove vicende giudiziarie in particolare con la nuora Virginia. Le battaglie legali riguardavano, in particolare, la tutela dei nipoti di Giovanni Agnelli.
Fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale la FIAT va incontro ad un’ascesa incredibile.
La grande invenzione è la Cinquecento Topolino, creata per tutti gli appassionati di automobilismo. La leggenda vuole che persino Adolf Hitler l’abbia guidata prima di tenere un discorso pubblico.
Dopo la guerra, negli anni ’40, Giovanni Agnelli ha più di settant’anni. Sceglie il nipote, Gianni, figlio di Edoardo, come suo successore per la guida del business di famiglia.
Storia Famiglia Agnelli: dopoguerra e morte
Nel 1945 Giovanni Agnelli, Giancarlo Camerano e Vittorio Valletta vengono messi sotto inchiesta dal Comitato di Liberazione Nazionale. L’accusa era quella di compromissione con il regime fascista.
Viene quindi vietato a Giovanni Agnelli di mettere piedi nella sua azienda.
Il 16 dicembre del 1945 Giovanni Agnelli muore dopo aver ricevuto in via ufficiosa la notizia della sentenza di assoluzione. Muore a Torino.
Del 2002 il suo nome fa parte dell’Automotive Hall of Fame assieme alle persone legate al mondo delle auto.
Storia della Famiglia Agnelli: Gianni Agnelli
Giovanni Agnelli, ma più noto come Gianni, è stato l’erede del fondatore dell’impero di Torino. La figura del nonno sarà fondamentale nell’educazione e la crescita del rampollo.
Infatti, l’improvvisa e tragica scomparsa del padre lo ha designato come erede della dinastia che avrebbe guidato la FIAT.
A scuola non era certo un allievo modello, dopo il diploma si è recato negli Stati Uniti. Giunto a New York, grazie ai rapporti con la famiglia Rockefeller, fa nuove esperienze. Ha modo di viaggiare ed essere negli States ed è introdotto negli ambienti che contano.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale riporta Gianni in patria.
Il nonno, anche per via della sua influenza, non voleva che suo nipote prendesse parte al conflitto.
Tuttavia, come si racconta, il senso del dovere di Gianni era una sua caratteristiche. Venne inquadrato come ufficiale di cavalleria e spedito sul campo. Dopo aver meritato una Croce di guerra è stato rimpatriato nel 1943 grazie alle ingerenze di nonno Giovanni.
Qualche anno dopo, al termine del conflitto si ritrova davanti gli scenari più impegnativi. Era il 1946 e il nostro Gianni si trova a trattare il futuro dell’azienda con il CLN.
L’estromissione del nonno, morto un anno prima, a causa dell’accusa di collaborazionismo furono un duro colpo per l’azienda. A febbraio del 1946 l’intesa punta alla nomina di Vittorio Valletta come Amministratore Delegato della FIAT. Gianni Agnelli resterà il maggiore azionista.
Le frequentazioni e la gioventù
Dopo aver evitato il contatto diretto con le preoccupazioni dell’azienda, il giovane Gianni si dedicava alla vita di mondo. Si dedica allo sport, alla piccola principessa del calcio ereditata dal padre: la Juventus.
Incontra i personaggi del jet-set e le personalità internazionali più influenti della vita politica e sociale. Nella sua cerchia di amici ci sono il giovane senatore John Fitzgerald Kennedy e banchieri come David D. Rockefeller. Non mancano, tuttavia, frequentazioni del gentil sesso. Infatti, ci sono alcune importanti frequentazioni del giovane Gianni con donne importanti nella sua vita. Tra tutte, la relazioni con la vedova del figlio di Winston Churchill, Pamela Digby.
Un profilo di tutto rispetto e una personalità importante quello della signora Digby. Era nota per la sua capacità di intrattenere relazioni sociali e fu importante per la crescita di Agnelli.
Dopo un grave incidente che ha coinvolto Gianni, dal quale ne usci con delle fratture alla gamba, la relazione tra i due è giunta al termine. L’evento aveva, comunque, sconvolto il rampollo della casata che decise di invertire la rotta. Infatti, nel 1953, nel suggestivo castello di Osthoffen, sposa la principessa Marella Caracciolo di Castagneto.
Alla guida della FIAT
È il 1966 quando il timone dell’azienda automobilistica ritorna alla famiglia Agnelli. Dopo 20 anni alla guida, l’ottantenne Vittorio Valletta lascia le redini “all’avvocato”.
Sono gli anni del boom economico, e la Fiat di Torino conosce una crescita esponenziale.
Aprono stabilimenti in giro per il mondo, anche in Unione Sovietica. Vengono creati nuovi modelli di autoveicoli e l’azienda si espande anche nell’industria pesante, come il settore aeronautico, militare e delle ferrovie.
Gli anni 70/80 e il mercato globale
La situazione di forte benessere che aveva caratterizzato il primo periodo a guida di Gianni, si era invertita. L’apertura al mercato internazionale e il progressivo avanzamento del mercato unico avevano accentuato il fenomeno. Sono gli anni in cui sulla Fiat pesano gli investimenti fatti in Sud America e la concorrenza straniera avanza.
Il mercato libero aveva ridotto la posizione di preminenza sul mercato della auto italiano. Su iniziativa di Gianni Agnelli venne liquidato il ramo finanziario con la vendita della compagnia di assicurazioni SAI. Una mossa improvvisa dell’avvocato che ha fatto infuriare il fratello Umberto, in quel momento assente.
Nel 1976 arriva un importante tassello della storia finanziaria dell’azienda. La sofferenza che attanagliava le casse dell’impresa venne alleviata con l’entrata di un socio. Infatti, tra lo scalpore dell’intera nazione, il leader libico Mu’ammar Gheddafi.
Tramite la società di stato Lybian Arab Foreign Investment Company (Lafico) acquista il 10% della compagnia. Il tutto, per una cifra pari a 450 milioni di dollari. La reputazione dell’azienda subì un duro colpo, vista la posizione di Gheddafi e delle “ombre” sul finanziamento del terrorismo.
Storia famiglia Agnelli: a cavallo con gli anni 80
Dopo le tensioni sindacali che tenevano la scena all’interno della vita aziendale, avviene un cambio di rotta. La “marcia dei quarantamila” stravolge la posizione del mondo sindacale all’interno della FIAT.
Gianni Agnelli riacquista popolarità e inizia una serie di importanti acquisizioni, come l’affare Alfa Romeo. L’avvocato è riuscito a strappare l’affare all’americana Ford che stava già trattando con l’IRI.
Nel frattempo, il peso del “socio imbarazzante” influiva sulle relazioni interazioni dell’azienda. La presenza di Gheddafi ha compromesso le commesse con il dipartimento della difesa USA.
Inoltre, il valore della azioni FIAT erano cresciuto, e questo rendeva più difficile riacquisire le quote. L’intervento di un prestito combinato da Mediolanum e Deustche Bank permise a Gianni di riprendersi la quota dal dittatore libico. Tuttavia, per Gheddafi si è dimostrato un affare che ha fruttato 3 miliardi dollari rispetto ai 450 milioni investiti.
Storia della Famiglia Agnelli: il 2000 e gli anni della crisi
Dopo la recessione mondiale degli anno 90, l’azienda aveva ripreso a navigare in cattive acque. Il tutto, sotto il peso della concorrenza internazionale e l’incapacità di adeguare impianti e capacità produttiva. Gli esuberi di personale e i prestiti ricevuti nel corso dei decenni avevano fatto il resto.
In questo vortice, un’altra tragedia sconvolge la famiglia Agnelli. Per Gianni si tratta di affrontare la perdita più grande, la morte del figlio Edoardo. Una sconfitta troppo che assale l’avvocato che lo metterà davanti alla difficile scelta del suo successore.
Venuto a mancare il suo unico figlio maschio, Agnelli inizia a guardare tra i suoi discendenti. Nella lizza, il giovane John Elkann, figlio di Margherita Agnelli e Alain Elkann, fratello del più noto alle cronache mondane Lapo.
Storia Famiglia Agnelli: L’era Elkann alla guida della FIAT
Il bravo ragazzo della famiglia Elkann dimostra già da subito di essere la figura adatta. Il giovane erede di casa Agnelli è stato designato. E nonno Gianni, come fece il suo di nonno con lui, pensa alla sua formazione.
John consegue la laurea al Politecnico di Torino e il buon Agnelli lo spedisce a lavorare negli USA alla General Electric. Dopo il suo rientro in Italia, assume nel 2004 la carica di Vice Presidente della FIAT.
La nomina avviene dopo la perdita, nel 2003 e nel 2004, del nonno Gianni e del prozio Umberto.
John Elkann e Sergio Marchionne
Da quel momento, l’azienda cambia strategia e mette al timone un italiano formatosi in Canada. Nel maggio 2004, Sergio Marchionne è nominato amministratore delegato e guiderà negli anni un’importante ristrutturazione del gruppo.
Vengono lanciati nuovi modelli di automobili e si avvia l’acquisizione dell’americana Chrysler. Avvengono, tuttavia, importanti tagli del personale e aggiustamenti al processo produttivo con l’inclusione dei robot nelle fabbriche. Gli impianti all’estero acquisiscono più importanza e si apre al mercato americano e l’introduzione di nuovi modelli in quello italiano. Primo tra tutti il marchio Jeep.
Patrimonio famiglia Agnelli
John Elkannn è anche la figura chiave della holding Exor, la cassaforte di tutti gli asset di famiglia con un capitale di 24 miliardi di dollari.
Famiglia Agnelli Patrimonio: 24.000.000.000 $
Dove investono gli Agnelli?
Dopo la recente pandemia gli Agnelli hanno deciso di concentrarsi maggiormente sugli investimenti in metalli preziosi e società petrolifere. Ecco l’approfondimento: Dove investono gli Agnelli? Un portafoglio fuori dal coro
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