Il prezzo del petrolio tocca un terreno mai esplorato prima. I contratti sul petrolio in scadenza domani scambiano a meno di 1 dollaro per barile. L’epidemia di coronavirus mette in ginocchio il settore con il benchmark che crolla sotto le preoccupazioni.
Il prezzo petrolio e il crollo della domanda
Il crollo del prezzo del petrolio negli USA ha toccato $1 dollaro per barile, a causa dello shock economico da pandemia. Inatti, le preoccupazioni e l’attuale contrazione della domanda di greggio hanno spinto i prezzi a livelli storici. Infatti, i produttori scontano anche l’impossibilità di gestire lo stoccaggio del petrolio.
Dopo il duro colpo inflitto dai dissapori interni all’OPEC agli inizi di marzo, si pensava che la recente intesa risolvesse qualcosa. La settimana scorsa i maggiori produttori di petrolio al mondo oltre l’Organizzazione, avevano raggiunto un accordo.
Invece, il prezzo petrolio oggi, seduta di lunedì, il West Texas Intermediate (WTI) è sceso ai minimi storici perdendo oltre il 93%. I contratti con scadenza a giugno hanno perso oltre il 18,4% a $20,37 al barile. Anche il contratto con scadenza luglio ha perso il 12%.
Stando a quanto dichiarano dal CME, Chicago Mercantile Exchange, il prezzo potrebbe andare in terreno negativo per il contratto con scadenza maggio.
L’effetto coronavirus
Proprio le diverse considerazioni sulla pandemia hanno reso squilibri sulla quotazione presente rispettoa a quella futura. La probabile inversione di tendenza nell’ultima parte dell’anno si fa spiraglio.
La realtà attuale, tuttavia, mostra come il lockdown che ha colpito il mondo abbia messo in ginocchio il settore. Infatti, con le industrie ferme e la richiesta da tutti i settori precipitata, rende la prospettiva cupa. Insieme al prezzo petrolio.
Lo stop totale ha reso la dimensione della crisi che tiene in ostaggio i produttori, soprattutto quelli americani. Proprio il costo per l’estrazione e la produzione del singolo barile, è stata l’elemento chiave nella precedente fase della crisi. Adesso, oltre al nodo della produzione vi è il problema dello stoccaggio.
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Non c’è più posto
Secondo quanto riportato sul FT, il redattore di The Schork Report, Stephen Schork, prevede l’esaurimento della capacità entro due settimane. Per l’autore, la capacità di riserva degli Stati Uniti raggiungerà il suo picco a breve. Il pessimismo è data anche dalla possibilità che i mesi di maggior richiesta, come l’estate, restino “morti”. A giudicare dal trend mondiale in atto non è molto remota come eventualità. E questo influirà pesantemente il prezzo del petrolio.
Tuttavia, bisogna considerare che i contratti a scadenza futura ci danno un’altra prospettiva con cui tenere d’occhio l’andamento.
Tutto questo, tenendo d’occhio il dato le scorte di petrolio previsto per la giornatà di mercoledì 22 aprile.