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RDC: proposta per obbligo lavoro stagionale ai percettori

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Obbligo di accettare una proposta di lavoro stagionale entro 100 km dalla propria residenza. Questa è la proposta contenuta in un’emendamento al Decreto Sostegni bis a firma di Valentina D’Orso (M5S). Il rifiuto dell’offerta di lavoro, comporterà l’immediata “decadenza del beneficio”. Ma l’emendamento prevede anche forme di compensazione, ad esempio quando lo stipendio mensile sia inferiore alla cifra percepita con il RDC. 

RDC: obbligo accettazione lavoro stagionale

L’emendamento nasce dalle criticità segnalate dagli operatori del settore turistico circa la carenza di personale. Una problematica riscontrata specialmente da ristoratori e gestori di strutture balneari che durante la stagione hanno queste necessità di personale supplementare.

Anche Forza Italia, tramite Roberto Pella, si è mossa in questa direzione proponendo una misura di de-contribuzione per le imprese che assumono i percettori di Rem e Rdc. Stesso criterio se si integrano lavoratori in regime di CIG Covid.

Lo scopo dell’emendamento è prevedere l’obbligo per i percettori del Reddito di Cittadinanza ad accettare lavori stagionali. Le offerte possono rientrare in un raggio di 100km dalla propria residenza, pena la decadenza del beneficio. Come ha specificato anche l’on. Valentina D’Orso in merito allo scopo della proposta:

“La norma intende incentivare il ritorno nel mercato del lavoro dei beneficiari del Reddito che in passato erano dediti a lavori stagionali garantendo loro che questo reinserimento avvenga a condizioni economicamente vantaggiose e non svilenti“.

Un modo per prevenire fenomeno di lavoro sommerso e incentivare rapporti di lavoro regolari ed il più possibile equi.

Le reazioni politiche

rdc
Rdc: requisiti per il reddito di cittadinanza – tabellone informativo presso sindacato

Dal mondo politico sono emerse diverse linee di pensiero circa la contribuzione o le sue modalità di impiego. E anche i datori di lavoro mostrano le loro perplessità sulle misure di sostegno.

A sinistra, il partito democratico chiede il rifinanziamento dei centri per l’impiego (che torna spesso) con 30 milioni di investimento. Invece, stavolta dal M5S, Amitrano sostiene l’intervento del ministero del lavoro tramite progetti e partnership tramite le partecipate pubbliche. E creare, di conseguenza, progetti di inserimento. 

Dall’altro lato della barricata, Fratelli d’Italia ritiene che l’inserimento della formazione obbligatoria sia un passo necessario per incentivare il ricollocamento. La lega, più drastica, vorrebbe la riduzione degli stanziamenti per il Rdc del 10% su base annua.

I datori di lavoro e lavoratori

Ben nota è anche la posizione di imprenditori e operatori economici, che ritengono queste misure disincentivanti per il mercato del lavoro. Infatti, le misure di retribuzione stabilite dal Rdc e altri sostegni non renderebbero vantaggioso scegliere questa tipologia di impieghi.

Di contro, i lavoratori denunciano a gran voce proposte inique e al limite della dignità che rendono, giustamente, non incentivante il trattamento.


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