Politica di Donald Trump: in questo articolo vogliamo soffermarci sulla politica di Trump. Parleremo dei suoi ideali, ma non solo. Trump, realmente, ha sempre fatto politica, anche durante la sua vita da imprenditore. In questo articolo cercheremo di ricostruire il filone della Politica del Presidente Trump che lo ha portato ad ottenere un consenso schiacciante negli Stati Uniti d’America.
Donald Trump chi è?
Donald John Trump è il 45° Presidente degli Stati Uniti d’America.
Trump Donald nasce a New York, il 14 giugno 1946. Imprenditore, business man, conduttore televisivo, attore, show man è stato eletto nelle file del partito Repubblicano. Elezione Donald Trump: 8 novembre 2016 Il suo mandato è iniziato, ufficialmente, il 20 gennaio 2017. Nasce e muove i suoi primi passi nell’imprenditoria da giovanissimo. Ha operato, principalmente, in quella New York in forte espansione degli anni ’70.
Trump anni
Per quanto possa sembrare giovane ed energico, Trump anni sulle spalle ne ha un po’. 73 per l’esattezza, contando che è del 1946.
Trump Traduzione
In Italiano Trump si traduce con Briscola.
Gli inizi di Trump
Votato al mondo manageriale e del business, diciamo che le sue principali attività si possono così riassumente.
- comincia nel settore immobiliare
- Ha studiato Economia alla Wharton School in Pennsylvania,
- Nel 1968 diventa socio dell’azienda di famiglia;
Trump Organization, infatti, non è altro che la vecchia azienda familiare che ha cambiato nome. Questo perché 3 anni dopo l’acquisizione di alcune quote aveva accumulato abbastanza capitale per rilevarla.
Quanti soldi ha Donald Trump?
Trump ha un capitale veramente ingente.
Infatti è proprietario della Hotel & Trump Tower e ha fondato numerosi hotel, campi da golf, casinò ecc …
- Nel 2018 è nella 766ª posizione della lista di persone più ricche del mondo.
- Patrimonio Trump: il suo capitale ammonta a 3,1 miliardi di dollari. Nel 2016 il suo patrimonio ammontava a 14 miliardi.
Cosa ha fatto Trump? Politica di Trump
- Dal 1996 al 2015 è proprietario del concorso e del marchio Miss Universo.
- Tra il 2004 e il 2015 è produttore e conduttore del programma televisivo The Apprentice USA.
- Durante l’anno 2000 fallisce nel partecipare alle primarie di Partito Riformista.
- Anno 2016 – partecipa alle Primarie Repubblicane diventando il candidato del partito per le elezioni presidenziali.
- Ha vinto le elezioni presidenziali dell’8 novembre 2016 facendo scacco matto a Hillary Clinton.
- Il 19 dicembre 2016 è stato nominato formalmente nuovo capo di Stato.
- Il 20 gennaio 2017, entra ufficialmente nella Casa Bianca come 45º presidente.
- Nel 2016 il TIME lo presenta come persona dell’anno.
Politica di Trump
La politica interna di Donald Trump
Energia
Trump è un Repubblicano, e come tale ha da sempre supportato e promulgato lo sviluppo industriale per rendere grande l’America. A suo avviso le industrie devono utilizzare sia combustibili rinnovabili che fossili. Dopo la sua elezione ha diminuito le strette inserite da Obama a tutela dell’ambiente.
Il suo scopo sembrerebbe quello di inserire gli Usa, nuovamente, tra i maggiori esportatori di petrolio, per scoraggiare l’acquisto di oro nero dal Medio Oriente. Trump vorrebbe portare l’America a ritornare tra i grandi esportatori di petrolio.
Questo significa che grazie alle sue politiche abbastanza permissive, il mercato energetico è aiutato da regole meno severe, che diminuiscono, quindi, i costi di produzione. Sia lui che tutto il suo entourage sono fermamente convinti che il cambiamento climatico non sia causato dall’inquinamento. Per questo motivo non prestano molto attenzione alle campagne di sensibilizzazione. Trump detesta Greta Thunberg e l’ha spesso accusata sui social.
Cambiamento climatico
Secondo Donald Trump il cambiamento climatico non esiste. A suo personale avviso bisogna andare contro il consenso unanime degli scienziati del mondo. Nella sua teoria, che ha avuto modo di palesare nel 2012, Il surriscaldamento globale non è altro che una teoria falsa. Ad inventarla sarebbero stati i cinesi. Successivamente ha affermato che si trattava di uno scherzo.
In passato ha avuto modo di ridire anche sull’EPA definendo l’ente che si occupa di salvaguardia dell’ambiente una vera e propria “disgrazia” per gli USA. Come tipico nel suo stile è passato alla fase operativa minacciando i vertici dell’EPA di ridurre la spesa in bilancio prevista a loro favore.
Trump ha lasciato il tavolo delle trattative sull’energia pulita. Per ciò che riguarda la politica Internazionale ha fatto anche di più. Trump ha ritirato l’America dall’ormai famoso accordo di Parigi che era stato firmato alla XXI Conferenza delle Parti dell’UNFCCC. Lo scopo prefissato in quell’accordo è quello di ridurre al minimo le emissioni di carbonio. A sottoscriverlo sono stati più di 170 paesi. Ad oggi gli Stati Uniti sono l’unica nazione che non fanno parte dell’accordo dopo il ritiro avvenuto nel mese di giugno del 2017.
Immigrazione
Con Trump al potere si inizia a parlare di muro tra l’America e il Messico. La politica di Trump sull’immigrazione è stato un argomento molto discusso. Sin da subito Trump ha richiesto di rafforzare il muro che separa gli Usa col Messico, costruendone uno ancora più sicuro. In campagna elettorale l’idea del muro “the WALL” ha spopolato in tutti i tweet di Trump. L’idea è quella di impedire l’immigrazione senza permesso, e quindi da clandestine, negli USA. Trump ha promesso, in campagna elettorale, che il muro dovrà essere pagato dal governo Messicano.
Sui bambini e sulla nazionalità americana come diritto che si acquisisce alla nascita, la politica di Trump è chiara. Il presidente ha definito quei bambini come “bambini-àncora“. La locuzione precisa sarebbe Anchor babies. In buona sostanza sono gli infanti nati su territorio USA, e quindi, grazie allo Jus Soli cittadini americani, da madri che abitano negli Stati Uniti illegalmente. In un contesto del genere gli Usa sono spesso stati costretti a dover dare la cittadinanza anche alle madri. Trump ha spinto molti immigrati clandestini verso i loro stati.
Nella guerra ipotetica di Trump ci sono anche i criminali. chi ha superato il periodo di permanenza e quindi è col visto scaduto e chi rappresenta una minaccia per la sicurezza.
Il bando ai musulmani
A seguito del triste episodio degli attentati in Francia nel 2015, Trump ha bandito i musulmani dall’America. La proposta prevedeva di impedire totalmente l’ingresso in America ai cittadini di religione musulmana. Il tutto fino a quando non saranno introdotti degli strumenti ancora più specifici di controllo. Un anno dopo Trump ha affermato che il divieto non è per tutti i cittadini musulmani, ma solo quelli provenienti dai paesi “compromessi con il terrorismo”. Questo significa che si tratta di paesi che hanno o hanno avuto, in passato e nel presente, storia collaudata di terrorismo con USA e alleati.
Agli inizi del 2017 un altro episodio chiave nella politica di Trump. Il Presidente ha vietato l’ammissione ai musulmani provenienti da una lista di sette paesi, tra i quali anche l’Iraq. Tale ordine è entrato in vigore senza preavviso e con effetti immediati. Le reazioni in America hanno pervaso tutte le strade. Proteste di ogni tipo, caos negli aeroporti. Tanti cittadini hanno proposto dei ricorsi dinnanzi al giudice federale che, nella stragrande maggioranza dei casi, si è risolto a favore del ricorrente. Molti tribunali hanno quindi bloccato questa politica di Trump.
Alcune modifiche successive
Qualche mese dopo, nel marzo del 2017, Trump ha presentato un emendamento al provvedimento escludendo l’Iraq dai sette stati. All’interno di queste modifiche si sono previste anche delle esenzioni indirizzate ai chi risiede in maniera permanente. Ha però rimosso la propria per le minoranze religiose. Questa volta ha dato una settimana per l’attuazione della norma. Questa volta, come prima, i tribunali se ne sono infischiati schierandosi, spesso, a favore dei ricorrenti.
Bisognerà attendere il mese di giugno perché la Corte Suprema degli Stati Uniti si pronunci. Infatti è arrivata una smentita ufficiale verso i tribunali di rango inferiore. Questo ha permesso all’ordine esecutivo di poter diventare legge. In buona sostanza: se sei un cittadino proveniente dalla Siria, dalla Libia, dall’Iran, dal Sudan, dallo Yemen o dalla Somalia devi dimostrare di avere “buone relazioni con una persona o un ente degli Stati Uniti d’America”. Lo si fa in forma verbale e documentale, mediante delle affermazioni che devono apparire credibili. Pena il rimpatrio.
Ma il divieto, nella realtà dei fatti, è durato solo 120 giorni.
Questioni sociali
Trump è un repubblicano di stampo conservatore. Durante la sua campagna elettorale e la sua presidenza la politica di Trump sul sociale è sempre stata chiara. In particolare modo ha fatto storia la politica di Trump sull’aborto. Nel caso specifico lui stesso ha, però, previsto dei casi di eccezione ben specifici quali, ad esempio, l’incesto, lo stupro, ma anche tutte quelle cause che potrebbero compromettere la salute della madre. In ogni caso il tema dell’aborto è sempre stato un cavallo di battaglia del partito Repubblicano.
Politica Donal Trump: Trump è omofobo?
Ha grande simpatia per il matrimonio tradizionale e per la famiglia tradizionale formata da uomo, donna, figli. Sui gay, e quindi sulla legalizzazione del matrimonio tra due persone dello stesso sesso, non ha avuto nulla da ridire. Ha, anzi, definito la questione risolta. Ultimamente Trump si è addirittura riscoperto gay friendly. Durante il mese dell’orgoglio omosessuale, nel 2019, Trump ha incitato alla decriminalizzazione dell’omosessualità in tutto il mondo. Trump si è quindi schierato con tutte le forze affinché la sua amministrazione supporti questa causa.
Trump si è sempre detto contrario al controllo delle armi, ma nel corso del tempo la sua view è diventata meno estremista. Da sempre nella politica di Trump la marijuana per scopi ludico ricreativi non ha trovato posto fino alla fine del suo mandato. Infatti ormai la marijuana è legale in quasi tutti gli USA, visto che ogni stato può decidere autonomamente. Trump sostiene l’utilizzo della marijuana, però, per scopi medici. Si è sempre schierato a favore della pena di morte ed è favorevole al waterboarding.
Assistenza sanitaria
Per quanto i media tradizionali abbiano spesso fatto emergere il contrario, da anni, ed esattamente dal 1999, Trump ha ribadito di essere a favore dell’assistenza sanitaria per tutti. Essere contro l’Obamacare non significa essere contro l’assistenza sanitaria garantita anche ai meno ambienti. Trump hapubblicato un libro intitolato The America We Deserve. In quelle pagine emerge il pensiero di Trump Donald su un sistema sanitario simile al modello canadese. Trump, che ha origini scozzesi, ha sempre ammirato il sistema sanitario scozzese per la sua organizzazione.
Nella prima campagna elettorale e durante la sua presidenza, Trump si è sempre schierato contro l’Obamacare. Sin dai primi giorni dell’inizio del suo mandato ha invitato pubblicamente e in più occasioni il congresso ad esprimersi in merito per sostituire con una nuova riforma. Ritoccare la riforma sanitaria in America non è cosa semplice. Il senato, infatti, non è in grado di creare e presentare una versione convincente di legge di abrogazione. Per questo motivo l’impresa rimane assai ardua fino a quando non si creerà una valida alternativa.
Istruzione
In materia di istruzione Donald Trump è molto proiettato verso politiche di decentramento. In buona sostanza: ritiene che il controllo delle scuole primarie e secondarie debba essere locale. Per questo motivo si è sempre opposto a tutte le eventuali Norme Generali di stato per le scuole primarie e secondarie. Un esempio si può riscontrare nel Common Core. Trump ha definito il Common Core un vero e proprio “disastro” al quale ha promesso di mettere fine. In una recente dichiarazione ha detto di volersi liberare di tutto o di buona parte del Dip. Istruzione USA.
Trump dazi: economia e commercio
Sin dall’inizio la Politica di Trump ha voluto una riduzione delle tasse. Purtroppo le cose poi non sono andate così. Trump si è sempre definito come un “libero commerciante”. Egli sostiene, però, che il commercio deve essere giusto e ragionevole. Nel corso della sua vita, in virtù di tanti accordi, ha usufruito di sgravi fiscali. Trump sostiene che siano i ricchi a dare lavoro: per questo motivo se i ricchi pagano meno tasse, l’economia gira maggiormente.
Molti definiscono la politica di Trump come protezionista. Ha fortemente criticato il NAFTA e ha proposto di aumentare considerevolmente le tariffe a tutte le esportazioni provenienti dalla Cina e dal Messico. Donald Trump ha fortemente contestato l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). Ha anche minacciato di abbandonarla, a meno che le tariffe da lui proposte non saranno approvate. I mercati, nel corso della sua presidenza, hanno registrato numeri da record, anche durante la pandemia. Segno che il suo operato è stato visto di buon occhio dagli investitori.
Trump e la FED
Nel 2018 Trump ha nominato Jerome Powell come presidente della Federal Reserve (FED), la Banca Centrale Americana. All’epoca la FED era intenta a rialzare gradualmente i tass di interesse.
A Trump non stava bene. Infatti se si aumenta il costo del denaro, le esportazioni subiscono delle battute d’arresto, con conseguenze negative per l’economia. Tramite un tweet Trump ha imposto alla FED di abbassare i tassi.
Nel corso del 2019, dopo che Trump ha minacciato di licenziare Powell, la FED ha abbassato i tassi di interesse e gli gli indici americani hanno toccato picchi storici.
Si tratta di uno dei periodi più fiorenti per tutta l’economia degli Stati Uniti d’America. Nonostante la Pandemia, infatti, non si registrano crolli importanti dei mercati sotto la presidenza di Donald Trump.
La Politica estera di Donald Trump
Politica di Trump: Brexit
Trump ha espresso parole di favore per Boris Johnson. Il presidente sostiene che Boris sia l’uomo giusto per la Brexit. Ha espresso di voler concludere delle partnership commerciali con il Regno Unito. Tali accordi, secondo Trump, sarebbero buoni per ambedue le parti.
Politica Trump: la politica estera
La politica di Trump all’estero è una politica notevole. Si tratta di un presidente non interventista. Paradossalmente è il primo presidente americano a non aver dichiarato guerra a nessuno, a differenza di tutti i suoi predecessori. Obama, ad esempio, nel corso dei suoi otto anni di presidenza ha bombardato 7 paesi nonostante sia Premio Nobel per la Pace. Trump non ha bombardato nessuno. Trump è molto nazionalista, e non perde un attimo per farlo presente. Ha da sempre sostenuto l’idea di Prima l’America, senza se e senza ma. Il marchio “Make America great again” è di sua proprietà.
Nonostante sia un Presidente pacifista, ha finanziato la spesa per la corsa agli armamenti e per rafforzare l’esercito americano e la difesa USA. Nel contempo ha dichiarato di voler decurtare la spesa a favore della NATO. Nella sua idea politica l’America dovrebbe guardare dentro casa sua, e smetterla di pensare a costruire la nazione. A suo avviso si è raggiunta la maturità necessaria per orientare un’azione verso i bisogni interni.
In campagna elettorale aveva addirittura messo in dubbio la permanenza degli USA all’interno della NATO. Ha minacciato più volte di abbandonare la NATO, anche se poi, come Presidente, alla fine, si è sempre impegnato a supportarla, seppur con dei limiti.
Con l’idea di contrastare gli stati islamici di Iraq e Siria (ISIS) ha richiesto di procedere al sequestro di tutto il petrolio presente nelle aree occupate dall’ISIS.
La politica di Trump su Israele
A partire dal 2016 Donald Trump si è detto imparziale in quello che è il conflitto tra Israele e Palestina. Non ha mai negato, però, di essere un grande “fan di Israele”. La sua stessa figlia e consigliera, Ivanka Trump, è di religione ebraica. In campagna elettorale aveva più volte ribadito la sua intenzione di spostare l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Nel maggio del 2017 Trump ha avuto modo di recarsi sul muro del pianto, in un viaggio all’estero che ha riguardato Israele, l’Italia, il Vaticano e il Belgio.
I rapporti con la Russia
In campagna elettorale e durante la sua presidenza Trump ha sostenuto di avere un’ottima amicizia con la Russia e di avere un buon rapporto. Trump ha infatti avuto un incontro di vertice con Vladimir Putin, presidente Russo. Sempre secondo Trump la Russia potrebbe supportare gli Stati Uniti nella lotta contro l’ISIS, per riportare l’ordine. A seguito dell’attacco chimico di Khan Shaykhun, nell’aprile del 2017, il Presidente Trump ha dato il via per un attacco missilistico ai danni di un campo di aviazione presente in Siria.
La Corea del Nord: svolta storica Trump Kim Yong Un
Da sempre le tensioni politiche in Corea del Nord hanno rappresentato un problema di non poco conto a livello mondiale. Nella seconda metà del 2017 la Corea del Nord è diventata un argomento di dominio pubblico per via della potenziale minaccia nucleare da parte del leader Kim Jong Un.
Diventato presidente Trump aveva creduto in un supporto da parte della Cina per fermare la corsa al nucleare da parte della Corea del Nord. Questo per ragioni geopolitiche visto che la Corea del Sud confina con quella del Nord ed è ad influenza e trazione statunitense. In quel contesto la Corea del Nord ha implementato i suoi test nucleari suscitando l’ira di Trump. Nel luglio del 2017 quando sembrava imminente la Terza Guerra Mondiale, la Corea ha testato ben due missili ad ampio raggio.
Trump e la Terza Guerra Mondiale
Si tratta di missili avanguardisti in grado già di poter raggiungere alcuni territori USA, quali ad esempio l’Alaska, le Hawaii. C’è chi giura che quei missili potrebbero raggiungere anche la terraferma americana facendone, difatti, dei missili balistici intercontinentali. Il mese successivo, ad agosto, Trump ha aumentato la tensione contro la Corea di Kim e ha fatto un annuncio shock tramite il Trump Twitter: se la Corea del Nord dovesse continuare a provocare gli Stati Uniti, sarebbe stata ricambiata con
“fuoco e furia come il mondo non ha mai visto”.
A quella provocazione il leader della Nord Corea Kim Jong-un ha annunciato di voler dirigere il suo prossimo test verso Guam. Trump ha risposto che se il leader si fosse permesso ad attaccare l’isola di Guam,
“accadranno loro cose che non avrebbero creduto mai che sarebbero state possibili“,
Il 12 giugno del 2018, a Singapore, i due Leader si sono incontrati.
Si tratta di una tregua storica e di una grande vittoria diplomatica del presidente Trump che ha riabilitato, agli occhi della comunità internazionale, uno stato che, difatti, era tagliato totalmente fuori dal mondo. Questo solo episodio politico e storico dimostra l’importanza che Trump ha dato, nella sua politica, alla diplomazia.
Ancora su Israele
A seguito di questa scelta sono iniziate delle proteste anche violente da parte del popolo palestinese.
La guerra in Yemen
Trump nell’arco della sua presidenza ha sempre sostenuto gli arabi nella guerra civile in Yemen. Il Senato e la Camera, in virtù del War Powers Act del 1973, avevano approvato una risoluzione per sospendere tutte le attività militari a favore dell’Arabia Saudita. L’intervento armato è stato rivendicato grazie al diritto di veto sulla risoluzione, entrato poi in vigore nel mese di aprile dello stesso anno.
Donald Trump e Qassam Soleimani
Lo scontro USA-Iran è, sicuramente, uno dei più curiosi della storia.
Potremmo dire che si tratta di uno scontro nato su Twitter tra Trump e il generale iraniano Qassam Soleimani. Il tutto inizia il 2 novembre del 2018 quando l’America annuncia le nuove sanzioni all’Iran. La sfida, in pieno stile “Games of Thrones”, aveva preso vita sul Social Network dove Trump aveva pubblicato una foto con le scritta “Sanctions are coming – November 5”. Il richiamo è chiaramente alla nota frase della serie “Winter is coming”.
A quella foto Qassam Soleimani aveva risposto con la pubblicazione di un’ulteriore foto, sempre sullo stile de Il trono di Spade. Il generale si era fatto ritrarre sullo stile del Re della Notte, comandante degli Estranei. “Io ti affronterò!”. Sul social Soleimani aveva aggiunto una frase del tipo “Venite! Stiamo aspettando. Io sono il vostro nemico. La Forza Quds è il vostro nemico. Voi avete cominciato questa guerra, noi la finiremo”.
La morte di Soleimani
All’alba del 3 gennaio del 2020 il presidente Donald Trump ha ordinato l’uccisione del generale Quassam Soleimani grazie ad un attacco di un drone. L’attentato è avvenuto all’aeroporto di Baghdad dove il generale Iraniano è rimasto ucciso assieme al capo delle Forze di Mobilitazione Popolare sciite irachene Abu Mahdi al-Muhandis che era in un’altra auto.
Il giorno successivo, con un altro attacco, è stato assassinato il capo di un gruppo sciita iracheno filo-iraniano Katai’b Hezbollah e il segretario generale Shibl al-Zaydi. Nei giorni successivi milioni di persone si sono riversate in piazza per rendere omaggio alla salma del generale Iraniano.
Teheran ha giurato vendetta (“Americani, preparate le bare”) avvisando già l’ONU. Secondo Donald Trump l’uccisione di Soleimani è stata una precauzione. Il presidente ha dichiarato:
“Non ho voluto iniziare una guerra, ho voluto evitare una guerra visto che Soleimani stava preparando un attacco agli USA”.
La Camera USA ha limitato i poteri di guerra del Presidente Trump.
Trump e il Covid-19
Con lo scoppio della Pandemia e l’arrivo in USA del Virus, mentre l’Europa andava in lockdown, Trump ha gestito l’emergenza in maniera singolare. Si è, infatti, distaccato dalle raccomandazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), tenendo sin da subito un rapporto ambiguo anche con la mascherina. Trump ha evitato, in più occasioni, di metterla.
Donald Trump ha sempre definito il Coronavirus come “Virus Cinese“, ed è assiduo supporter della teoria che vedrebbe appunto il virus come creatura di laboratorio, e quindi creato dall’uomo.
Trump è risultato positivo al tampone per il Coronavirus il 2 ottobre del 2020. Nel corso della sua degenza, durata solo 3 giorni, Trump ha usufruito di una cura sperimentale a base di anticorpi e probiotici. Pochi giorni dopo, una volta guarito, ha dichiarato di “sentirsi come un leone”.
Contrari alla sua linea tutta la fazione di democratici, ed in particolare il medico della casa bianca Anthony Fauci. Trump ha più volte minacciato di licenziarlo. I vaccini di Pfizer e Moderna, che hanno mostrato un’efficacia superiore al 95%, sono stati scoperti durante la sua prima presidenza.
Trump Impeachment
La richiesta di Impeachment è stata presentata il 12 luglio 2017. La richiesta proviene formalmente dal rappresentante della California Brad Sherman. Tale richiesta è presentata secondo secondo l’H. Res. 438. Le accuse che sono state mosse contro Trump riguardano delle possibili interferenze da parte della Russia. A quanto pare dietro l’enorme successo di Donald Trump nella campagna elettorale vi sarebbe la mano di Mosca, che avrebbe voluto l’elezione di Trump sostenendolo in maniera illegittima.
Trump campagna presidenziale 2020
Donald Trump ha già annunciato di voler portare avanti la sua politica. Infatti ha dichiarato di voler correre alle elezioni per un nuovo mandato. La candidatura è già stata depositata presso la FEC già all’inizio della prima presidenza, nel 2016.
La sua commissione elettorale, infatti, è rimasta tale e quale e si è solo trasformata nella commissione elettorale per il 2020. La campagna elettorale è già iniziata. La prima tappa ha riguardato la città di Melbourne, un Florida, dove Trump ha tenuto un comizio il 18 febbraio 2017.
La campagna ha già raccolto decine di milioni di dollari.
Alle elezioni del 4 novembre del 2020 lo sfidante democratico Joe Biden è stato annunciato dai media e dai risultati elettorali come Presidente Eletto degli Stati Uniti d’America. Con 306 seggi per Biden e 232 per Trump Biden sembra aver trionfato.
Tuttavia Trump, seguito dal suo avvocato e storico sindaco di New York Rudy Giuliani, ha denunciato brogli elettorali su cui i giudici stanno ancora indagando.
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