Sanremo 2020: ecco i 10 momenti che non si potranno mai dimenticare.
Il festival di Sanremo 2020 è ormai alle spalle, ma quali saranno gli episodi che non si potranno mai scordare?
Un Festival particolare quello del 2020, condotto magistralmente da Amadeus che, però, diventa prolisso e trascina le puntate ben oltre la fascia oraria canonica.
L’idea è quella che quest’anno ci sia stata tanta, troppa roba messa assieme.
Da Zucchero ai Ricchi e Poveri a Benigni, per passare alle canzoni di Tiziano Ferro. Nulla da togliere a nessuno, ma, ovviamente, i tempi si sono dilatati e non di poco.
Ecco allora i 10 momenti del Festival di Sanremo 2020 che non si potranno mai dimenticare; dalla lite tra Morgan e Bugo alle performance artistiche di Achille Lauro. Ecco tutto quello che devi sapere.
Fiorello è il vero cavallo di razza di Sanremo 2020
Fiorello è li per ogni evenienza. È stato lui ad aprire il Festival durante la prima serata vestito da Don Matteo e ad attirare tanti spettatori che hanno apprezzato la sue performance. Si tratta della Stella Polare dell’Ariston per il 2020. Il Sanremo Festival sarebbe stato sicuramente diverso senza il suo modo fresco e genuino di intrattenere gli spettatori.
Una sorta di jolly da tenere in allert per ogni evenienza, anche nei momenti di panico.
E proprio in quei contesti la gag diventa il raccontare al pubblico la realtà dei fatti, con quel tipico poverismo quasi defilippiano che porta Rosario Tindaro Fiore a travestirsi in maniera sobria. Prima da Don Matteo e poi da Maria De Filippi che ha anche telefonato in diretta. L’unica vera spalla del buon Amadeus.
Immaginare il 70esimo festival della Canzone Italiana senza Fiorello risulta pressappoco impossibile.
Le parole di Rula Jebreal
Si tratta di un momento alto, esasperato e particolarmente aulico di questo Festival di Sanremo 2020. Ad un tratto la giornalista Rula Jebreal arriva sul palco con due leggii e inizia a declamare dei versi di canzoni di Battiato, De Gregori e Vasco Rossi. Ogni strofa è seguita da un commento dove si è raccontata una storia per denunciare la violenza sulle donne e attirare l’attenzione sui diritti delle donne vittime di stupro.
Si tratta di uno sfogo, una testimonianza e una denuncia nella quale c’è molta emozione, rabbia, commozione.
«Non dobbiamo più avere paura, noi donne vogliamo essere libere nello spazio e nel tempo, essere silenzio e rumore e musica».
Rula Jebreal ha anche raccontato la storia di sua madre, stuprata da ragazzina e poi brutalizzate dal sistema. E all’interno delle canzoni la giornalista ha trovato le parole: parole che raccontano l’amore, l’affetto, la cura, per dirla alla Battiato.
E da qui l’attenzione sull’importanza delle parole e sull’uso che ne facciamo.
Arriva poi uno sgambetto per tutti quelli che attribuiscono la colpa delle violenze agli atteggiamenti spesso troppo provocanti delle donne. Rula ha detto “nessuno deve più chiedere a una donna stuprata com’era vestita quando è stata violentata”. In questo contesto, quindi, un’assoluzione totale. Chissà cosa ne ha pensato Celentano, che nel suo Adrian in una scena di violenza sulle donne
Momento alto a livello morale, ma siamo sicuri che era strettamente necessario esasperare così tanto?
La storia di Paolo a Sanremo 2020
Il 70° Festival di Sanremo non ha avuto un filo conduttore costante: si è passato da momento di risate, a momenti di profonda riflessione, per arrivare a quei sipari strappalacrime che, di sicuro, sono destinati a scrivere la storia di questa kermesse.
Sul palco dell’Ariston, per questo 2020, non si può non menzionare la testimonianza di Paolo Palumbo, il ragazzo che è stato capace di parlare alle corde del cuore sul senso della vita.
A soli 22 anni Paolo ha scoperto di avere la SLA, una malattia neurodegenerativa. Il giovane di origine sarda, aveva presentato, insieme a Pintus, un brano a Sanremo Giovani intitolato Io sto con Paolo.
Per questa edizione del Festival di Sanremo Amadeus ha deciso di far ascoltare a tutti quel brano per trasmettere il messaggio più idoneo: un inno alla vita e alla forza di non mollare.
“La mia non è la storia di un ragazzo sfortunato, ma di un ragazzo che non si è arreso”.
Ed ecco che tra il pubblico iniziano e scendere lacrime ascoltando la voce robotica che pronuncia quelle parole, l’unico modo che ha Paolo per parlare.
Nonostante il sistema abbia il compito di esprimere i pensieri di Paolo, le parole non cessano per un solo istante di essere un profondo inno alla vita e al rispetto della stessa.
“Non pensate mai di non farcela. Il tempo che abbiamo a disposizione è poco ed è nella mente che ristagnano le disabilità più gravi”.
Assieme a lui il fratello, che è diventato, nel tempo, la sua ombra.
Noi ci associamo al suo pensiero e lo ringraziamo per il grande messaggio di forza e speranza che ha voluto trasmettere.
Le performance artistiche di Achille Lauro
Inizialmente lo avevano annunciato come possibile vincitore della 70esima edizione del Festival di Sanremo. Nella realtà dei fatti il giovane 30enne Achille Lauro ha fatto parlare di se, sui social e non. Possiamo dire che si tratta di una sorta di vincitore immorale di questo Festival proprio perché ha avuto la capacità di saper scandalizzare, senza scendere mai nella volgarità.
La canzone, bisogna dirlo, è la solita canzonetta commerciale e orecchiabile, ma a livello prettamente musicale, nulla che sarà ricordato per sempre. Una canzoncina assai simile alla fortunata Rolls Roys, che quest’anno è stata riproposta come Cover dai Pinguini Tattici. Lauro incarna l’esteta per eccellenza, facendosi icona di un’idea chiara e precisa: abbattere la frontiera tra uomo e donna per presentare una sorta di ibrido a metà tra il Mago Otelma e il Renato Zero degli anni d’oro.
Gucci ha sponsorizzato tutto
Si tratta di abiti disegnati e realizzati da Gucci che, sicuramente, avrà sborsato e non poco. Eccessivo ed eclettico Achille Lauro ha scandalizzato i puri di cuore. Durante il debutto si presenta a piedi scalzi con un mantello da santo che lascia cadere rimanendo in body glitterato e dorato. Si tratta di «ensamble custom made, body e shorts in strass nude» di Gucci. Significato: San Francesco che si spoglia dei suoi averi liberamente tratto da un quadro di Giotto.
Durante la serata delle Cover, mentre prova a cantare “Gli Uomini” e riuscendo, ad ogni modo, a tenere un’intonazione non tipica del suo stile, si presenta vestito da Ziggy Stardust, l’alter ego di David Bowie, scatenando reazioni contrastati sui social.
La terza sera opta per una rievocazione storica vestendosi da Luisa Casati Stampa, la Marchesa amante di D’Annunzio e musa ispiratrice di Tommaso Filippo Marinetti.
L’ultima sera prende i panni di Elisabetta I Tudor per chiudere in bellezza. Un viso cosparso di perle, una parrucca anch’essa perlata e curata tipica dello stile della Regina Vergine. Dopo essersi inginocchiato davanti al suo chitarrista, Boss Doms, che per l’occorrenza ha deciso di suonare in Boxer e con delle ciglia sfarzose e istrioniche, lo bacia sulle labbra, come era logico che fosse. Scandalo? Lauro ha detto che le sue performance hanno voluto mettere assieme dei personaggi che nel corso della loro vita se ne sono fregati. Il resto è stato un inno contro il machismo, quasi a voler elevare a modello il soggetto ibrido tanto caro a certe politiche. Una lode ai gender, alla promiscuità, ad una identità a metà tra l’uomo e la donna. Tempi che cambiano.
La zuffa tra Tiziano Ferro e Fiorello
Non mancano i colpi di scena. Fiorello stava per abbandonare il festival di Sanremo 2020 per colpa di Tiziano Ferro. La Terza sera, infatti, Tiziano Ferro, salito sul palco all’una di notte, si lancia in un attacco ad Amadeus per via dei tempi lunghi del Festival. Sul palco ha quindi lanciato un hashtag, #fiorestattezitto, quasi a voler rimarcare il fatto che lo showman siciliano stesse rubando troppo tempo, e in prima serata.
Il putiferio!
Fiorello minaccia di lasciare mentre Tiziano Ferro gli lascia un biglietto di scuse nel camerino. Fiorello apprezza molto il gesto, ma ormai la rete è, in parte, contro di lui. In conferenza stampa Fiorello ammette che l’odio del web si è ormai scatenato. La zuffa dura poco, giusto il tempo di riappacificarsi durante le prove.
Ed ecco che durante la quarta serata i due si ritrovano assieme sul palco e suggellano ufficialmente la pace con un bacio sulle labbra che Fiorello ruba a Tiziano Ferro. Pace Fatta.
Benigni non entusiasma: troppi soldi spesi per poco
Il secondo show man di questa settantesima edizione di Sanremo 2020, dopo Fiorello, è stato sicuramente Benigni. Arriva con una parata circense di 70 elementi che suonano l’Inno del Pinzimonio, scritto da Nicola Piovani come sigla per tutti gli interventi e gli spettacoli di Benigni. Il pubblico è entusiasta. Lo accolgono in piedi, prima che il comico toscano raggiunga il palco per iniziare un intervento di 40 minuti, costato circa 300.000 euro, ma che non entusiasma molto.
È un discorso incentrato sulla Bibbia, e più precisamente sul Cantico dei Cantici. Non mancano riferimenti al sesso, all’erotismo, all’amore carnale in tutte le sue sfaccettature. Una lezione pura, semplice, comprensibile. Poi la declamazione del cantico, e un applauso moderato. Niente standing ovation, quindi, per il premio Oscar che, magari, si aspettava di vedere il pubblico in piedi.
Così non è stato. Poco male: 40 minuti sottratti alla musica, 300.000 euro di cachet che viene dai canoni RAI e dagli sponsor che potevano essere spesi diversamente e un’interpretazione non proprio degna di lui, anche perché i versi sono stati letti… e per un cachet di quelli avrebbe almeno potuto impararli a memoria.
Il bacio simulato tra Myss Keta ed Elettra
Una delle partecipazioni più controverse di questo Festival di Sanremo 2020 è stata quella di Miss Keta che si è esibita nella serata delle cover assieme ad Elettra Lamborghini. Il brano scelto è di Claudia Mori e Celentano. Si tratta di uno dei brani più conosciuti di tutta la musica Italiana: Non succederà più. Un’interpretazione assai singolare considerati gli stili e i generi delle due artiste.
Il pubblico di Sanremo 2020 viene così trasportato in una sorta di mondo parallelo, dove a sorprendere non è tanto l’interpretazione, quanto il balzo temporale di due stili totalmente diversi tra di loro. La chimica tra le due è forte tanto che, ad un certo punto, ci stava per scappare un bacio saffico. Performance artistica? Voto 2, ma la rievocazione di Madonna e Britney Spears piace al pubblico che applaude compiaciuto. Peccato che Miss Keta sia molto, troppo trasgressive. Sarebbe stato interessante capire il pensiero di Rula Jebreal. Controsenso abbastanza evidente, no?
Gabbani, l’astronauta di Sanremo 2020
Tra le cose davvero curiose che sono accadute durante questo Festival, come non menzionare il buon Francesco Gabbani che giovedì sera si è presentato sul palco vestito da astronauta. La Cover scelta è un brano bandiera, cantato in tutto il mondo dell’eterno secondo Toto Cutugno.
Per molti questa canzone è considerata un inno della nostra nazione, sicuramente più conosciuto, a livello internazionale, del Marziale Inno di Mameli.
Gabbani ha però precisato, in un video, sfogo che il messaggio che voleva far trapelare era perfettamente opposto, e quindi l’orgoglio di essere italiani e di identificarsi con quella bandiera anche sulla Luna s’è il caso.
Il caso Bugo-Morgan
La storia, come sempre, la scrive Morgan. Era scontato. Fiorello ha pure accusato, subito dopo, Amadeus di fare danni. “Fai danni da ottobre. Sei tu che li hai scelti e tu che li hai messi assieme”. Ma cosa è successo? In 70 anni di storia del festival non era mai accaduto che due artisti venissero squalificati in questo modo.
Lo scontro è stato a dir poco delirante. Morgan sale sul palco, evidentemente incazzato.
Bugo lo segue, distante, scosso, con voglia di cantare pari a zero. Inizia il brano e Morgan legge su dei foglietti un testo diverso da quello scritto da Bugo. A quel punto, sentita la serie di insulti che il compagno gli aveva riservato, Bugo gira i tacchi e lascia il palco di Sanremo. Si dice che dietro le quinte i due abbiano avuto uno scontro durissimo.
Mogan avrebbe cercato di mordere Bugo, che, nel contempo, gli aveva stato.
Il tutto nasce la sera delle Cover dove Morgan sceglie un brano di Endrigo, Canzone per te, del quale ha preteso di essere cantante, arrangiatore, pianista, direttore d’orchestra, scenografo e mattatore, mettendo in difficoltà l’anonimo Bugo, con il solo intento di apparire. La sala stampa non ha apprezzato l’interpretazione.
Morgan avrebbe dato la colpa della disfatta solo al suo compagno di viaggio che, quella sera, aveva interpretato male il brano di Endrigo.
Il casus belli
Attacando il brano inizia così:
“Le brutte intenzioni e la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera (in riferimento alla serata delle cover, ndr), la tua ingratitudine e la tua arroganza, fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa. Certo l’ironia è una forma d’arte ma tu sai solo coltivare invidia, ringrazia il cielo sei su questo palco, rispetta chi ti ci ha portato dentro, questo sono io”.
Bugo lascia il palco, Morgan fa finta di nulla e finge di andarlo a cercare, esce Amadeus e subito dopo Fiorello per tamponare il misfatto. Sconvolta la casa discografica di Bugo che dichiara: “Il brano era di Bugo. Lui non aveva la notorietà necessaria per poter partecipare al festival. Morgan ha accettato di partecipare ma per il brano non ha fatto nulla.”
L’ex cantante dei Bluvertigo avrebbe chiesto 55.000€ alla vigilia del Festival per salire sul palco. “Crediamo che sia una persona e che si debba far curare”.
Morgan ha dichiarato: Bugo “non riusciva a reggere il palco accanto a me”. Nella lite resta solo questo: il declino di Morga un artista che incarna il poeta maledetto e il caos anche dove non dovrebbe e un anonimo che adesso ha un nome…Bugo.
La domanda è questa: era davvero necessario tutto questo siparietto? E su Morgan mi chiedo: se un uomo che si ritiene di essere un grande e unico artista, eclettico, musicalmente proiettato in avanti e le solite cose che si ripetono, non ha più neanche un tetto sotto cui stare, bisogna porsi due domande.
I tempi biblici di Sanremo 2020
Non finiva mai. Le puntate sembravano essere eterne. Non sono bastate le battute della Clerici, di Fiorello, di Tiziano Ferro contro un Amadeus che sembra infischiarsene. Nonostante avesse promesso tutte le sere di stringere i tempi e di far più velocemente, i tempi sono stati memorabili.
L’ufficio stampa ha fatto trapelare, con ore di anticipo, il nome del vincitore mentre la gente continuava a votare dal telefono, a 0,51 cent a telefonata, mentre tutto era già stato deciso. Infatti ieri sera, mentre ancora non si sapeva chi fosse il reale vincitore di Sanremo, e quindi subito dopo l’una, SKY ha reso noto il nome di Diodato come vincitore del 70esimo Festival di Sanremo. Non è rispettoso per chi ha votato.
In sintesi? Un festival artisticamente curato ma con non poche pecche che avrebbero potuto renderlo memorabile. Voto complessivo 7.
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