Il prezzo del barile ha fatto un balzo di oltre il 20% riportando a testare la soglia dei 27 dollari. Una leggera ripresa (ben lontana dal suo valore ideale) che ha fatto guadagnare un po’ di terreno alla quotazione petrolio. Un tweet di Trump dietro questo balzo.
La guerra dei prezzi
Gli antefatti relativi a questa guerra commerciale risalgono ai primi di marzo, quando il vertice OPEC+ ha prodotto un nulla di fatto. In quell’occasione, i dissapori tra Russia e Arabia Saudita hanno fatto saltare l’intesa che negli ultimi anni aveva fatto tenere i prezzi. Infatti, è stato grazie a questo accordo che è stato possibile tenere sotto controllo la produzione mondiale e la quotazione petrolio. Situazione che, tuttavia, ha consentito ai paesi non OPEC con gli Stati Uniti in testa di aumentare la loro forza.
Gli USA adesso sono il primo produttore mondiale di shale oil, superando persino l’Arabia Saudita. Un proposito in cima alla lista della campagna di Donald Trump che puntava all’efficenza energetica americana. Tuttavia, a differenza degli altri paesi produttori, per gli impianti americani il prezzo petrolio è molto rilevante. La differenza di costo per la produzione del barile è altamente sensibile. Il range di costo per la produzione americana sta tra i 25 e i 35 dollari per barile, a causa delle operazioni di fracking.
Il tweet di Trump ed effetto quotazione petrolio
È nota l’influenza americana, di Trump in particolare, sul governo di Riyad. Infatti, su pressione del presidente, il principe bin-Salman ha contattato i membri del cartello e la Russia per questa riunione straordinaria. Un incontro che dovrebbe dare una svolta all’empasse che si è creata tra l’OPEC e la sua consueguenza sulla quotazione petrolio.
Proprio il presidente USA, sul suo social preferito, ha tweettato la notizia che ha causato il generoso rialzo sul petrolio nella seduta del 2 aprile.
Just spoke to my friend MBS (Crown Prince) of Saudi Arabia, who spoke with President Putin of Russia, & I expect & hope that they will be cutting back approximately 10 Million Barrels, and maybe substantially more which, if it happens, will be GREAT for the oil & gas industry!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) April 2, 2020
Nel sensazionale annuncio, Trump ha dichiarato che si aspetta una riduzione di ben 10 milioni di barili da parte dell’OPEC+. Il tweet ha provocato un balzo della quotazione petrolio facendo registrare una performance di quasi il 25% portando a oltre 26 dollari pb la quotazione petrolio WTI.
Quotazione petrolio Investing.
Una dichiarazione di intenti che adesso deve riscontrarsi nelle azioni del cartello. Infatti, un portavoce del governo russo ha precisato che non era avvenuto alcun colloquio diretto in merito. Nelle ore successive e nella giornata di oggi è stata confermata la riunione virtuale dei leader dell’organizzazione.
Il vertice OPEC+
La riunione straordinaria dell’organizzazione era stata inizialmente annunciata per lunedì 5 aprile. La necessità di ulteriori negoziati è servita a rinviare il meeting virtuale tra i leader tra l’8 e il 9 aprile.
Molti analisti, come riporta la CNN, nutrono un forte scetticismo su una improvvisa inversione di rotta tra i due contendenti principali. Inoltre, la richiesta/suggerimento di Trump su una possibile quota di tagli da raggiungere configge con la linea tenuta da Russi. La cifra ipotizzata da Trump corrisponde alla sola produzione Saudita, parliamo di una richiesta abbastanza pesante.
I dissapori tra russi e sauditi
Un’uscita rilasciata tramite agenzia stampa da parte del ministro degli Esteri saudita, principe al Sud, riferisce che le dichiarazioni russe erano “completamente prive di verità e che la Russia è stata quella che ha rifiutato l’accordo”.
Il commento si riferisce a una dichiarazione di Putin circa la responsabilità dei sauditi del crollo della quotazione petrolio. Un’espressione che ha provocato le reazioni del governo di Riyad. Altro elemento che rende vacillante la già precaria situazione.
Le prospettive sull’accordo terranno sicuramente il mercato in apprensione poiché va corrisposta anche una reazione all’attuale emergenza.