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Shale Oil: Petrolio, il rally si ferma ma gli USA spingono

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Le notizie che giungono da oltreoceano parlano di nuovi record di produzione dello SHALE OIL e l’attivazione di nuove piattaforme. Il tutto condito dall’escalation dell’instabilità in Venezuela.

INVESTITORI NERVOSI

Il boom nella produzione di petrolio negli Stati Uniti ha contribuito a ridurre i prezzi del greggio negli ultimi quattro anni. Abbassamento che comunque ha incontrato la politica di tagli dell’OPEC e Russia permettendo un leggero recupero. Una situazione che si è mantenuta fino all’ultimo trimestre del 2018.
Adesso, i recenti dati diffusi dalla EIA (Energy Information Administration) dimostrano come nel mese di febbraio la produzione di Shale Oil potrebbe raggiungere livelli record, attestandosi a quota 8,18 milioni di bpd.

Secondo la società di servizi energetici Baker Hughes le compagnie petrolifere avrebbero aumentato anche il numero di siti di ricerca. Una notizia che fa presagire una prossima impennata della produzione.
A fine dello scorso anno, la produzione aveva toccato il quantitativo storico di 11,9 milioni di barili al giorno.

Il 2019 si preannuncia come un anno molto incerto per l’oro nero. Fattori macroeconomici legati all’andamento dei maggiori compratori di greggio, andamento che che è non proprio florido.

In particolar modo ci si preoccupa per la Cina, il secondo consumatore al mondo di combustibili fossili. Il gigante asiatico ha infatti recentemente registrato un forte rallentamento. Una frenata chiaramente visibile nel dato sul PIL che è tra i peggiori degli ultimi decenni.

VENTI INCERTI…

Il petrolio è altamente volatile, tuttavia, ci sono molte situazioni che potrebbero far salire i prezzi. La produzione è instabile in Nigeria e in Libia. Le sanzioni americane sull’Iran, nonostante Teheran mostri i denti, stanno pesando sul mercato.

L’Opec + Russia sta mantenendo la sua politica di tagli, cercando di mostrarsi cauta difronte alla disastrosa crisi che attanaglia il Venezuela nell’ultimo periodo.

E IL VENEZUELA…

Propio l’acuirsi delle tensioni politiche che interessando la repubblica socialista sudamericana non consentono di fare previsioni certe. Il paese, lo ricordiamo, ha le più grandi petrolifere al mondo e ne è uno dei maggiori produttori. Infatti, è proprio il petrolio la fonte si sostentamento dell’economia venezuelana.

Inoltre, l’importanza della sua produzione è rilevante poichè si tratta di greggio pesante, una varietà difficilmente reperibile. Una crisi che riguarda principalmente la gestione (oseremmo dire catastrofica) della compagnia petrolifera di stato la Petróleos de Venezuela (PDVSA).

Se ti è piaciuto l’articolo visita la sezione apposita per leggerne altri simili.

 

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