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🛢 PETROLIO – Nuovi tagli in vista, ma Mosca chiede chiarezza

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Il ministro dell’Energia Russo Novak chiede carezza su come e quando finiranno i tagli alla produzione di Petrolio

Il meeting dei paesi OPEC e non OPEC sarà domani. Alexander Novak, ministro russo per l’energia, crede che l’OPEC giungerà ad un accordo per frenare la produzione di petrolio ancora per un po’. I segni di un consenso crescente tra Russia e Arabia Saudita si fanno sempre più visibili. E all’interno del cartello l?Arabia giova un ruolo fondamentale, essendo il primo produttore. Ma il ministro russo vuole chiarezza.

Oggi Novak ha rilasciato un’intervista rilasciata da quotidiani di settore. Ecco cosa ha dichiarato: “Abbiamo raggiunto in generale una comprensione reciproca sul prolungamento dei tagli. La decisione per l’estensione potrebbe giungere domani. Ma è necessario far chiarezza”. 

Fin quando dureranno i tagli?

Khalid Al-Falih, il ministro del Petrolio saudita, si è schierato con Novak. Dopo avere elogiato i “risultati forti” ottenuti ha però richiamato tutti all’ordine: “molto più duro lavoro e impegno sono essenziali”.
 

NovakKhalid Al-Falih si sono incontrati in via preparatoria del meeting di domani, giovedì 30 novembre, sempre a Vienna. I punti di concordanza sono parecchi. Entrambi ritengono che i tagli alla produzione siano stati di vitale importanza per supportare il prezzo del petrolio. Mosca però dichiarato di volere chiarezza su come e quando porre fine ai tagli. Ed ecco che L’OPEC ha accettato di discutere una strategia di uscita da discutere già in questo meeting.

I tagli hanno sortito il loro effetto e tutti i membri del cartello hanno mantenuto gli accordi, ma ora è anche essenziale capire come e quando venirne fuori.

Strategia d’uscita

Novak chiede e invoca chiarezza. A suo avviso è importante decidere quanto estenderli tanto quanto stabilire una data di fine dei tagli. Questo perché la Russia non è un paese arabo e tutta la politica che ruota attorno alla sua economia è totalmente diversa. 

Mentre tutti i paesi arabi, in genere, hanno una sola compagnia petrolifera nazionale che risponde al governo, per la Russia il discorso è diverso. Esistono, infatti, moltissime compagnie petrolifere private che aspettano i dettami del Cremlino per capire come muoversi in futuro. Affinché questo possa avvenire è necessario avere le idee ben chiare.

Ed è proprio dalla Russia che arrivano i primi dissensi, come riferisce Bloomberg.

Igor Sechin, amministratore delegato della Rosneft PJSC, gestita dal Cremlino, e il miliardario Lukoil PJSC sono contrari a prolungare l’accordo. Secondo loro i tagli hanno già portato i loro frutti, visto che il petrolio sta sopra i 60 dollari al barile.

Impegno richiesto

La Russia ha dunque difficoltà nel mettere d’accordo tutti i boss delle compagnie petrolifere. Per questo Novak ha bisogno di avere un piano chiaro e definitivo, onde evitare malcontenti con i propri connazionali.

Nel contempo il ministro del petrolio saudita Al-Falih chiede ai produttori di petrolio di raddoppiare i loro sforzi.

“Non abbiamo finito”, ha dichiarato. “Sarà necessario l’appoggio di tutti i paesi, ma già ora  desidero congratularmi e ringraziare i membri dei nostri tavoli tecnici. Purtroppo abbiamo alcuni paesi che hanno rinunciato al loro impegno. Colgo l’occasione per esortarli ad essere più decisi nei tagli a a recuperare terreno. “

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