Perché un’azienda si quota in borsa? Una guida semplice che te lo spiega in pochi semplici punti. Un
Quante sono le aziende italiane quotate in borsa?
300. Ma gli scambi si concentrano per il 90% su 40 di esse. Queste 40 società rappresentano l’80% della capitalizzazione. Ora: perché un’azienda si quota in borsa?
Secondo dei sondaggi condotti da esperti del settore su 4000 imprese (con fatturato tra i 15 e i 320 milioni di euro e un numero di dipendenti tra i 50 e i 499), meno di 30 sono quotate.
Ma alla fine quotarsi in borsa, conviene?
Ecco che abbiamo voluto riassumere schematicamente i pro e i conto.
Perché così poche?
Per quotarsi in borsa bisogna rispettare i requisiti minimi della Consob.
I tre requisiti richiesti
- La società deve esistere da almeno 3 anni e deve depositare gli ultimi tre esercizi di bilancio, di cui almeno uno certificato da una società di revisione.
- L’attività deve avere l’esercizio di una società capace di generare ricavi e un attivo patrimoniale non rappresentato, in misura prevalente, da partecipazioni di società quotate.
- Infine, deve essere in grado di generare ricavi in maniera autonoma.Dal momento che un’azienda entra in borsa i suoi bilanci quindi devono essere pubblici.
Così facendo l’azienda sarà sempre sotto la lente d’ingrandimento del mercato finanziario ed economico. Le società quotate dovrebbero avere requisiti minimi di trasparenza, dimensioni, crescita di reddito e una certa solidità.
Perché un’azienda decide di quotarsi in Borsa? Ecco i Vantaggi?
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La vetrina mondiale:
La borsa rappresenta una vetrina importante per chi vuole entrare nei mercati internazionali. Una società si quota anche soltanto perché i soci vogliono monetizzare parte del loro investimento!!! Non sono rari i fenomeni chiamati di “Delisting”, ovvero, casi di società che escono dalla borsa dopo ben pochi scambi azionari e il riacquisto delle azioni dai soci di maggioranza.
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Raccolta Capitali:
Il primo obiettivo di una società che si quota è quello di trovare capitali da investire.Quindi la raccolta di capitale. Con l’ascesa in borsa mediante azioni proprie le aziende evitano di ricorrere a finanziamenti a titoli di credito. Questo succede quando la quotazione comprende l’emissione di nuove azioni (si parla di offerta pubblica di sottoscrizione) che permette all’azienda di raccogliere capitali utili alla crescita dell’azienda stessa (per fare nuovi investimenti in tecnologie, ricerca, acquisto di macchinari, etc.).
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Autonomia dai finanziamenti bancari:
Spesso le banche non sono disposte a erogare finanziamenti. Le ragioni sono da riscontrare nelle garanzie o nella progettualità di ogni individuo. A loro volta le azioni sono capitali di rischio perché l’azienda non deve obbligatoriamente restituire i soldi a chi ha acquistato azioni.
Diverso il caso in cui i soci di maggioranza vendono le proprie azioni. Per far questo si ricorre alle quotazioni: in questo caso la collocazione in borsa serve a cedere parte del controllo della società in cambio di capitali che vanno direttamente nelle tasche dei soci.
I contro
Ci sono vari fattori per cui le aziende rifiutano di quotarsi in borsa tra cui la complessità della disciplina giuridica delle società quotate e il timore che la presenza di soci “estranei” possa gradualmente portare a una perdita del controllo sulla società. Gran parte delle medie imprese italiane, infatti, sono fortemente legate a una gestione familiare.
Se ti interessa l’argomento abbiamo scritto anche un nuovo articolo che parla del: Come quotarsi in borsa? Requisiti, regole ed i suoi segmenti.
Un altro invece più curioso dal titolo: Dove finiscono i soldi bruciati in Borsa.
Perché un’azienda si quota in borsa? Approfondiamo alcuni concetti
Oggi sono molte le espressioni che sentiamo spesso dai media: “presto la quotazione in borsa di Tik Tok”, oppure “oggi lunedì nero per l’azionario”. Ma siete sicuri di capire realmente cosa vuol dire? Espressioni come queste diventano sempre più comuni in dibattiti televisivi e show. Nei prossimi paragrafi, avendo chiarito perché un’azienda si quota in borsa, approfondiremo alcuni concetti chiave così che il lettore possa avere una visione generale del processo di quotazione in borsa e di come funziona realmente.
In questa società retta dal capitalismo finanziario, avere una conoscenza generale del funzionamento del mercato diventa indispensabile. In un modo o nell’altro sono processi che riguardano tutti noi e il valore dei nostri soldi. Cerchiamo quindi di capire bene:
- come funzionano le azioni
- cos’è una IPO
- come si investe
- quali sono gli argomenti da conoscere prima di investire su un’azienda che si quota in borsa?
Quando si decide di comprare delle azioni di un’azienda (una SPA nel caso dell’Italia), si acquisiscono due diritti cardine: uno patrimoniale e l’altro amministrativo. Ciò significa che se possiedo delle azioni di una società avrò il diritto patrimoniale di ricevere una parte direttamente proporzionale al mio investimento dei profitti che l’azienda genera (dividendi) e il diritto amministrativo di votare durante le assemblee dei soci. Un tempo le azioni erano dei veri e propri titoli fisici stampati su carta. Oggi il tutto è digitalizzato e quindi anche il possesso diventa più semplice per chi detiene azioni. L’investitore, il possessore dei titoli, viene chiamato shareholder.
Come funziona?
Inutile sottolineare che tutto è proporzionale al numero di azioni che si posseggono. In genere possono essere indicate con un numero o in percentuale. Chi detiene le quote maggiori di una società, ha anche più voce in capitolo. Ma come funziona con i dividendi? Mettiamo caso che il possessore abbia in portafoglio il 10% delle azioni di una società. In questo caso l’investitore avrà diritto al 10% degli utili, dal momento in cui vengono distribuiti, e al voto che in assemblea peserà per il 10% delle quote. Ovviamente il numero di azioni in proprio possesso può variare. Per questo motivo, in genere, si differiscono quattro tipi diversi di investitori.
- L’Azionista unico possiede il 100% delle azioni.
- Azionista di maggioranza assoluta quando possiede più del 50% delle azioni della società avendo pieno potere decisionale
- Azionista di maggioranza relativa quando possiede la quota maggiore rispetto a tutti i suoi soci, ma nessuno riesce a raggiungere il 50% delle azioni complessive
- Gli azionisti o l’azionista di minoranza ha un numero di azioni inferiore a quello dei suoi soci.
Ovviamente le azioni vengono definite negli ambienti tecnici come strumenti finanziari a passività limitata. Questo perché l’investitore non potrà perdere più del capitale investito, il che limita, in un certo senso, il rischio che si core con strumenti più complessi, come i future.
Perché un’azienda si quota in borsa? Ecco come funzionano le azioni
Per comprendere meglio il funzionamento della quotazione in borsa e delle azioni stesse facciamo un esempio pratico. L’azionista X detiene il 20% delle azioni emesse da Rise&Press, ed ha quindi un controvalore di 400.000€. Cosa significa quindi passività limitata? Le cose da considerare in questo cado sono due:
- Qualora la società si indebitasse, non potrà in nessun caso essere aggredito il patrimonio personale dei singoli azionisti. I debitori potranno infatti far rivalere i propri diritti solo ed esclusivamente sul capitale sociale della società.
- Le azioni non possono avere valore negativo. Questo significa che il rischio massimo del nostro investitore è di 400.000€. Il valore delle azioni non scende mai sotto lo zero.
Azioni Ordinarie e Azioni Privilegiate
Esistono vari tipi di azioni che si possono immettere sul mercato per attirare soldi nella società. Le due più importanti che vogliamo trattare sono le:
- azioni ordinarie
- azioni privilegiate
Cosa sono le Azioni Ordinarie?
Le Azioni Ordinarie sono anche dette Common Stock e sono le azioni più diffuse quando si parla di aziende che si quotano in borsa. In questo caso ogni azione rappresenterà una frazione del capitale aziendale. Se oggi ci sono in circolazione 200.000 azioni (Number of shares outstanding), e il capitale sociale dell’azienda è pari a 20.000.000 di euro, questo significa che ogni azione vale 200€. Come abbiamo detto poco sopra tutti quelli che possiedono delle azioni ordinarie avranno diritto ai dividendi in proporzione al numero di azioni ottenute e potranno votare all’assemblea dei soci. Se detengo il 2% delle azioni, avrò diritto al 2% dei dividendi e il mio voto peserà per il 2% delle azioni complessive.
Cosa sono le Azioni Privilegiate?
Le Azioni Privilegiate sono anche dette Preferred Stock e sono leggermente diverse dalle Azioni Ordinarie. Queste azioni non danno il diritto di voto ai possessori nel corso delle assemblee ordinarie; i soci possessori di Azioni Privilegiate possono invece esprimere il diritto di voto durante le assemblee straordinarie. In genere con questo tipo di azioni si ha diritto ad un dividendo più consistente, in genere fisso, che si può anche accumulare nel tempo.
Molto banalmente: se una società x non dovesse pagare i suoi dividendi per un periodo di tempo per via di profitti nulli o addirittura di perdite, il detentore di azioni privilegiate avrà diritto ad un dividendo pari alla somma di tutti quelli che non sono stati pagati nel corso degli anni precedenti. Un altro vantaggio è che se la società dovesse fallire con la rispettiva messa in liquidazione dell’azienda, i possessori di azioni che verranno ripagati prima saranno proprio quelli che posseggono le Azioni privilegiate.
Azioni Ordinarie o Azioni Privilegiate: quali conviene emettere?
Dipende agli obiettivi dell’azienda che decide di quotarsi: in genere le azioni privilegiate si emettono quando vi è un azionista di maggioranza che intende avere il controllo della società che ha, però, bisogno di soldi per i suoi investimenti. In questo caso può essere saggio emettere azioni privilegiate. In questo caso, quindi, gli acquirenti non avranno diritto di voto nelle assemblee ordinarie, lasciando molta voce in capitolo al o ai soci di maggioranza. D’altro canto, però, si riceveranno più dividendi quando la società inizierà a guadagnare e questo è già di per se un ottimo incentivo per sollecitare l’investitore a comprare azioni.
Che differenza c’è tra mercato primario e mercato secondario?
Avendo ormai capito perché un’azienda si quota in borsa capiamo come avviene il processo. Per quotarsi in borsa un’azienda dovrà avviare un processo che la porterà alla sua IPO. Per IPO si intende una Initial Public Offering (offerta pubblica iniziale). Anni fa investire nelle IPO era cosa concessa ai grandi investitori. Questo perché servivano grossi capitali per poter investire nella IPO di una società che vuole quotarsi in borsa. Oggi grazie ad app come Freedom24, che ci permettono di rimanere aggiornati sul lancio di tutte le IPO più importanti del pianeta, anche un piccolo investitore può comprare azioni come un grande trader di Wall Street.
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Oltretutto l’applicazione invierà delle notifiche con tutti gli aggiornamenti e le notizie delle IPO più importanti, come: data di lancio, valore iniziale, data e orario di apertura delle vendite, ecc. Ovviamente una volta avviata la IPO lo scenario sarà la Borsa. La Borsa è quel luogo telematico (una volta fisico invece) dove l’offerta e la domanda si incontrano e si scontrano. Tutto si può scambiare in borsa: obbligazioni, azioni, opzioni, future. In questo caso più la domanda di un titolo aumenta, più aumenterà il prezzo. Più la domanda di un titolo o di un sottostante diminuisce, più il prezzo tenderà a scendere.
Tuttavia per un corretto approccio all’argomento sarà necessario fare la differenza tra:
- mercato primario
- mercato secondario
Il Mercato Primario
Quando parliamo di mercato primario ci riferiamo proprio alla prima quotazione sul mercato: la IPO per l’appunto. La società che emette nuove azioni tramite la IPO le vende sul Mercato primario. In questo contesto, quindi, gli investitori (perlopiù istituzionali) possono decidere se comprare o meno le azioni di un’azienda. Oggi anche piccoli investitori o investitrici come te possono partecipare alle IPO grazie a Freedom24, che svolgerà la compravendita per te mettendo le azioni sul tuo pallet virtuale. Scarica ora l’APP d Freedom24 e non perderti nessun aggiornamento sulle IPO di tutto il mondo. Quando un investitore sottoscrive un’azione sul mercato primario, lui riceverà l’azione e i soldi andranno direttamente alla società che lo investirà prima del lancio ufficiale in borsa, come meglio specificato nel prossimo paragrafo.
Il Mercato Secondario
Il mercato secondario entra in gioco dal momento in cui le azioni, a seguito della IPO, si potranno comprare e vendere in borsa. In questo caso chi ha deciso di comprare le azioni durante la fase di IPO potrà decidere se diventare un Holder o se venderle sul mercato secondario. Quando questo accade la compravendita avverrà tra il possessore delle azioni e il compratore. Questo significa che i soldi non andranno più all’azienda, ma a chi sta vendendo le azioni precedentemente comprate. In questo caso saranno quindi coinvolti i due investitori, e non più l’investitore e la società.
Perché un’azienda si quota in borsa e conclusioni
Un’azienda si quota in borsa perché è l’unico modo per emettere delle azioni. Una volta emesse delle azioni queste potranno essere acquistate sul mercato regolamentato. In questo modo gli investitori potranno acquistare le azioni in maniera più semplice e immediata. In conclusione per capire a pieno perché un’azienda si quota in borsa, cerchiamo di capire quali sono i punti a vantaggio per la società e quali sono i punti a vantaggio per l’investitore.
Punti di vantaggio per la società
I vantaggi per una società che decide di diventare una S. P. A. sono tanti e legati tra di essi come abbiamo avuto modo di vedere. Ricapitoliamoli per fare ordine:
- Una società si quota in borsa per attirare nuovi capitali e allargarsi
- Grazie alla quotazione una società potrà investire su nuove attrezzature, nuovi macchinari, in linea con la transazione green.
- Con la quotazione in borsa si possono raccogliere capitali per nuove acquisizioni, aumentando il valore dell’azienda. Per far questo è bene comprare le azioni in IPO e per questo è conveniente avere l’app di Freedom24.
- È un modo più semplice di raccogliere denaro senza coinvolgere banche
- La società potrà ottenere molta più visibilità, puntando all’affermazione del proprio brand e della propria immagine a livello planetario. Questo sia per quanto riguarda gli investitori che per i potenziali clienti.
- Siccome un’azienda quotata in borsa deve sottostare a delle ferree regole legate alla trasparenza, quando una società è quotata in borsa è in genere più sicura.
Punti di vantaggio per l’investitore
Il vantaggio di investire su una società quotata in borsa è legato, ad esempio, all’accessibilità dell’investimento. Infatti se voglio comprare il 5% di una società non quotata in borsa, dovrà rivolgermi ai possessori delle quote societarie sottoscrivendo un accordo tra privati.
- Quando un’azienda è quotata in borsa, potrò acquistare il controvalore in azioni al prezzo che il mercato offre in quel momento
- L’investimento su una società quotata in borsa è quindi molto più accessibile.
- Per il discorso enunciato nel paragrafo precedente, una società quotata sottostà a delle regole rigide di controllo; per questo motivo un investimento in una società quotata in borsa fornirà una maggiore protezione anche all’investitore.
- Si tratta di un investimento a rischio calcolato, perché le azioni non possono avere valore negativo e anche qualora l’azienda fallisse non viene intaccato il patrimonio personale degli azionisti, ma solo il capitale societario.
- Si può partecipare alle IPO aggiudicandosi le azioni sul mercato primario. Scarica l’app di Freedom24 che ti aggiornerà su tutte le IPO dei prossimi mesi.
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