L’origine di un termine che è legato ad un importante periodo storico del novecento. L’espressione de le Sette Sorelle petrolio fu coniata nel 1945 dall’allora commissario dell’ENI Enrico Mattei per definire il cartello delle aziende del petrolio. Infatti, con questa definizione ci si riferisce alle compagnie petroliferi che nel corso della prima metà del novecento hanno dominato incontrastate il mercato del petrolio.
Chi sono le sette sorelle del petrolio?
Per “Sette Sorelle” si intende il gruppo formato da Standard Oil of New Jersey, Standard Oil of New York, Texaco, Standard Oil of California, Gulf Oil, Royal Dutch Shell e Anglo-Persian Oil Company. Queste erano le principali società petrolifere che hanno retto e “controllato” il mercato del greggio dai primi anni 40 alla crisi del 1973. Infatti, l’assetto mutò pesantemente con il grande shock energetico del 1973 scoppiano all’indomani della “Guerra del Kippur”. Un gioco di relazioni geopolitiche nel quale la maggiore influenza dell’OPEC nel corso del tempo ha avuto un importante impatto.
Gli accordi Achnacarry
L’origine di questo gruppo è da collegare agli accordi accordi di Achnacarry. Infatti, proprio in questa ridente località degli highland scozzesi, fu creata questa nuova intesa. Tutto questo, con il benestare di Henry Deterding, direttore generale della Royal Duch Shell, Walter C. Teagle, rappresentante della Standard Oil of New Jersey (ora Exxon), e Sir John Cadman, dirigente della Anglo-Persian Oil Company (successivamente British Petroleum), era il 17 settembre 1928.
Questo patto legava le società, le sette sorelle petrolio, affinché non si creasse concorrenza sul prezzo di petrolio. E, di conseguenza, cercava di fornire una equa ripartizione delle proprie aree di influenza ed estrazione. Come abbiamo visto, al gruppo originario si aggiunsero poi le compagnie che hanno dato vita al gruppo.
Ovviamente, questo accordo non fu rilevato all’opinione pubblica e il suo contenuto è stato svelato solo a seguito di un’inchiesta. La Federal Trade Commission del Senato USA non ne svelò i piani dopo ben 24 anni di sereno operato.
Le sette sorelle e la sfida all’Italia
All’indomani della seconda guerra mondiale, l’Italia raccoglieva i suoi pezzi e si lanciava in una nuova corsa per affermarsi tra le potenze mondiali. La sconfitta e il peso della distruzione non avevano cancellato la voglia di rivalsa, tra questi c’era Enrico Mattei. Ai tempi, Mattei era commissario liquidatore dell’AGIP e pochi anni dopo fonda l’Ente Nazionale Idrocarburi: l’ENI.
Sotto la sua guida, l’atteggiamento verso le compagnie petrolifere anglo americane è stato decisamente critico. Infatti, criticò la posizione delle sette sorelle petrolio accusandole di depauperare in maniera incontrollata le risorse dei paesi in via di sviluppo.
Erano anni diversi, l’egemonia americana si diffondeva e i paesi dell’Africa e del Medio Oriente subivano l’influenze delle nuove potenze coloniali.
Un momento storico che richiedeva soluzioni adeguate all’offensiva.
Il terreno di scontro è l’Iran, dove nel 1951 si insedia Mohammad Mossadeq che, tra i primi atti ufficiali, nazionalizza la produzione di petrolio. In quel periodo, il greggio iraniano prima dell’avvento delle sette sorelle, era l’Anglo-Persian Oil Company.
La compagnia era nata perché nel 1901, William Knox D’Arcy aveva ottenuto una concessione petrolifera per 60 anni sulle riserve petrolifere iraniane da parte dello Shah di Persia Mozaffar ad-Din Shah Qajar.
Il consorzio per l’Iran
La situazione andò avanti finché la nazionalizzazione e la fondanzione del NIOC, il consorzio petrolifero nazionale. Con questa mossa, Mossadeq aveva ripreso il controllo dei giacimenti dalle sette sorelle petrolio ma scatenò subito una rappresaglia. Infatti, gli inglese e i suoi alleati avviarono subito un embargo sul petrolio di Teheran.
Una vicenda che si concluderà nel 1953 con la deposizione di Mossadeq e l’acquisizione delle quote del NIOC. L’operazione viene condotta ricorrendo alla creazione del “Consorzio per l’Iran” che coinvolge la Brithish Petroleum (la ex AIOC), la Shell, la Gulf Oil e il nuovo consorzio saudita Aramco che includeva le quattro società americane. In pratica le sette sorelle petrolio.
La nuova entità, così composta, acquistava il petrolio iraniano tramite il consorzio NOIC per poi rivenderlo maggiorato sul mercato. Con questo meccanismo erano in grado di scaricare così i costi sostenuti per acquisire le quote della precedente società controllante.
Un meccanismo che fece infuriare Enrico Mattei che chiese animosamente di entrare nel consorzio. La sua richiesta fu respinta con decisione. Il presidente dell’ENI iniziò allora a stringere legami con i paesi africani e a consolidare la posizione della compagnia nazionale italiana con accordi particolari. Inoltre, solo pochi anni dopo avvierà una nuova sfida per competere sull’energia nucleare e liberarsi dalla dipedenza energetica straniera. Nel 1958 partono i lavori, ma i test avverrano senza la presenza del loro creatore che morirà misteriosamente in un incidente aereo nel 1952 sopra i cieli del pavese.
L’arrivo dell’OPEC e la fine delle sette sorelle petrolio
L’egemonia incontrastata delle società petrolifere occidentali era riuscita a superare tutte le prove. Tuttavia, nei paesi produttori sotto il loro controllo il clima iniziava a cambiare. Infatti, alla fine degli anni 50′, la politica dei prezzi imposti dal cartello era divenuta a completo sfavore dei paesi arabi. Nel 1959 il presidente Presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower promulgò il Mandatory Oil Import Quota Program che fissava al 9% la quota totale di petrolio straniero da importare.
Uno smacco a danno dei paesi in via di sviluppo che a questo punto iniziano a coalizzarsi.
Nel 1960 viene fondata l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, più nota con il suo acronimo OPEC.
La nuova entità ha difatto cambiato il rapporto di forza tra controllati e controllanti, che negli anni allenteranno sempre più la pressione. Come esito di questo scontro, dovremo attendere il 1973 e lo scoppio della guerra del Kippur.
La guerra del Kippur e la spaccatura
Con lo scoppio delle ostilità tra Israle e la coalizione guidata da Egitto e Siria si vengono a creare nuovi schieramenti. I paesi occidentali appoggiano immeditamente il governo di Tel Aviv, provocando le reazioni dei paesi arabi che si schierano sull’altro fronte. La situazione porta all’innalzamento spaventoso del prezzo di petrolio causato dall’OPEC come ritorsione.
In tutto l’Occidente si creanno situazioni di crisi che faranno passare quell’anno come momento dello shock energetico mondiale. E in poco tempo provocherà lo sgretolamente del gruppo di potere occidentale in favore dell’OPEC.