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Steven Cohen: dai tornei di poker a 13 miliardi di capitale

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Tra i trader più famosi del mondo non possiamo non annoverare Steven Cohen. 

Si tratta di uno dei trader più famosi del pianeta che gestisce il Point 72 Asset Management, un Hedge Fund che ha raccolto miliardi di dollari.

Tra le sue grandi passioni c’è l’arte e il collezionismo. Si è distinto nella sua vita per le sue opere di filantropia che avremo modo di poter approfondire nel corso di questo nostro articolo. 

Ma scopriamo chi è e cosa ha fatto Steve A Cohen nella sua vita da trader e nella sua vita privata.

Steven Cohen vita: gli inizi, l’istruzione

Steven è nato e cresciuto in una famiglia ebrea trasferitasi a Great Neck in New York. Per quanto riguarda il padre era un sarto affermato in quel di Manhattan, e confezionava capi di abbigliamento anche per uomini d’affari facoltosi. La madre, invece, era completamente dedita alla musica. Infatti insegnava pianoforte perlopiù privatamente mentre si prendeva cura dei suoi sette figli. 

Cohen, sin da ragazzo, ha avuto la propensione al rischio. Infatti amava il poker. Sin dalle scuole superiori, infatti, non disdegnava di partecipare a dei tornei con denaro reale. Questa sua passione lo ha portato, sin dalla tenera età, a correre il rischio di perdere soldi. Grazie a questi episodi, come lui stesso ha poi affermato in futuro, ha imparato le strategie di money management che gli hanno permesso di diventare uno dei trader più famosi del mondo.

steven cohen giovane
Una delle prime apparizioni TV di un giovane Steven Cohen

La Laurea

Cohen si è laureato in economia all’università della Pennsylvania. Proprio qui ha studiato presso la Wharton School fino ad ottenere il titolo nel 1978. L’episodio curioso è che proprio in questo anno apre il suo primo conto di intermediazione finanziaria con la somma di 1000$ sottratti dalle tasse universitarie. Da questo momento in poi la sua carriera da trader non conoscerà più declino. 

Steven A Cohen trading: la carriera

Dopo la Laurea Cohen ottiene subito un impiego come trader e analista finanziario a Wall Street. La qualifica era quella di trader junior all’interno del comparto che si occupava dell’arbitraggio di opzioni finanziari. La società era la Gruntal & Co. 

Nel corso della sua prima giornata da trader lascia tutti di stucco ottenendo, in pochissime ore, un profitto di 8.000$. Da qui partirà una carriera che non conoscerà più declino. Infatti nei giorni successivi ha tenuto un ritmo sostenuto di 100.000$ al giorno. Nel giro di poco tempo si ritroverà a gestire un patrimonio di 75 milioni di dollari e a lavorare con una squadra di 6 trader. 

Questa vita professionale va avanti fino al 1984, anno in cui Cohen decide di lasciare la Gruntal & Co.per mettersi in proprio creando la sua società. 

Avviata la nuova compagnia già alla fine degli anni ’80 Steven Cohen e la sua squadra erano entrati sotto il mirino della  Securities and Exchange Commission (SEC) che nutriva dei sospetti nei loro riguardi. Infatti si sospettava che nel mese di dicembre del 1985 Cohen e i suoi avessero utilizzato delle informazioni riservate scommettendo, prima dell’annuncio ufficiale, sulla fusione di RCA e GE.

In quell’occasione la SEC decide di interrogarlo per capirne di più, ma si rifiuta categoricamente di rispondere ad ogni domanda. In quel contesto invocherà il suo diritto contro l’autoincriminazione. La SEC non gradisce questo atteggiamento e decide, quindi, di iniziare ad indagare su tutti gli altri investimenti che erano stati compiuti in quel periodo. In particolare modo tutti gli investimenti che, in un modo o nell’altro, coinvolgono Brett K. Lurie.

Gli anni ’90 e la fondazione della SAC Capital Advisors

All’inizio degli anni ’90, e più precisamente nel 1992, Cohen fonda una nuova società chiamata SAC Capital Advisors. In quel contesto il capitale di partenza consisteva in $ 10 milioni di soldi provenienti dal proprio capitale, mentre altri 10 milioni provenivano da una raccolta esterna di denaro.

Molti si chiedono da dove derivi il nome della società SAC. Molto banalmente: si tratta delle iniziali del suo fondatore e trascinare, ossia Steven A. Cohen.

A differenza di molti altri Hedge Fund che prediligono il trading di medio lungo periodo, Cohen attua una strategia totalmente diversa. Il New York Times, nel 2003, ha definito il SAC come uno dei fondi di investimento più “frequenti e rapidi” del mercato. 

A confermare questa ipotesi, 3 anni dopo, e quindi nel 2006, arriva anche il Wall Street Journal che ha parlato di Cohen come un trader a fuoco rapido. Secondo quanto loro stessi riferiscono Cohen non avrebbe mai negoziato per periodi lunghi di tempo in passato. Solo nella seconda parte della sua carriera ha deciso di intraprendere degli investimenti più ad ampio raggio, mettendo in portafoglio delle azioni per periodi di tempo più diluiti. 

Nel 2007 il Time Magazine ha inserito Cohen nella lista dei 100 uomini più influenti del mondo al 94esimo posto. 

Dal 2009 la Sai ha gestito un portafoglio di azioni del valore di 14 miliari di dollari. 

Steven Cohen Trader: la ribalta e l’accusa di insider trading

La fama mondiale per Cohen e la sua SAC Capital Advisor arriva nel 2013. In quell’anno, infatti, la SEC, dopo un lungo periodo di monitoraggio, riesce a farlo dichiarare colpevole di insider trading. Nello scandalo viene coinvolto un suo ex manager, tale Mathew Martoma. Altri dipendenti della SAC sono stati incriminati nel corso delle indagini. Alcuni sono stati condannati, altri scagionati. 

I fatti

Nel 2014 il manager della SAC Martoma viene condannato. Il tribunale ha definito quell’operazione “una delle cospirazioni di insider trading più redditizia della storia”. 

In quel contesto la SEC ha intentato una causa civile contro lo stesso Cohen. L’accusa era quella di aver supervisionato i suoi trader nel corso dell’operazione; Martoma e Michael Steinberg. Nulla di strano proprio perché si tratta di due suoi dipendenti e confidenti. In buona sostanza, grazie ad una serrata difesa e ad un processo terminato col raggiungimento di un accordo, Cohen chiude la questione pagando una salatissima ammenda. L’accordo raggiunto con la SEC, inoltre, vietava categoricamente a Cohen di svolgere operazioni di trading di qualsiasi tipo, e quindi di gestire denaro, per i due anni successivi, e quindi fino al 2018. 

Steven Cohen Trading patrimonio

L’ammenda

Cohen, per evitare la gattabuia, ha pagato ben 1,8 miliardi di dollari. E più precisamente 900 milioni di $ in multe e 900 milioni di $ in confische di vario genere. Il “blocco operativo” di due anni è stato approvato dal tribunale che gli ha così permesso di raggiungere l’accordo e di poter rimanere in libertà. 

Nonostante Cohen fosse proprio il cuore centrale e principale della SAC, è riuscito lo stesso a sfuggire all’accusa di criminalità per quanto si stesse riuscendo a dimostrare la sua responsabilità in prima linea. 

A supporto di questa tesi arrivano le dichiarazioni del dottor Sidney Gilman, che aveva testimoniato per l’accusa contro il manager Martoma. Nel corso del processo, infatti, Gilman ha affermato che l’FBI in più occasioni gli avesse rivelato che l’obiettivo finale di tutta quell’indagine era proprio Steven Cohen. 

Questa chicca è apparta sul giornale New Yorker nel mese di gennaio del 2017. 

Il novo progetto lanciato nel 2016: Point72 Ventures 

Nel mese di maggio Cohen fonda un nuovo fondo dedicato ad investimenti di rischio nelle fasi iniziali. Si tratta del  Point72 Ventures. Inutile dire che ha raccolto milioni di dollari sin dall’inizio del suo lancio. 

Storia sentimentale: la moglie di Steven Cohen e il divorzio 

Patricia Finke
Patricia Finke Cohen

Patricia Finke, nel 2009, ha fatto causa a suo marito. L’ha accusato di averle truffato milioni e milioni di dollari nel divorzio avvenuto nel 1990. Dinnazi ai federali ha accusato il suo ex di aver costruito la sua fortuna solo ed esclusivamente su insider trading e racket. 

La sua speranza era quella di poter invocare l’atto di Racketeer Influenced and Corrupt Organizations.

All’epoca il giudice William Pauley, che faceva parte del tribunale degli Stati Uniti a New York, ha affermato che l’ex moglie Patricia Finke Cohen non è tenuta ad

 “assumere il mantello di un procuratore generale privato per il solo motivo che Cohen si trova nel mirino del governo“.

Il procuratore ha fatto notare che le battaglie legali di Patricia sono durate più del doppio del loro matrimonio avvenuto nel 1979. All’epoca il giovane Cohen si era appena laureato e stava per iniziare la sua carriera. La coppia ha avuto due figli, un maschio e una femmina. 

La controversia riguarda i 5,5$ milioni di dollari che Cohen avrebbe ricevuto come risarcimento da un ex socio per un affare immobiliare fallito nel Queens. All’atto del divorzio uno dei fratelli di Steve, Donald, aiuta il fratello a elencare il patrimonio in comune della coppia. Emergerà un patrimonio di 17 milioni di dollari. 

Steve affermerà che la cifra era molto più bassa perché più di 9 milioni erano andati persi nell’affare andato a male dell’appartamento. Dal divorzio Patricia ha ottenuto 1 milione di dollari, più l’appartamento con 28 camere nell’East End a Manhattan. L’appartamento viene messo in vendita per la modica cifra di $ 3,8 milioni.

Steve Cohen si è offerto di pagare, inoltre, 1,115 $ ogni mese per ciascuno dei ragazzi, più tutte le attività extracurriculari, il campo estivo, il pattinaggio sul ghiaccio, il softball e il tutoraggio.

La causa del 1991 contro Steven Cohen

Nel 1991 la sua ex moglie trascina in tribunale Cohen. Dichiara di essere a corto di finanze e che il suo ex aveva presentato una dichiarazione dei redditi fasulla per coprire il suo vero patrimonio. 

A quanto pare l’appartamento non era ancora stato venuto e si lamentava del fatto che dopo il divorzio Cohen avesse portato via da casa sua delle preziose opere d’arte. 

Scrive nella denuncia: 

“Ho solo tre gioielli decenti: due bracciali e un orologio. Questi articoli non possono essere venduti per più di $ 5.000”.

I vestiti… quelli si però. Ne aveva tanti. Durante il matrimonio Steve le aveva concesso di spendere anche fino a 50.000$ in un mese perché voleva che sua moglie si vestisse bene. 

Cosa ha risposto Steven Cohen?

Secondo Cohen Trader Patricia ha ricevuto più di quanto le spettasse. Ha infatti dichiarato di fornire 4000$ al mese per mantenere i tuoi figli e ha così parlato: 

 “Ha goduto di uno stile di vita sontuoso durante tutto il nostro matrimonio. In effetti la sua spesa oltraggiosa durante il nostro matrimonio è stata una fonte di gravi controversie mentre (noi) eravamo insieme”.

Nella sua difesa Cohen asserisce che mentre erano già separati, ha pagato una vacanza di tre settimane alla sua ex al costosissimo Beverly Hills Hotel.

Nel corso della difensiva ha anche affermato di aver divulgato in maniera “esauriente le entrate e i beni” già nel processo di divorzio.

Alla fine nel 1991 tutto si conclude con un nuovo accordo a sostegno dei figli. Nel 2006 Patricia scopre del risarcimento di 5,5 milioni di dollari per l’affare immobiliare di cui il suo ex non aveva mai parlato. Tre anni dopo, in piena bufera, decide di citarlo in giudizio affermando, tra le varie cose, che tutti i profitti di Cohen derivavano dell’Insider Trading e dal Racket. 

Il giudice Pauley, all’interno della sentenza, ha affermato che Patricia non aveva presentato nessuno straccio di prova a sostegno della sua tesi. 

“Come suggerisce la didascalia di questo caso, si tratta di una disputa familiare”

Ecco le parole del giudice che conclude: 

“L’unica cosa che lo distingue da innumerevoli altri sono le risorse legali apparentemente inesauribili che ciascuna parte ha messo in campo”.

Steven Cohen patrimonio 

Quando si tratta di reperire questi dati viene sempre in supporto la rivista Forbes. Infatti si è stimato che Cohen abbia un capitale personale che ammonta a 13 miliardi di dollari. Secondo la classifica si tratta della trentesima persona tra le più ricche degli Stati Uniti d’America. 

Nel corso degli anni, come riferisce il Wall Street Journal, Cohen è stato definito il Re degli Hedge Fund. Sempre secondo quanto viene riportato nello stesso articolo nel 2005 il compenso era di 1 miliardo di dollari. Si tratta di una retribuzione superiore a quella percepita nel 2001, che ammontava a 428 milioni di dollari. 

L’attico di Cohen nella Bloomberg Tower di New York, nel 2013, è stato venduto per 98 milioni di dollari.  

Nel mese di febbraio del 2015 è sempre Forbes ad occuparsi di Cohen incoronandolo come gestore dell’Hedge Fund più redditizio del 2014. 

steve cohen patrimonio

Steven Cohen Oggi

Allo stato attuale Cohen risiede a Greenwich, nel Connecticut , sempre negli USA: Allo stato attuale percepisce uno stipendio di 700 milioni di dollari secondo l’ultima rilevazione disponibile che risale al 2018. 

Gli Investimenti di Cohen 

Oggi Steven Cohen è proprietario di una quota di minoranza del New York Mets, una nota squadra di baseball. Cohen ha acquisito una quota di maggioranza già dall’anno scorso e tra 5 anni, e quindi nel 2024, assumerà il controllo della stessa. 

Nel corso della sua vita si è anche dedicato a delle azioni di filantropia, in patibolare modo incentrate sulla ricerca medica e sull’istruzione. 

Si tratta, sicuramente, di uno dei trader più famosi e ricchi del mondo che farà ancora parlare di lui. 

casa di Cohen trader
La tenuta di Steve Cohen Greenwich (USA)

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