Perché si chiama Uomo Vitruviano o Uomo di Vitruvio? Ecco i motivi del nome de l’Uomo Vitruviano: il celebre disegno di Leonardo Da Vinci.
Uomo Vitruviano significato e storia
In questo articolo voglio svelare perché si chiama Uomo Vitruviano. Si tratta del più celebre disegno realizzato da Leonardo Da Vinci. Da Vinci è considerato la più grande mente di tutto il Rinascimento. È grazie alla sua visione avanguardista che, secoli fa, egli aveva già immaginato aerei e sottomarini, quasi a voler lasciare al mondo delle vere e proprie profezie. Ma oltre a questo aspetto misterioso del famoso artista, vi è una componente più prettamente scientifica, incentrata su una concezione di arte volta a studiare il corpo in un concetto si simmetria dato dal senso della misura (proporzioni corpo umano).
L’Uomo Vitruviano, tra le altre cose, è protagonista della nostra moneta da 1€ scelto dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Ma perché si chiama Uomo Vitruviano? Per quale motivo è considerato una delle opere d’arte più importanti di Leonardo?
Perché l’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci si chiama così? Una premessa
In che modo ha rappresentato il corpo umano Leonardo da Vinci? L’uomo di Leonardo si presenta come un disegno ad inchiostro su carta.
Uomo Vitruviano misure: l’Opera d’arte originale misura 34,4 x 24,5 cm.
Uomo Vitruviano dove si trova?
Il Disegno è conservato a Venezia, presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia.
Il famoso Uomo Vitruviano di Leonardo si conserva a Venezia dal 1822. Fu il governo austriaco ad acquistarlo. Nella stessa occasione gli austriaci comprarono altri 25 disegni del grande Maestro. A venderli la famiglia dell’artista e collezionista Giuseppe Bossi. Essendo un’opera in carta l’Accademia tende ad essere molto conservativa. L’Uomo Vitruviano viene esposto rarissime volte in pubblico e non fa parte del percorso canonico del museo.
Pochi sanno che L’Uomo Vitruviano porta questo nome per via di un architetto romano, tale Vitruvio. È risaputo che Leonardo ebbe modo di accostarsi ai suoi testi e da li trarre spunto nella parte successiva delle sua carriera.
Uomo Vitruviano: perché si chiama così? Vicende Storiche
Nel corso di un viaggio da Milano a Pavia Leonardo conosce tale Francesco di Giorgio Martini. Correva l’anno 1490. Fu proprio Di Giorgio a erudirlo sull’esistenza di alcuni testi chiave che serviranno per la realizzazione di quest’opera:
- il Trattato di Architettura dello stesso Di Giorgio
- la lezione di Vitruvio di cui di Giorgio stava traducendo il trattato De architectura.
Storicamente, a quanto pare, Francesco di Giorgio Martini si dedicò alla traduzione del testo perché Leonardo non conosceva il latino. Per questo motivo spesso amava definirsi “omo sanza lettere” (tradotto suona come uomo senza cultura). La storia diventa curiosa proprio perché non avendo ricevuto una cultura classica e canonica disegnò l’Uomo Vitruviano basandosi proprio su una traduzione in volgare. Il risultato è la prova lampante che i concetti appresi rimasero molto impressi nella mente del grande Leonardo Da Vinci.
L’anno di realizzazione del tanto famoso disegno è il 1490. Lo schizzo intende rappresentare le proporzioni del corpo umano. Queste erano state teorizzate e descritte nel trattato De architectura appunto del Vitruvio risalente al I secolo a.C.
Misure Perfette Uomo
Il disegno intende rappresentare la figura di un uomo inserito al millimetro in un quadrato. L’idea è quella di mostrare mediante le proporzioni la relazione tra la divinità e l’uomo.
Il disegno intende inserire le proporzioni del corpo umano in una concezione geometrica.
Nella realtà dei fatti Leonardo spiegò il significato con dei testi che precedono e seguono la raffigurazione.
Uomo di Vitruvio: perché si chiama così?
Che significa Vitruviano? Di Vitruvio. L’opera prende quindi il nome dall’architetto romano che aveva dettato le misure perfette dell’Uomo.
Ma cosa c’è scritto nell’Uomo Vitruviano?
Leonardo Da Vinci scrive:
“Vetruvio architetto mette nella sua opera d’architettura che lle misure dell’homo sono della natura disstribuite in quessto modo. Cioè, che 4 diti fa un palmo e 4 palmi fa un piè; 6 palmi fa un cubito, 4 cubiti fa un homo, e 4 cubiti fa un passo, e 24 palmi fa un homo; e cqueste misura son ne’ sua edifizi. Se ttu apri tanto le gambe che ttu chali da chapo 1/14 di tua alteza, e apri e alza tanto li bracci che colli lunghi diti tu tochi la linia della sommità del chapo, sappi che ’l cientro delle stremita delle aperte membra fia il bellicho. E llo spatio che ssi truova infra lle gambe fia triangolo equilatero”.
È proprio questa l’introduzione che lo stesso Da Vinci appunta nelle cinque righe poste nella parte superiore del foglio. D’altro canto questa raffigurazione è così famosa perché incarna, al suo interno, quelli che sono i principi del Rinascimento. Sono appunto questi pilastri che rivoluzioneranno il concetto di arte, ossia:
- prospettiva
- proporzioni
- anatomia.
Per realizzare il suo disegno Leonardo osservò parecchi modelli maschi. Ma, colpo di scena: alla fine Leonardo si rese conto che Vitruvio, probabilmente, aveva sbagliato qualcosa. Per questo motivo, infatti, il Da Vinci Uomo è famoso in tutto il mondo. Leonardo, nella nota successiva, suggerisce le correzioni che ha apportato per realizzare il suo disegno. E lo fa sempre in volgare Italiano.
Le correzioni di Leonardo alle misure imperfette di Vitruvio
«Tanto apre l’omo nele braccia, quanto ella sua altezza.
Dal nasscimento de chapegli al fine di sotto del mento è il decimo dell’altez(z)a del(l)’uomo. Dal di sotto del mento alla som(m)ità del chapo he l’octavo dell’altez(z)a dell’omo. E dal di sopra del petto alla som(m)ità del chapo fia il sexto dell’omo. Dal di sopra del petto al nasscimento de chapegli fia la settima parte di tutto l’omo. Dalle tette al di sopra del chapo fia la quarta parte dell’omo. La mag(g)iore larg(h)ez(z)a delle spalli chontiene insè [la oct] la quarta parte dell’omo.
Dal gomito alla punta della mano fia la quarta parte dell’omo, da esso gomito al termine della isspalla fia la octava parte d’esso omo; tutta la mano fia la decima parte dell’omo.
Il membro virile nasscie nel mez(z)o dell’omo. Il piè fia la sectima parte dell’omo.
Dal di sotto del piè al di sotto del ginochio fia la quarta parte dell’omo.
Dal di sotto del ginochio al nasscime(n)to del membro fia la quarta parte dell’omo. Le parti chessi truovano infra il mento e ‘l naso e ‘l nasscimento de chapegli e quel de cigli ciasscuno spatio perse essimile alloreche è ‘l terzo del volto»
Quindi: quanto è alto l’Uomo Vitruviano?
L’uomo vitruviano misura, in proporzione, 8 volte la sua testa
Il buon Vitruvio, nella sua opera, ci da una leggenda affermando che:
- 4 dita fanno 1 palmo
- 4 palmi fanno 1 piede
- 6 palmi fanno 1 cubito
- 4 cubiti (24 palmi) è l’altezza di un uomo.
Cosa dice la critica?
Alcuni critici leggono ad oggi le due parti come una sorta di ripetizione. In realtà si vuole far notare gli errori commessi da Vitruvio, che entravano in discrepanza con quelle di Leonardo costatate sui modelli milanesi ingaggiati per la realizzazione del disegno. Specificando: Leonardo non concorda con Vitruvio sulla misura del piede. Secondo Vitruvio il piede misurerebbe un sesto dell’uomo (4 palmi appunto), rappresentando 1/6 dell’Essere Umano. Questo perché il corpo sarebbe 4 cubiti di 6 palmi ciascuno, che sommando dà 24 palmi. Se il piede misura 4 palmi è quindi 1/6 dell’altezza complessiva. Leonardo non ci sta: a suo avviso il piede è la “la sectima parte dell’omo.”
Uomo Vitruviano Disegno: è più corretto dire Uomo Leonardiano?
Non è quindi azzardato dire che Da Vinci prende spunto dagli scritti di Vitruvio, che rappresentano più un punto di partenza per compiere le riflessioni sulle proporzioni del corpo umano. Leonardo, grazie a degli studi pratici e diretti sul corpo di altri modelli uomini e disegni uomo, ha avuto modo di comparare vari dati.
Da qui si inizia a proporre uno schema totalmente diverso rispetto alla concezione classica. Per tale motivo dire Uomo Vitruviano non è esattamente corretto. Infatti si pensa che questo nomignolo gli sia stato attribuito solo a Novecento inoltrato.
Sarebbe più opportuni chiamarlo Uomo Leonardiano, o Uomo Da Vinciano. Grazie alle conoscenze non convenzionali per l’epoca del Maestro, che spaziavano dalla geometria, all’ottica, all’anatomia, Leonardo diede vita ad una armoniosa concezione divina delle proporzioni umane. Una perfezione “colta e condivisa dall’arte suprema del saper vedere”.
Uomo Vitruviano sezione aurea: perché si chiama così? Perché è così importante?
Grazie all’ Uomo di Vtruvio abbiamo una concezione matematica e misurabile della rappresentazione artistica. In realtà, dunque, la parte descritta successivamente è una serie di appunti su quelle che sono le singole parti del corpo umano. Si parte dalla dimensione di base per passare all’appunto relativo all’altezza centrata all’ombelico.
È come se Leonardo Da Vinci avesse immaginato l’uomo sdraiato con un compasso in mezzo all’ombelico, e da li delirare un cerchio che tocca la punta dei piedi e delle mani allungate. Questa opera d’arte accosta, per la prima volta nella storia, il concetto di sezione aurea.
Il disegno leonardesco suggella il rapporto simbolico tra l’arte e la scienza: un uomo perfettamente inserito all’interno di due figure geometriche, ossia il quadrato e il cerchio, considerate dall’illustre Platone le forme sacre.
Le geometria
Anche le figure geometriche hanno una filosofia di base: rappresentano la creazione. Il quadrato, nello specifico, rappresenta la Terra. Il cerchio, invece, è il simbolo dell’Universo. In questo modo l’Uomo entra a contatto con due forme perfettamente sincrone e proporzionate immaginando quindi l’uomo in perfetta sintonia con la Terra e l’Universo.
È quindi una figura, un disegno esclusivo. Questo non solo per l’esclusiva tecnica, ma anche e soprattutto per via dell’esclusività dell’opera. Le parti scritte, quindi, richiamano alle parole scritte da quel Vitruvio che fu architetto e scrittore e considerato, a oggi, come il più grande teorico di architettura stessa, ma lo correggono!
Uomo di Vitruvio: leggi e formule della Natura
Da Vinci, che era discepolo dell’esperienza, basò la stragrande maggioranza delle sue scoperte e studi alle intuizioni e alle osservazioni delle leggi della natura. Per questo motivo Leonardo è un personaggio diverso da molti altri artisti del suo secolo. Non era erudito, e quindi faceva affidamento al suo intuito. Non conoscendo il latino, infatti, non aveva accesso a tutti i testi eruditi dell’epoca. Mi piace anche ricordare che Leonardo non frequentò nessuna Università, in quanto figlio illegittimo di un importante notaio fiorentino. Leonardo si esprimeva, scriveva e leggeva solo in lingua volgare.
Per questo motivo Leonardo Da Vinci tendeva a tradurre i suoi studi sulle leggi naturali studiandone effetti e impulsi. E come si può tradurre semplicemente? Stilizzando le osservazioni in un linguaggio prettamente geometrico e matematico. Ne emergerà un linguaggio mistico, in grado di rendere leggibile l’invisibile: il tutto costruito dalla Natura e percepito dall’uomo di conoscenza che riesce a sintetizzare in formule e disegni i codici naturali.
Gli archetipi
Da qui anche l’azzardo di una visione archetipica di questi impulsi, inserendo anche un messaggio esoterico nella rappresentazione. Gli impulsi, gli archetipi, seguono delle regole precise fondate sul cosmo-ordine. Per quanto si tratti di leggi precise, considerato il movimento del tutto, non saranno però mai perfettamente uguali. Da qui l’ingresso nella concezione di caos-disordine.
Sintetizzando: matematica e geometria rappresentano una lingua difficile che da secoli l’essere umano si tramanda e insegna di generazione in generazione per capire cosa e come la natura crea. Dal momento in cui queste leggi vengono messe in pratica nella quotidianità dell’essere, l’uomo riesce a migliorare la sua esistenza creando dei confort che ci permettono di compiere delle azioni prima impensabili. Questa concezione sta alla base di tutti i bozzetti, gli schizzi e i disegni di Leonardo Da Vinci. Originariamente, però, quando il Mac non era neanche nei pensieri di Leonardo stesso, gli archetipi servivano per studiare tutti gli impulsi geometrici di cui la natura si serve per creare.
Nel tempo l’essere umano assume la consapevolezza che nella struttura del suo stesso essere sono insite le leggi fisiche della natura: leggi biologiche e invisibili di tutto ciò che ci circonda. Nel corso del tempo questa concezione ha influenzato anche la vita di tutti i giorni. In Regno Unito, per esempio, lo yard (unità di misura tutt’ora utilizzata) prende vita dal corpo di re Enrico I. Si tratta della distanza dalla punta del naso al pollice del sovrano.
Che rappresenta il disegno per Leonardo? A comandare sono le proporzioni
Ne l’Uomo Vitruviano sono le proporzioni a far da padrone. Proporzioni che traggono spunto da forme geometriche precise usate dall’uomo per creare qualunque cosa. Chi è nelle condizioni di poter padroneggiare questa sapienza, sarà in grado di creare capolavori utilizzando le stesse regole che la Natura crea e utilizza. Da qui la concezione secondo cui è come se l’artista, nel suo replicare e creare, si sostituisse al Creatore Universale, poiché infuso dalle sue stesse conoscenze.
L’Uomo Vitruviano significato esoterico
Leonardo Da Vinci, mediante il suo Uomo di Vitruvio, intende rappresentare le conoscenze matematiche apprese prendendo come spunto Vitruvio. Questo lo si può affermare, senza rischio di essere smentiti, grazie alle rette tracciate in tutto il corpo e alle forme geometriche di quadrato e cerchio che vengono create su di esso. Il senso esoterico dell’opera corrisponde con i punti che il corpo tocca nelle forme geometriche. Da qui il simbolismo che prende vita. Sempre a livello esoterico il quadrato è simbolo del mondo materiale.
Il quadrato dell’Uomo Vitruviano
I quattro lati del quadrato rappresentano gli elementi che sono alla base della creazione del Pianeta: quindi Terra, Acqua, Fuoco e Aria.
Sempre dal punto di vista prettamente esoterico il cerchio sta a rappresentare il totale. Quando parliamo di totalità, ci riferiamo a tutti quesi sistemi, sia materiali che immateriali, che raccolgono gli archetipi che sono i mezzi con i quali la natura si esprime. Regole che vengono smosse dalla natura stessa in una infinità inconcepibile di modi.
Non è un caso che le gonadi sessuali siano poste proprio al centro del quadrato. In questo caso, infatti, si vuole esaltare il membro, elemento cardine della rigenerazione della natura stessa, che crea materia dalla materia, che crea carne dalla carne in maniera continua, replicando, mediante gli archetipi, delle forme simili tra gli esseri umani, ma sempre e soltanto uniche e diverse tra di loro.
Il Cerchio dell’Uomo Vitruviano
Al centro del cerchio, invece, come già detto, troviamo l’ombelico. È dall’ombelico che la vita trae la sua linfa. L’ombelico simboleggia dunque la fonte e traccia di quella energia che da vita alla materia, e quindi di conseguenza al corpo e all’anima.
L’Essere che sfiora con mani e piedi i lati del quadrato simboleggiano l’uomo nella sua concezione materiale, statica. In questo contesto, quindi, la sua vita è legata alle leggi che regolano la materia. L’istinto di sopravvivenza domina e le azioni dell’uomo sono finalizzate solo a quello che si tramuta in:
- difesa del territorio
- riproduzione
L’uomo sfiora anche il cerchio con i piedi. Con le mani, invece, tocca l’estremità di intersezione tra il cerchio e il quadrato. In questo contesto l’Uomo viene visto in una concezione dinamica e di conoscenza. In questa dimensione l’Uomo cerca il senso della vita, lo scopo dell’esistenza, e le regole che ci governano. Anch’egli è però strettamente rinchiuso nel quadrato: questo perché è generato dalle leggi della Natura, dalle quali non si può sottrarre nessuno.
L’evoluzione dell’essere
L’Uomo di Vitruvio è rappresentazione dell’evoluzione dell’essere che passa da uomo statico, legato alle dinamiche della vita di tutti giorni e all’istinto di sopravvivenza, ad una concezione più astratta, elevata, con lo scopo di conoscere per elevare la stessa umanità.
Nella concezione del Da Vinci l’uomo è il centro di tutto e tutto ciò che fa è regolato dal libero arbitrio che deriva dalla sapienza. Il tutto inserito, chiaramente, dentro le Leggi della Natura, dentro la Costituzione del Cosmo e delle sue regole imperiture.
Azzardando si potrebbe dire che leggi, conoscenza e sapienza, come riportano i testi sacri di tutto il mondo, sarebbero state infuse nel DNA dai Creatori della razza umana, e per tale motivo fatti “a loro immagine e somiglianza per amarli e servirli”. Ma quando l’Uomo si eleva e vuole conoscere, inizia a padroneggiare le Leggi, divenendo egli stesso Creatore.
In conclusione L’Uomo Vitruviano rappresenta un simbolo eterno sia geometrico che artistico in cui si traduce, tramite il disegno, la stragrande maggioranza di quelle leggi celate, nascoste, invisibili, con le quali la Natura opera e Crea. L’uomo di Leonardo rappresenta quindi un simbolo esoterico se letto in tal senso.
Conclusioni
L’Uomo di Leonardo Da Vinci ci offre una risoluzione al problema della quadratura del cerchio e lo fa non in senso matematico e geometrico, ma in senso simbolico. Ed ecco la magia. In questo senso geometria e matematica possono risolvere e premetterci di rappresentare tutti quegli impulsi e movimenti archetipali con cui la Natura detta le sue Leggi. Dove sta il limite? Nella natura stessa. Nel principio del quadrato che rappresenta lo spazio entro il quale l’uomo si muove, protende.
Ora cerchio, che è Natura perfetta e Madre, trova risoluzione nel quadrato proprio dal momento in cui l’Uomo materiale e il Cosmo si congiungono diventando una cosa sola. La vita, infatti, necessita dell’essere, e quindi della materia, per potersi esprimere. La materia è quindi la conditio sine qua non affinché la Natura stessa possa esprimersi. La vita necessita della materia per potersi esprimere e conoscere. La materia ha bisogno della vita, del soffio del Cosmo o anima, per essere appunto animata.
La perfezione dello spirito non può essere riconosciuta come tale se non si rapporta con l’imperfezione umana.
Dove si trova oggi il disegno chiamato Uomo Vitruviano?
Non è in esposizione. Il disegno che tutto il mondo chiama Uomo Vitruviano viene mostrato solo in sparute occasioni. Fa parte della raccolta di fogli leonardeschi e, come tale, viene conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
L’ultima volta che l’Uomo Vitruviano è stato esposto fu in occasione dell’Expo a Milano, subito dopo aver organizzato la mostra “Leonardo da Vinci 1552 – 1519. Il disegno del Mondo”
La volta precedente fu in occasione della nascita dell’euro perché la nostra moneta da 1€ lo ospita in tutta la sua magnificenza secondo la volontà di Carlo Azeglio Ciampi.
Opere ispirate all’Uomo Leonardiano
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