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Siti porno bloccati, Pillon (Lega) propone filtro sui device

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Una proposta di legge per estendere il parental control su tutti i dispositivi abilitati a connettersi a internet. Lo scopo è bloccare i contenuti di siti porno e altri portali dannosi per i minori. Ma i dubbi e le critiche sotto il profilo della censura tout court sono ampi e leciti.

La legge per bloccare siti porno, cosa prevede il testo?

Bloccare tutti i contenuti e siti porno italiani. Questo lo scopo di un emendamento al decreto legge sulla Giustizia, in fase di discussione e conversione alle Camere, a firma del senatore Pillon. Il senatore leghista, già noto per la sua posizione sull’aborto, porta avanti un’altra iniziativa a tutela dei minori. Infatti, secondo lui, questo emendamento servirà a rafforzare la tutela dei soggetti più vulnerabili dai rischi del cyberspazio.

Lo stesso Pillon, in una intervista al portale Open, dichiara quanto segue:

«Non è un filtro per il porno ma per tutti i contenuti violenti, pericolosi o eccessivamente espliciti che non siano adatti a un pubblico di bambini. Il funzionamento è semplice. Al momento dell’acquisto di uno smartphone, di un tablet o di un computer verranno consegnate all’acquirente le istruzioni e le password per accedere ai servizi di parental control preinstallati gratuitamente.”

Aggiungendo, inoltre, come verrà effettuata la selezione dei siti “pericolosi, violenti o eccessivamente espliciti”:

«Spiace deludere le aspettative ma non sarà il medievale Pillon a stilare le liste di proscrizione. Già oggi esistono servizi come per esempio ClevGuard, Google family link, Norton family, Spazio bimbi, Apple restrizione contenuti oppure Davide.it, sviluppata da una onlus italiana, e molte altre simili.”

Blocco siti vale per tutti?

siti porno

La necessità di protezione dei minori si scontra però con la libertà di fruizione dei contenuti per la platea di “maggiorenni”. Quindi, qualsiasi cittadino, donna o uomo, che ha compiutao la maggiore età. Il tema della limitazione di internet è sempre stato al centro del dibattito politico in patria e nel mondo. A prescindere che si tratti di siti porno o inneggianti a razzismo e violenza. Infatti, ci sono stati già altri esempi di tentativi di leggi simili poi naufragati o bloccati dai giudici per evidente violazione dei diritti.

“Vista così sembra solo una cosa buona, ma all’estero tentativi simili si sono scontrati con problemi insormontabili e il grosso rischio di favorire solo la censura di internet”

Questa è la posizione dell’avv. Fulvio Sarzana, specialista in diritto di internet, in una intervista rilasciata al quotidiano La repubblica.

La problematica della “valutazione dei contenuti” non è così facilmente superabile come sostiene il senatore Pillon. Il rischio di limitare diritti fondamentali come la libertà di informazione e gli altri diritti connessi alla personalità. Bilanciare l’esigenza di tutela dei minori dal traffico internet pericoloso e il diritto dei cittadini a navigare sul web è complesso. Oggi si tratta dei siti porno, domani a chi potrebbe toccare?

Le password ai gestori

Tuttavia, non tutto è perduto. Infatti, se dovesse passare, la norma prevede la possibilità da parte dell’utente maggiorenne di chiedere lo sblocco del traffico. Con una richiesta al provider o al gestore dei propri servizi sarà possibili ripristinare l’accesso a questi portali, inclusi i siti porno.

Leggi anche Diritto all’Oblio: ecco l’ambiguo volto della dimenticanza

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