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Reddito di emergenza: requisiti e come fare domanda

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Il reddito di emergenza è una delle misure previste dal decreto Rilancio approvato il 14 maggio come proposta del Movimento 5 stelle al fine di sostenere single e famiglie senza reddito.

Vediamo, dunque, quali sono i requisiti e come procedere per fare richiesta. Sarà necessario aspettare le istruzioni operative dell’INPS attraverso le quali si chiariranno le modalità per l’invio della domanda.

Reddito di emergenza REM: a chi spetta

Il reddito d’emergenza (REM) potrà essere richiesto da chi presenterà alcune caratteristiche specifiche.

Reddito di emergenza requisiti

  • Non avere un reddito ISEE superiore a 15mila euro;
  • aver ricevuto redditi inferiori alla cifra del beneficio negli ultimi 2 mesi;
  • valore del patrimonio mobiliare superiore a 20mila euro.

Non ne hanno diritto i lavoratori domestici, i nuclei familiari che godono del reddito di cittadinanza e chi ha già percepito il bonus 600 euro previsto dal decreto Cura Italia. Non spetta neanche a coloro che ricevono una pensione (escluso l’assegno ordinario d’invalidità) o hanno un contratto di lavoro dipendente con retribuzione lorda superiore all’importo spettante a titolo di REM. Altra causa di esclusione è l’essere detenuti o ricoverati in strutture a carico dello Stato.

Reddito di emergenza come fare domanda

reddito di emergenza

Reddito di emergenza come richiederlo, allora? Sarà predisposto un semplice modulo INPS. In tal senso – nell’attesa delle direttive dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale – se siete sprovvisti di PIN INPS, potete iniziare a richiederlo in modo da ottimizzare i tempi ai fini della presentazione dell’istanza.

Reddito di emergenza quando parte

Non è precisata al momento una data precisa per la richiesta del reddito, ma c’è un termine ossia il 30 giugno 2020. Infatti, anche con l’approvazione del decreto, bisognerà attendere che l’Istituto predisponga apposite circolari.

REM 2020: cosa prevede

Il reddito di emergenza 2020 è un contributo economico temporaneo destinato alle famiglie povere. Sarà erogato in 2 mensilità e servirà per far fronte all’emergenza Covid-19. “Reddito di emergenza per disoccupati” e “reddito di emergenza lavoratori in nero” : 2 espressioni che potremmo utilizzare per descrivere esattamente la platea a cui è rivolto.

Sì, perché proviamo a immaginare chi lavora senza uno straccio di contratto che gli consenta di accedere ad altre misure previste dall’ordinamento giuslavoristico. A un certo punto, migliaia di persone ammorbate dal lavoro sommerso si sono ritrovate senza 1 euro in tasca e costrette a rimpinguare le file Caritas per un pasto caldo. Un reddito di emergenza per lavoratori in nero consentirà a questi ultimi di tirare un sospiro di sollievo per un paio di mesi. In attesa che l’Esecutivo decida se proseguire ovvero prevedere altre forme di aiuto.

Il reddito partirà da 400 euro fino a un massimo di 800 euro. La cifra sarà moltiplicata per il parametro di scala di equivalenza. Non è una somma fissa, ma varia a seconda del numero dei membri della famiglia. Nella fattispecie, si considera un coefficiente pari a 1 per il richiedente, uno 0,4 per ogni altro componente maggiorenne del nucleo familiare, 0,2 per i componenti minorenni. Il valore massimo è 2,00 e si può arrivare fino a 2,1 per i nuclei familiari in cui sia presente un disabile grave o una persona non autosufficiente.

Reddito di emergenza: a chi fare richiesta

reditto di emergenza domanda

Sono tanti gli italiani che su Google avranno digitato in questi giorni “come fare domanda reddito di emergenza” oppure “reddito di emergenza Inps” o, ancora, “reddito di emergenza modulo”. Tutti interrogativi a cui stiamo cercando di rispondere in questo articolo.

Innanzitutto state tranquilli, poiché per “Inps reddito di emergenza” non troverete nulla online, giacché l’Istituto deve ufficializzare ancora le modalità per l’invio.

Il reddito è riconosciuto ed erogato dall’Inps, bensì la richiesta potrà essere inoltrata anche mediante patronato e CAF.

Burocrazia: basterà un’autocertificazione

Prevista, altresì, l’autocertificazione reddito di emergenza o meglio “l’autocertificazione omnibus”, confermata nel dl Rilancio per ottenere prestiti e contributi dallo Stato. Si tratta di una semplice dichiarazione sostitutiva che serve per attestare il possesso delle carte in regola. Attenzione a non confonderla con il modulo per gli spostamenti.

Il Governo ha introdotto una semplificazione burocratica a fronte, però, di un inasprimento delle sanzioni in caso di dichiarazioni false.

Reddito di emergenza a chi tocca

La risposta è a chiunque, pertanto, presenti tale autocertificazione che si sostituisce al numero di allegati generalmente obbligatori.

Riportiamo, a tal proposito, l’art. 242 lettera a del decreto Rilancio:

  1. Al fine di garantire la massima semplificazione, l’accelerazione dei procedimenti amministrativi e la rimozione di ogni ostacolo burocratico nella vita dei cittadini e delle imprese in relazione all’emergenza COVID-19, dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino al 31 dicembre 2020:
  2. a) nei procedimenti avviati su istanza di parte, che hanno ad oggetto l’erogazione di benefici economici comunque denominati, indennità, prestazioni previdenziali e assistenziali, erogazioni, contributi, sovvenzioni, finanziamenti, prestiti, agevolazioni e sospensioni, da parte di pubbliche amministrazioni, in relazione all’emergenza COVID19, le dichiarazioni di cui agli articoli 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 sostituiscono ogni tipo di documentazione comprovante tutti i requisiti soggettivi ed oggettivi richiesti dalla normativa di riferimento, anche in deroga ai limiti previsti dagli stessi o dalla normativa di settore, fatto comunque salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159.

I controlli sulle richieste

Per ottemperare nel miglior modo possibile all’esigenza di verificare i dati dei richiedenti, questi verranno incrociati. Infatti, sia INPS che Agenzia delle Entrate potranno scambiare i dati e controllare le informazioni riportate. 

Se si riscontrano casi di irregolarità, il beneficiario si vedrà revocare il beneficio. Inoltre, dovrà versare all’erario quanto indebitamente percepito come da norma di legge.

Leggi anche Modello ISEE, a cosa serve, come si richiede e quando.

 

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