RIFORMA PENSIONI: Quota 100 diventerà quota 103:
In questo articolo risponderemo alle domande comuni sulla riforma delle pensioni. Le pensioni saranno ritoccate? Quota 100 resta? Ecco tutte le news aggiornate su pensioni anticipate, Opzione Donna e Ape Social.
Ecco tutte le news sulla RIFORMA delle PENSIONI.
Riforma pensioni ultime notizie: quota 100 resta ma diventerà quota 103.
Attualmente il cosiddetto quota 100 pensioni rimane invariato. Il fatto però è che nel futuro questa formula sulla pensione anticipata potrebbe cambiare.
Quali sono, dunque, i requisiti d’uscita per quota 100 e tutte le persone che devono andare in pensione? Stiamo per dire addio alla formula 62 anni + 38 di contributi (varato dal governo Lega-M5S)? Stando ad alcune indiscrezioni si va verso quota 103. A quanto pare l’attuale governo si sta preparando ad attivare dei correttivi in quelle pensioni a quota cento. L’obiettivo è quello di evitare lo scalino delle uscite a partire dal 2022, con il termine di sperimentazione delle nuove misure a fine 2021. Ma le cose andranno realmente così?
Nel 2020 lo stop al quota 100: cosa sappiamo attualmente?
STANDO ALLE INDISCREZIONI DI PALAZZO PRESTO SI POTREBBE DOVER DIRE ADDIO A QUOTA 100. MA VERAMENTE Quota 100 per le pensioni sarà abolita nel 2020? Le tv, i giornali e i tg ne dicono tante in questi giorni. Ciascuna ipotesi, come spesso accade, ha un partito di riferimento. Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, continua a sostenere l’idea del pensionamento anticipato. Il Partito Democratico, invece, punta ad una correzione di Quota 100, senza dover necessariamente abolire. L’idea del PD è quella di unificare le finestre di uscita tra pubblico e privato. Allo stato attuale si tratta di tre mesi per i lavoratori privati e sei mesi per tutti i dipendenti pubblici.
Con questa sola mossa si andrebbero a risparmiare più di 600 milioni di euro. Italia Viva, invece, punta ad una discussione più aperta e permissiva su quota 100 pensioni. Se questa misura venisse bloccata, il Governo potrebbe risparmiare circa 8,3 miliardi di euro già destinati ai pensionamenti del 2020. Ma ecco che si fa strada il buon Luigi Di Maio che, a nome del M5S, parteggia a spada tratta per quota 100 pensioni.
Il portavoce del Movimento ha fatto sapere di non essere disposto neanche ad interventi correttivi sulla riforma che ha permesso quest’anno a più di 100.000 persone del settore privato di andare in pensione.
“I cittadini ci chiedevano di non toccare Quota 100, che ha permesso a migliaia di persone di andare finalmente in pensione e di cominciare una nuova vita. E siamo riusciti a confermarla.
Chi ha faticato per una vita potrà andare in pensione in maniera dignitosa e allo stesso tempo si libereranno nuovi posti di lavoro. Vedo che ancora c’è chi si ostina a dire che va abolita, tranquilli perché fin quando il MoVimento 5 Stelle sarà al governo non accadrà”.
Riforma pensioni: quota 100 non è ancora al sicuro. vediamo di capire i motivi
COME GIÀ SPIEGATO LA VOLONTÀ DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE È CHIARA. Si va avanti con QUOTA 100 per tutto il 2020. Il problema cardine è che da i Renzioni continuano ad arrivare dei segnali contrari a questa presa di posizione. La misura quota 100 prevede il pensionamento anticipato. In teoria e pratica la legge richiede 62 anni di età e 38 di contributi per andare in pensione. Ma quota 100 è a rischio? A darci una risposta giunge Teresa Bellanova che ha voluto chiarire.
“Nella legge di bilancio per quanto ci riguarda non ci sono ambiti intoccabili. Ad esempio, quota 100 risponde a gruppi ristretti di persone e mette in discussione diritti di tante altre persone, quelli che hanno fatto i lavori usuranti e precari: possiamo provare a intervenire lì e dare risposta a chi fa lavori usuranti e recuperare risorse per affrontare in modo più equilibrato la manovra? Se ci dicono che ci sono punti intoccabili, noi rispondiamo che in Parlamento faremo la nostra parte”.
Queste le parole della ministra durante la trasmissione Circo Massimo. A riportare la notizia è stato Askanews.
QUOTA 100 PENSIONI resta al centro del dibattito politico del governo.
Sul tavolo le misure per garantire il tanto agognato pensionamento anticipato al raggiungimento dei 62 anni di età e 38 di contributi. Il premier Giuseppe Conte, rispondendo ai giornalisti intervenuti all’assemblea di Conferesercenti a Roma: Per
“Tutte le forze politiche – ha detto – stanno dando un contributo per la sintesi finale che rappresenta tutti”. Il tutto in risposta all’emendamento proposto da Matteo Renzi per l’abolizione della famosa Quota 100. Azione giudicata dal premier che “non rispecchia quello che deve essere un’azione di governo coesa”. Io rispetto il Parlamento. Non sto dicendo che il contributo dei gruppi parlamentari non ci possa essere, però – ha proseguito Conte – mi aspetto che le posizioni ufficiali delle forze politiche che siedono attorno al tavolo di governo siano conseguenti a quanto deciso”.
Pensioni quota 100. quali sono i numeri del 2019?
Secondo il Ministro dell’Economia Gualtieri non si tratta sicuramente di una misura ottimale.
Secondo il ministro quota 100 andrà ad esaurimento.
“Questa misura ha un costo consistente e le risorse andavano spese in un modo diverso. Abbiamo deciso di lasciare così come è per non creare un clima di ansia e incertezza, e quindi l’abbiamo lasciata lì anziché eliminarla”.
Ecco le dichiarazioni rilasciate su Radio 1 Rai. In buona sostanza: andiamo avanti con quota 100, ma non si potrà rilanciare nel futuro. Ecco che allora subentrano i piani del vecchio governo, ove questa forma di pensionamento anticipato sarebbe rimasta attiva per 3 anni. Alla fine dei tre anni avrebbe dovuto lasciare il posto a QUOTA 41, ossia: tutti in pensione con 41 anni di contributi versati allo stato.
Parlando di numeri sarà necessario riferirsi a quelli che giungono dall’Osservatorio di Cottarelli. Secondo le previsioni, nel solo 2019, la riforma che ha portato alle pensioni anticipate con quota 100 avrebbero dovuto mandare a riposo più di 269.000 lavoratori. Nella realtà dei fatti i numeri sono stati ben diversi. A fine settembre le richieste erano solo 185.000. Poi di queste l’INPS ne ha valutate in maniera positiva solo 114.000.
Pensioni quota 100, Bellanova: via quota 100 – riforma pensioni new
A ritornare sulla scena è il ministro Teresa Bellanova che sottolinea l’intenzione della fascia renziana del
la maggioranza di presentare un emendamento a QUOTA 100. Secondo la Ministra non si tratterebbe di un elemento punitivo per chi va in pensione, ma solo della voglia di rendere giustizia sociale. Per la ministra, quando la coperta è stretta, rimangono fuori troppe categorie fragili che vengono, difatti, taglia fuori dalla misura che mira solo alla tutela dei redditi garantiti.
Secondo la Bellanova è necessario trovare una soluzione per l’intera platea, anche per le donne, per chi ha computo lavori usuranti e per chi ha lavorato tutta la vita anche se in maniera non continua.
RIFORMA PENSIONI QUOTA 100: SECONDO LOY DELL’INPS VA AGGIUSTATA PERCHÉ HA PREMITO MASCHI E NORD. LE DONNE NE SAREBBERO USCITE MASSACRATE.
PER Guglielmo Loy, che è il presidente del Comitato di indirizzo e vigilanza Inps nazionale, Quota 100 pensioni va sistemata, ma non abolita.
“Non si cambia un sistema pensionistico ogni anno. Quota 100 va rivista. Le donne sono state massacrate dagli ultimi provvedimenti pensionistici, dalla Fornero e anche da Quota 100 che ha premiato i maschi, il pubblico impiego e il nord Italia”.
Secondo l’INPS quindi con quota 100 un’intera fascia della popolazione rimane scoperta. Ciò sarebbe causato dall’impossibilità di accesso ai 32 anni di contributi. Secondo l’INPS è necessario fare differenza e quindi considerare il Il tema della flessibilità di uscita.
Stando alle parole di Loy non tutti i mestieri sono uguali. Secondo l’idea dell’INPS non tutti potranno permettersi di arrivare a 63-64 anni con 42 anni di contributi versati. Secondo Loy ci sono lavori disagevoli o gente che a 63 anni non ha ancora maturato i 42 anni di contributi necessari, ed è quindi costretta a lavorare fino a 67. È proprio a questa gente che si devono dare risposte.
Riforma pensioni: ecco la clausola che fa stare tranquilla l’UE.
LA RIFORMA DELLE PENSIONI RIMANE AL CENTRO DEL DIBATTITO POLITICO DEL MOMENTO. A QUANTO PARE, PER RASSICURARE L’UNIONE EUROPEA, si potrebbe inserire una sorta di “clausola salva-conti”. In buona sostanza si andrebbero a congelare i fondi destinati a quota 100 pensioni fino a quando verranno attuate delle verifiche sui risparmi effettivi già destinati alle pensioni.
Arrivati a questo punto, per salvare capre e cavoli, Il Tesoro dovrà apportare una sorta di congelamento momentaneo. L’UE sarebbe quindi tranquillizzata da questa misura onde evitare di vedere un aumento repentino dei costi per il pensionamento.
Ciò avverrebbe bel caso in cui i lavoratori, magari delusi da quota 100, decidessero di optare per il pensionamento anticipato.
Opzione Donna
Buone novelle arrivano circa la proroga di Opzione Donna. La misura consentirebbe alle donne lavoratrici di accedere alla pensione a soli 58 anni (più 35 di contributi) e a 59 nel caso di lavoratici autonome (sempre con 35 anni di contributi).
Ma cosa cambia con l’introduzione delle opzioni proposte e che sono terreno di scontro politico. Guardiamo cosa accadrà con l’attuazione di Quota 100 Pensioni, Opzione Donna e Ape Social per l’anno 2020.
Pensioni ape sociale nel 2020. Che cosa cambia con la riforma delle pensioni?
Vediamo adesso che cosa potrebbe accadere all’APE sociale. Sicuramente sarà prorogato sono a tutto il 2020.
Di cosa si tratta? È una sorta di anticipo pensionistico. A tale incentivo si può accedere solo nel caso in cui si sia raggiunto il sessantatreesimo anno di età. Non basta: bisogna avere 30 anni di contributi già versati e 36 per i lavoratori gravosi. La misura è indirizzata solo a determinate categorie di lavoratori a cui mancano solo 3 anni per raggiungere l’età della pensione. Riguardo alle categorie ammesse per questa agevolazione detta APE sociale, vediamo:
- tutti i disoccupati che hanno già concluso l’indennità prevista dalla disoccupazione da almeno 3 mesi con almeno 30 anni di contributi;
- quei lavoratori che devono badare a familiari che convivono nello stesso tetto con un 1° grado di disabilità. Il lavoratore dovrà dimostrare di avere accudito il familiare da 6 mesi almeno e dovrà comunque avere 30 anni di contributi.
- i lavoratori con invalidità almeno al 74% ma sempre con 30 anni di contributi;
- quei lavoratori dipendenti che svolgono una mansione ritenuta gravosa. Questo solo se il lavoro è stato svolto per almeno 6 anni degli ultimi 7. Bisognerà in ogni caso avere 36 anni di contributi. Infine è opportuno dire anche che le madri lavoratrici potranno beneficiare di un anno di sconto dei contributi per ogni figlio, ma solo fino ad un massimo di due anni. Significa che dal terzo figlio in poi non c’è più sconto.