Dopo il ban delle ICO in Cina ecco la nuova notizia sul ban degli exchange in Russia
Cosa c’è da sapere?
La dichiarazione da parte del direttore della banca centrale russa, Sergei Shvetsov, è che “La Russia non può permettere il trading di un prodotto come il bitcoin.”
Secondo Shvetsov il Bitcoin rimane “illegale e ancora non regolamentato; potrebbe essere usato per riciclaggio”.
“Non possiamo stare da parte a guardare, non possiamo dare diretto accesso a uno strumento così dubbioso per gli investitori”. Ad una conferenza sui mercati Shvetsov ha dichiarato che la banca centrale vede un aumento di interesse verso il bitcoin. La causa principale sarebbe legata ai suoi ritorni elevati e che, gradualmente, questo asset si trasformerà in un investimento ad alto rendimento piuttosto che a un vero e proprio metodo di pagamento.
Un altro episodio da ricordare
Già nel 2016 si era avuto un blocco temporaneo dell’exchange BTC-e da parte di Roskomnadzor, regolatore delle telecomunicazioni in Russia. Allora fu messo in atto anche il blocco dei siti correlati al btc e infine, nel settembre dello scorso anno, aveva bloccato l’accesso al sito di localbitcoins.
Tuttavia queste affermazioni stanno in diretta correlazione con quello che aveva detto ad Agosto 2016, il ministro Alexei Moiseev. Moiseev aveva dichiarato che il bitcoin è “come una piramide ad alto rischio”. Erano dunque già state annunciate delle regolamentazioni nel 2018 con le quali solo investitori qualificati potranno accedere alla compravendita di bitcoin.
In Russia, come in Cina.
Perciò in pratica quello che è successo in Cina ora sta accadendo in Russia. Al momento gli intenti sono quelli di andare a regolamentare e di sanare alcune lacune, come nel caso della Cina per via della mole di frodi con le ICO. Aspettiamo nuovi provvedimenti, ma ciò che rimane certo è che la Russia potrà bloccare la compravendita di cryptovalute ma non ne può bloccare il circolo e l’intero sistema decentralizzato.
Per quanto invece riguarda la situazione Bitcoin Segwit il 25 ottobre avverà un nuovo fork della blockchain (che non ha nulla a che vedere con il Segwit di Novembre, soltanto una nuova trovata di speculazione). La nuova moneta sarà bitcoin gold, che punta alla possibilità di far riavere il controllo del mining bitcoin alla comunità dei miners in un certo senso accessibile a tutti.
Il progetto è stato fondato da Jack Liao, amministratore delegato della Lightning-ASIC. Quest’ultima, con sede a Hong Kong, guarda caso, vende l’hardware necessario al mining di questo nuovo mercato.
Come avvenuto per bitcoin cash neanche bitcoin gold avrà la possibilità di andare a sostituire il vero e unico Bitcoin. Come per il precedente fork chi possiede bitcoin riceverà bitcoin gold quando la nuova blockchain sarà online.
L’attuale possibile valore di bitcoin gold è minore di 0.0001 BTC, cosa che non lo rende molto appetibile. Per questo motivo ancora non si sa nulla se bitcoin gold verrà listato sugli exchange in quanto attualmente ha il valore di una semplice e nulla shitcoin.
E se avete voglia di leggere un po’ sul passato dei due tizi che hanno proposto bitcoin gold eccovi il link e buona lettura: https://bit.ly/2i374i
Su SEC ed ETF
Oltre al fattore fork e di bitcoin Gold in questi giorni viene riaperta la questione Sec ed ETF, più precisamente con le dichiarazioni del direttore global iShares e Index Investments per BlackRock, Mark Wiedman ha affermato:
“Non capisco l’idea di un ETF di Bitcoin comunque, perché stiamo parlando … di prodotti di trading a cui è difficile accedere. Se il Bitcoin avrà successo – anche se non fa per me – non lo raccomanderei. Ma se ne avesse, perché dovrebbe esserci bisogno di un ETF per accedervi?”
Mentre Trevor Koverko, si è espresso a favore di un ETF del Bitcoin, in qunto affinché il Bitcoin diventi popolare, deve diventare accessibile al trader o all’investitore medio.
“Gli ETF consentiranno agli investitori di possedere facilmente un pezzo del paniere di obbligazioni. E’ incomprensibile ignorare l’enorme potenziale degli investitori medi che avranno esposizione al Bitcoin tramite gli ETF in particolare. Questo dato il fenomenale aumento della valuta digitale quest’anno e la sua attuale posizione come la valuta con la migliore performance al mondo in quattro degli ultimi cinque anni.
Se BlackRock non riuscirà a capirlo, si perderà questo inarrestabile megatrend”.
“Fino a quando non ci sarà un mercato di future di livello professionale con la liquidità e lo spessore necessari a supportare le attività di hedging di un erogatore di ETF di Bitcoin statunitense, probabilmente non approveranno alcuna istanza. Perciò non siamo sorpresi nel vedere queste revoche”.
Perché l’ETF sarebbe problematico?
Ma andiamo ad analizzare il perchè dei problemi di un etf.
Il bitcoin, come qualsiasi altra blockchain (tranne alcune) sono decentralizzate perciò non potrebbe coesistere un vero e proprio ente regolatore. Ed è qui che arrivano i problemi dei wallet multi-signature, in cui non ci sarebbe nessuna garanzia sui fondi in cryptovalute e la sicurezza della moneta fisica. Dall’altro lato, però, i vantaggi sarebbero quelli di accesso ad ogni investitore, sopratutto ai meno esperti. Questo perché non ci si dovrebbe più preoccupare della detenzione delle chiavi private e via dicendo.
Ma quello che ci dovrebbe far riflettere sulle due dichiarazioni sull’etf dei bitcoin è che sarebbe vantaggioso nel caso in cui il bitcoin si deprezzasse. Sarebbe totalmente inutile, invece, se il prezzo continuasse il suo trend rialzista long-term. In questo caso specifico sarebbe più vantaggioso comprare direttamente la moneta fisica e non possedere sia il titolo che la crypto in se.
In conclusione
Perciò, concludendo, rimane da risolvere almeno uno dei due problemi: la garanzia dei wallet multi-signature e la sicurezza e garanzia delle con fisiche. Risolto almeno uno di questi due problemi, la SEC potrebbe finalmente riaprire la questione ETF
Come prenderanno la notizia del ban in Russia gli investitori?
Ci aspetta una nuova correzione del bitcoin o una nuova corsa verso i massimi storici?
Il futuro ce lo svelerà.