Meeting OPEC il 22 settembre
Si incontrerà a Vienna l’organo di controllo
Si svolgerà oggi il meeting del cartello OPEC. Non si attendono grandi sorprese. La politica attuale prevede un’estensione dei tagli fino a marzo del 2018. Nel contempo però crescono le scorte USA. Per ben tre settimane consecutive i dati sulle Scorte di Petrolio hanno mostrato un accumulo. La situazione si è aggravata a causa degli uragani, che hanno bloccato le raffinerie.
Cosa può accadere domani?
L’OPEC non dovrebbe riservare sorprese. E si colgono già le prime dichiarazioni su quella che dovrebbe essere la linea comune: tagli prolungati fino al marzo del 2018. La scelta fu approvata nel maggio di quest’anno, con un tetto di 1,8 milioni di barili.
Il ministro del Petrolio iracheno Jabar al Luaibi ha riferito che ulteriori tagli alla produzione non sono necessari in questo momento. Ha però aggiunto che “dovesse essere necessario, Baghdad è pronta a sostenere un eventuale intervento dell’OPEC”.
Il ministro ha poi sottolineato che “una quotazione compresa tra i 55 e i 60 dollari per barile, potrà soddisfare le esigenze di tutti i produttori”.
I dati
Il recente rialzo delle quotazioni è dovuto al rapporto della scorsa settimana pubblicato dall’agenzia internazionale per l’energia. Nello stesso l’AIE ha rivisto al rialzo le previsioni sulla domanda per il 2017.
A questo proposito, anche l’OPEC rimane della stessa idea per ciò che concerne l’aumento di domanda entro la fine dell’anno. Quindi posizioni ottimiste che avevano portato i trader ad ignorare totalmente i dati di mercoledì.
Cosa dicono i grafici?
Nel medio-lungo periodo, sembra essersi formato un chiaro segnale rialzista sui TF possenti. L’allungo potrebbe portarsi fino alla quota psicologica dei 52, in linea con l’eventuale disponibilità dell’OPEC in una possibile proroga dei tagli anche oltre marzo 2018.
Questa notizia sarà interpretata come positiva per gli investitori, che potrebbero tornare a comprare. In questo preciso contesto, sottolineo, è intenzione sia dei paesi OPEC che dei paesi NON OPEC, regolare di conseguenza la produzione.