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Ritenuta d’acconto, cos’è e quando va applicata. E chi versa

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Il caso della ritenuta d’acconto è ben noto ai lavoratori autonomi, ma spesso lascia perplessa un’ampia platea di utenti. Per questo motivo, è utile darne una definizione e capire chi sono i soggetti interessati. E soprattutto a quanto ammonta la trattenuta.

Ritenuta d’acconto definizione e applicazione

Quando parliamo della ritenuta d’acconto, ci riferiamo alla trattenuta Irpef (per i redditi delle persone fisiche) o Ires (per le persone giuridiche e società) effettuata sulle spettanze percepite dai datori di lavoro o dai clienti.

Nel caso generale, la ritenuta d’acconto è pari al 20% del totale, e viene versata da chi riceve la prestazione. A sua volta, effettuerà il versamento direttamente nelle casse dell’erario. Chi riveste questa posizione è il sostituto d’imposta.

Esistono diverse tipologie di ritenuta d’acconto, ma le principali e più usate sono due. La ritenuta a titolo di acconto e quella a titolo di imposta, nella prima rientra il caso generale di cui parlavamo prima.

Un esempio di ritenuta d’acconto come funziona in base ai modelli citati.

Se emetto fattura relativa ad una prestazione verso un cliente, ad es. 1.000 euro, ne riceveremo netti 800. Gli altri 200 sono l’imposta anticipata che grava su quei 1.000 euro e che il sostituto d’imposta dovrà versare.
Nel caso della ritenuta a titolo di imposta, il 20% costituirà il totale della tassazione relativa alla prestazione (1.000 euro).

Quindi, in questi due casi abbiamo visto come possa fungere dai anticipo per le imposte che si andranno a versare o l’ammontare totale. Il discorso, per quanto possa sembrare semplicistico, è per dare un’idea della sua applicazione generale. Inoltre, sono soggetti alla ritenuta di acconto non solo i liberi professionisti, ma anche i soggetti con redditi da lavoro dipendente e da capitale.

Leggi anche Perché si pagano le tasse? Ecco i motivi spiegati in 4 punti

Quando si applica la ritenuta d’acconto?

ritenuta d'acconto

La ritenuta viene applicata sui redditi degli autonomi che riguardano alcune prestazioni e rendite (qui di seguito elenchiamo i principali):

  • Prestazione di lavoro autonomo, anche prestazioni occasionali;
  • Assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere;
  • Sugli utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione;
  • Sugli utili spettanti ai prodotti e soci fondatori di spa e srl;
  • Sui redditi derivanti dalla cessione di diritti d’autore da parte dell’autore;
  • Sui diritti per opere d’ingegno.

Quando si versa la ritenuta?

Per il versamento delle imposte previste, il sostituto d’imposta deve provvedere entro i termini previsti. Solitamente, entro il 16 del mese successivo a quello del pagamento della prestazione. Questo avverrà tramite modello F24 indicando come codice tributo 1040 nella sezione “Erario”, e inserendo mese e anno per cui il tributo è dovuto.

E chi la versa?

La caratteristica di questo strumento è che riserva ad alcune categorie la qualifica di sostituto d’imposta. E come tali, identifica i committenti che possiedono determinati, seppur basilari, elementi di organizzazione.

Gli artt. 23 e ss. D.P.R. 600/1973 individuano perciò come sostituti d’imposta:

  • gli enti e le società indicati nell’art. 73 (ex art. 87) D.P.R 917/1986;
  • le società e associazioni indicate nell’art. 5 D.P.R 917/1986;
  • le persone fisiche che esercitano imprese commerciali o agricole;
  • le persone fisiche che esercitano arti o professioni;
  • il curatore fallimentare e il commissario liquidatore;
  • il condominio.

L’aliquota ordinaria, per la ritenuta d’acconto, relativa ai redditi da lavoro autonome è pari al 20% dell’imponibile. Se la prestazione è effettuata in Italia da soggetti residenti all’estero, si applica una ritenuta a titolo d’imposta del 30%.

La ritenuta d acconto professionisti

In questa fattispecie di ritenuta d’acconto, ci riferiamo ad un professionista con partita iva che emette in favore di un altra p.iva. O anche quella di chi non ha p.iva ma svolge una prestazione occasionale e che il cliente verserà per lui con il codice tributo di cui parlavamo sopra. Quindi, chi riceve il pagamento vedrà accreditarsi l’importo lordo (con IVA, se previsto) ma con la sottrazione della ritenuta.

Quindi, per calcolare la ritenuta d’acconto bisogna considerare l’importo lordo, senza considerare l’IVA (che, se dovuta, viene eventualmente aggiunta dopo), le rivalse INPS e le marche da bollo.

Calcolo ritenuta d acconto

ritenuta d acconto prestazione occasionale

Per calcolare la ritenuta d’acconto bisogna considerare l’importo lordo, senza considerare l’IVA (che, se dovuta, viene eventualmente aggiunta dopo), le rivalse INPS e le marche da bollo.

Inoltre, quando parliamo di ritenuta d’acconto è semplice poter inquadrare le differente aliquote per i professionisti.
Nello specifico avremo una ritenuta:

  • del 20% per professionisti residenti in Italia per sfruttamento di opere di ingegno;
  • del 30% per professionisti residenti all’estero per lo sfruttamento delle opere di ingegno.
  • dal 23% al 50% dell’imponibile per gli agenti di commercio;

 

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