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Proof of Work e Proof of Stake: quali differenze

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Chi opera nel mondo delle critptovalute o in qualche modo cerca di capire il suo funzionamento, deve conoscere i termini Proof of Work e Proof of Stake. D’altronde appare evidente come sia il PoS che il PoW, abbiano bisogno per funzionare correttamente di algoritmi informatici responsabili come Bitcoin e Ethereum.
Per capire però realmente di cosa si tratta occorre analizzare le caratteristiche e le differenze che intercorrono tra il Proof Work e il Proof of Stake.

Cos’è il Proof of Work

Stando al proof significato appare evidente come il Proof of Work, sia un vero e proprio algoritmo sfruttato dalle criptovalute per poter ottenere un accordo decentralizzato. Nello specifico il sistema in questione è utile per poter validare i nodi nei vari processi di aggiunta facenti parte dei blocchi della blockchain.
La funzione utilizzata dal Bitcoin e dal Proof of Work è invece detta Hashcash. In questo caso la criptovaluta “obbliga” in qualche modo i miners ad andare a risolvere i problemi matematici complessi e piuttosto difficili.  Una volta risolto il problemaquesto permette di aggiungere blocchi alla blockchain.

Questa funzione da vita a dei dati specifici che possono venire usati per controllare che effettivamente sia stata eseguita una determinata quantità di lavoro. Per tale ragione viene utilizzato il termine inglese Proof of Work, che in italiano sta a significare prova di lavoro.
Per capire realmente il meccanismo basta solamente immaginarsi il Proof of Work come un preciso tentativo che ha come obiettivo quello di produrre solamente una parte dei dati che meglio si adattano al protocollo richiesto da Bitcoin.

proof of work

Cos’è il Proof of Stake

Una volta aver analizzato il Proof of Work è necessario conoscere il reale algoritmo bitcoin, attraverso l’analisi del Proof of Stake. Quest’ultimo non è altro che un metodo alternativo, per raggiungere un consenso attraverso i nodi.
E’ stato introdotto nel 2012 da un esperto all’interno del forum Bitcointalk in quanto il Proof of Work avevano bisogno di troppa energia ed elettricità.
Attualmente, stando agli studi effettuati, si è quantificato il costo relativo all’elettricità per il funzionamento e la gestione di un network Proof of Work. Appare evidente come esso sia molto simile a quello dell’alimentazione utilizzato negli Stati Uniti in milioni di abitazioni.

Al contrario il Proof of Stake invece usa poca energia e si afferma così come una scelta ecologica e facile da comprendere rispetto all’altra.
ll numero dei token con valuta digitale nel Proof of Stake, presenti in ogni utente, assumono un ruolo fondamentale nel sistema stesso.
Più è grande infatti la quantità di token che gli utenti hanno, maggiore è la probabilità che il sistema non sia stato violato.
Nel Proof of Stake rispetto all’altra, i blocchi non sono estratti ma coniati. L’intero processo di selezione avviene una volta che il sistema ha provveduto ad analizzare numerosi fattori, appunto per cercare di garantire la selezione soltanto di individui con quota maggiore.

Le principali differenze fra Proof of Work e Proof of Stake

Analizzando la parola stake traduzione, appare evidente come il Proof of Stake si applica alle criptovalute pre-minate in modo da facilitare l’utente verso l’accesso alla piattaforma. L’offerta complessiva così delle criptovalute Proof of Stake è fissata dall’inizio e non viene assegnato nessun tipo di premio per aver creato i blocchi. Contrariamente per quanto invece avviene nella Proof of Work.
I miners in tale sistema possono solamente sentirsi incentivati dalle commissioni della transizione, legate al blocco coniato.
Le principali differenze è possibile rinvenirle infine nelle diverse metodologie specialistiche ed informatiche che utilizzano ogni giorno.
In linea generale il modello Proof of Stake sembra rispettare maggiormente l’ambiente e l’economia ma allo stesso tempo vanta degli inconvenienti che Proof of Work non ha.


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