🛢Dove può arrivare il prezzo del Petrolio?🛢
Gli sforzi dell’OPEC ormai inefficaci per via di USA e LIBIA.
Gli investitori si sono fatti cogliere alla sprovvista la settimana scorsa. Le scorte USA, nettamente inferiori alle attese, avevano per un attimo fatto nutrire la speranza di rivedere i prezzi del Greggio a 50$.
Nulla di fatto. Deluse le aspettative a tanti cari saluti agli stop loss. Ma onde evitare figure barbine e scottature pesanti, è opportuno seguire quanto segue.
L’Inizio del nuovo semestre
Se con i meeting OPEC di Vienna si era sperato in un assestamento dei prezzi del petrolio, all’inizio del nuovo semestre si può ufficialmente siglare il nulla di fatto. I prezzi sono tornati nuovamente al punto di partenza. Inefficaci gli sforzi dell’OPEC che ha deciso l’estensione dei tagli fino a Febbraio 2018. Neanche i dati incoraggianti sulle scorte USA, risultati inferiori di 6,3 milioni di barili, hanno fatto cambiare il punto di vista degli investitori.
A far paura sono le scorte GLOBALI.
Con Trump si pompa troppo petrolio
L’Uscita dai trattati di Parigi sul clima ha concesso a Trump di poter riattivare i pozzi shale. Infatti grazie a questa mossa di politica internazionale, di punto in bianco, tutti i pozzi di estrazione tornano ad essere a norma. I trattati di Parigi prevedevano un adeguamento degli impianti per attutire l’immissione di monossido di carbonio nell’atmosfera. Con l’avvenuto divorzio scende dunque il prezzo di estrazione dello shale oil. I pozzi erano stati appunto bloccati proprio perché sotto quota 55$ al barile, sarebbe stato inutile estrarlo per via delle enormi spese. Stracciato il trattato, pericolo scampato. I petrolieri a stelle e strisce possono nuovamente pompare petrolio senza contegno. Questo è deleterio per le riserve globali, e lo sanno anche loro.
La Libia
Se a questo aggiungiamo la Libia, molti nodi vengono al pettine. Infatti la Libia estrae a pieno regime, essendo esonerata dagli accordi OPEC. Grazie a questa mossa, gli sforzi dell’OPEC diventano vani. Si calcola, appunto, che nelle ultime due settimane, la Libia abbia estratto il 50% della quantità di petrolio attutita dai tagli complessivi.
Il Petrolio, gli orsi e i tori che aspettano
Sembra proprio che gli orsi avranno la meglio, almeno nel breve periodo. Ma attenzione: tutto dipende sempre e solo dagli USA. Il ragionamento è abbastanza logico: un crollo delle quotazioni sotto una determinata soglia porterebbe i produttori di shale oil a chiudere gli impianti. Siamo sicuri che sia il loro obiettivo? A quanto pare no. Dopo questa enfasi bearish il tutto dovrebbe stabilizzarsi. Infatti secondo la maggior parte degli analisti nel secondo semestre potremo vedere il petrolio nuovamente in salita. Questo collateralmente ad una riduzione drastica della produzione statunitense. Nulla di strano che la quotazione possa tornare a 41$ al barile.