Il Ritorno a scuola: cosa ha deciso il ministero della pubblica istruzione?
Siamo in un momento molto particolare del mondo dell’istruzione in Italia. A quanto pare la bozza ministeriale lascia l’amaro in bocca.
Arrivano quindi le linee guida del MIUR: classi piccole, lezione a turni e nuovi spazi negli istituti. Le amministrazioni locali sono veramente preoccupate per la gestione della nuova scuola.
Indice
Ritorno a scuola: a che punto siamo?
Allo stato attuale si tratta di linee guida generiche. In realtà secondo quanto ha comunicato lo stesso ministero il lavoro principale sarà delegato alle amministrazioni locali. Un ruolo determinante spetterà ai presidi e alle dirigenze degli istituti.
Queste sono le impressioni che si percepiscono leggendo la prima bozza messa a punto dal ministero dell’istruzione che saranno la bozza per guidare la riapertura delle scuole nel mese di settembre.
Il Ministro Lucia Azzolina ha presentato a fine giugno sia i delegati alle regioni che alle parti sindacali per mettere a punto tutti i provvedimenti del decreto che servirà per la riapertura delle scuole per il nuovo anno scolastico.
Ritorno a scuola: quando riapriranno le scuole?
La data di riapertura di tutti gli istituti scolastici dovrebbe coincidere con il 14 settembre del 2020. Vi è ancora parecchio caos relativo alle modalità con le quali si dovrà tornare sui banchi.
I punti salienti della bozza presentata dal ministro riguardano alcuni concetti generici, quali ad esempio:
- turni pomeridiani
- lezioni all’aperto
- integrazione della didattica distanza
- divisione di classi in più ampi gruppi anche di diversa età
- adozione delle misure di igiene sicurezza stabilite dal comitato
- obbligo di misurazione di febbre, guanti, mascherine e igienizzante
Rientro scuola: quali sono gli scenari?
Nella migliore delle ipotesi il virus rimarrà sotto controllo e non ci sarà la necessità di un nuovo lockdown, ed è l’idea che tutti noi speriamo. Nel peggiore dei casi, invece, l’Italia potrebbe essere costretta a fermarsi nuovamente.
In questo caso il compito del ministero sarebbe quello di mettere a punto e perfezionare tutti quegli strumenti che servono per la didattica a distanza e quindi per dare agli studenti la possibilità di poter studiare da casa.
Le lezioni dal vivo saranno garantite solo ed esclusivamente agli alunni affetti da disabilità e ai figli del personale sanitario, essendo queste figure necessarie per il sostentamento dei bisogni principali della popolazione.
MIUR Scuole Superiori: riapertura delle scuole senza lockdown
Se il Coronavirus non dovesse tornare e tutto andrà verso la normalità, le cose potrebbero andare in maniera diversa: le parole d’ordine sono igiene e distanziamento sociale, come ha previsto il CTS, ossia l’ormai famigerato Comitato Tecnico Scientifico.
Prima di entrare in classe ogni studente dovrà farsi misurare la febbre. I banchi dovranno essere singoli e distanziati almeno di un metro e in palestra gli studenti dovranno mantenere la distanza di almeno 2 metri. L’uso delle mascherine è obbligatorio per tutti anche se ancora non si capisce bene se dovranno essere portate solo negli spazi comuni o anche in classe.
Scuola Rientro piccole classi: come funzionerà il ritorno a scuola?
Tutte le classi potranno essere ripartire anche in piccoli gruppi non per forza della stessa età. Le materie potranno essere accorpate per affinità. Per via di questi turni che si dovranno venire a creare saranno necessari dei rientri pomeridiani e lezioni anche il sabato, sia di mattina che di pomeriggio.
Rientro a scuola a settembre scuola materna
Per la scuola materna le cose andranno in maniera leggermente diversa. Infatti i bambini dovranno rimanere sempre con un educatore e saranno suddivisi in piccoli gruppi. L’educatore non sarà obbligato ad indossare la mascherina per rendersi sempre individuabile dal gruppo.
Chi deve far rispettare le regole?
Ecco la parte che sta lasciando l’amaro in bocca: il ministero delegherà a Presidi e Amministrazioni Locali l’attuazione delle linee guida ministeriali.
Come riferisce Panorama Antonello Giannelli, già presidente dell’Anp, ha rilasciato delle lapidarie dichiarazioni:
“in questo modo si scarica la patata bollente sui dirigenti scolastici, senza nuove risorse e attribuzioni. Se non vengono assegnate nuove risorse di personale per limitare il numero di alunni per classe e nuovi spazi per organizzare le attività didattiche, l’autonomia non può funzionare”.
In che modo si dovrebbero quindi gestire le lezioni nei nuovi spazi? O meglio ancora: se il distanziamento sociale sarà legge, come si farà fronte alle vuole sovraffollate, in particolare modo al Sud Italia?
Ritorno a scuola: i patti educativi di comunità
La bozza presentata dal Ministero si riferisce ai cosiddetti “patti educativi di comunità”. Cosa significa? Vuol dire che sia i soggetti pubblici che “attori privati” possono mettere a disposizione delle strutture o eventuali spazi per gli istituti e per le lezioni.
Ancora non si riesce a capire se a titolo gratuito o a fronte di un canone di affitto o un contributo. Ma qualora fosse previsto il contributo, chi dovrà sborsare i soldi? Il governo, l’Unione Europea, i Comuni?
Soggetti pubblici e privati potranno anche mettere a disposizione degli spazi per svolgere attività alternativa, come lezioni di musica, teatro o sport all’aperto e al chiuso. Trattasi di un’idea vincente? Si, se si parte dal recupero di tutti gli spazi e le strutture in disuso o chiuse. Potrebbe essere un modo per riconvertire spazi inutilizzati.
Ma ci saranno nuovi insegnanti?
Sulla possibilità di integrare nuovo personale didattico non vi sono delle linee guida. Si parla solo di una possibilità in caso di “specifiche necessità”. Non una parola su:
- fondi
- soldi
- finanziamenti
per portare a termine il piano. Si attendono anche ulteriori dettagli su chi dovrà e come si dovranno gestire le disposizioni del Comitato Tecnico Scientifico per organizzare l’uscita e l’entrata dagli istituti per evitare i consigli tanto temuti assembramenti.
Quali certezze abbiamo sul Ritorno a scuola dopo le vacanze estive?
Le certezze, allo stato attuale, sono due.
A partire dal giorno 1 settembre cominceranno ufficialmente le lezioni di recupero per tutti gli studenti promossi con riserva e che devono recuperare una o più materie prima dell’inizio del nuovo anno. A partire da settembre verrà reintrodotta l’Educazione Civica sin dalla scuola dell’infanzia con almeno trentatré ore l’anno dedicate.
Nella bozza si specifica che saranno trattati alcuni argomenti chiave come:
- la Costituzione
- lo sviluppo sostenibile
- lezioni di educazione ambientale
- la tutela del patrimonio culturale
- la tutela del territorio
- difesa dei beni comuni
- cittadinanza digitale
L’idea è quella di fornire a tutti gli studenti e le studentesse gli strumenti opportuni per utilizzare dispositivi digitali e gli innovativi mezzi di comunicazione in maniera responsabile e consapevole. Durante le lezioni si parlerà anche di razzismo, contrasto del linguaggio dell’odio, dei rischi derivanti da un uso scorretto dei social e della navigazione sul Web.
Il documento è già sul tavolo del Ministero per l’elaborazione del decreto legge definitivo che regolerà il ritorno a scuola.
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