del Il prezzo del petrolio si spinge sempre con più forza dopo le voci che confermerebbero la volontà dell’OPEC+ di trovare un’intesa. Dopo un’altalena di possibili date, il meeting dell’organizzazione previsto prima per iil 9-10 giugno, poi anticipato al 4. Alla fine è stato confermato per la giornata di domani, sabato 6 giugno.
Il meeting OPEC e il prezzo del petrolio
La situazione per il mercato petrolifero non sembra essere ancora esente dalle tensioni dei paesi produttori e i loro partner. Anche in questo caso, i contrasti tra la Russia e l’Arabia Saudita hanno fatto temere per un annullamento del vertice.
Tuttavia, proprio il ministro dell’energia russo Alexander Novak ha confermato che le discussioni al tavolo sono in corso. Questo dopo che le prime indiscrezioni davano per certa la cancellazione dell’incontro. Uno spiraglio di “serenità” che ha spinto su le quotazioni petrolio con WTI e Brent che guadagnano terreno. Il crude oil, mentre scriviamo, viene scambiato oltre 40 dollari al barile mentre il Brent ha superato quota 42 dollari.
I dissapori, secondo quanto riporta Bloomberg, sarebbero riconducibili al ruolo di Baghdad e la difficoltà ad allinearsi. Nell’incontro di domani, fissato alle 13 ora di Londra, si dovrà siglare l’accordo per estendere ulteriormente i tagli record. Infatti, a causa della pandemia da Covid-19 il Cartello aveva stabilito di ridurre la produzione di ben 9,7 milioni di bpd.
Scelta che ha permesso al prezzo petrolio di uscire dal terreno negativo, causato dalla frenata dei consumi. Stop al quale si deve aggiungere l’eccesso di scorte mondiali che aveva messo a rischio anche la tenuta dei depositi.
L’importanza dell’accordo sulle quotazioni petrolifere
La tenuta dell’intesa e la stipula formale (che dovrebbe avvenire domani) delle raccomandazioni, è vitale per il prezzo del petrolio. Proprio nel momento in cui le economie globali hanno iniziato a riprendere il loro ritmo. Ripresa della domanda e controllo dell’offerta hanno prodotto il raddoppio della quotazione petrolio facendo crescere l’ottimismo. Proprio questa fase delicata di ripresa deve essere accompagnata, come riferiscono analisti delle maggiori banche di investimento, dal senso di responsabilità.
Un appello che a gran voce chiedono anche la Russia e l’Arabia Saudita sia ai membri che ai maggiori produttori mondiali esterni al cartello.
Il nodo Iraq
La presidenza di turno dell’Opec è detenuta dall’Algeria, sebbene il leader de facto sia il Regno saudita. Il nuovo ministro dell’energia del regno il Principe Abdulaziz bin Salman si è da subito impegnato su questo fronte. Il richiamo è principalmente rivolto all’Iraq, che sta cercando di mantenere gli impegni imposti dall’accordo nonostante le recenti mancanze.
Una sfida che ha lo scopo di tenere saldo il prezzo del petrolio al barile conveniente. Specialmente dopo essere riuscito a recuperare il fallito tentativo di alcuni mesi di allineare la Russia alle posizioni dell’Organizzazione.
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