Nel delineare le diverse misure di sostegno economico messe in campo per le fasce più deboli, può capire di far confusione. Infatti, oltre gli aiuti già noti come il RdC e il Reddito di Emergenza più i bonus per categorie, esistono anche le pensioni di cittadinanza. Scopriamo come funziona e chi ha diritto di accedere a questa forma di sostegno.
Che cos’è la Pensione di cittadinanza
Molto spesso si tende a confondere la pensione di anzianità con la cosiddetta pensioni di cittadinanza (PdC). In realtà, si tratta di due misure molto differenti e che sono corrisposte in situazione diverse. La pensione di cittadinanza ha come principale obiettivo quello di offrire supporto in un momento di difficoltà economica ma non solo. In particolare, il reddito di cittadinanza messo a disposizione dal Governo per accompagnare le persone al reinserimento nel mondo del lavoro e offrire un aiuto concreto in termini di inclusione sociale. Questo si trasforma in pensione di cittadinanza qualora all’interno del nucleo familiare siano presenti persone con età superiore a 67 anni oppure in condizione di disabilità grave o comunque di non autosufficienza. Una misura straordinaria per dare sostegno economico e che viene valutata in funzione del reddito e di specifici requisiti relativi all’ISEE.
Chi ne ha diritto
Il diritto alla pensione di cittadinanza è previsto in situazioni specifiche. Entrando maggiormente nel merito della questione, è prevista per nuclei familiari composti esclusivamente da persone con età anagrafica superiore ai 67 anni oppure con condizione di grave disabilità e di non autosufficienza. Ci sono tuttavia altri criteri indispensabili per poter richiedere questa forma di ammortizzatore sociale. In primo luogo, bisogna essere cittadini italiani o comunque di Paese fa parte dell’Unione Europea. In caso di cittadino straniero, invece, è indispensabile avere un regolare permesso di soggiorno.
Quindi non è necessario essere per forza di cose un cittadino italiano piuttosto essere in regola con quanto previsto dalle normative in tema di emigrazione. In aggiunta, bisogna avere la residenza in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in maniera continuativa ossia senza interruzioni. Oltre a questo ci sono anche dei requisiti la punto di vista economico e finanziario che riguardano l’intero nucleo familiare.
I requisiti Isee per ottenere la pensione di cittadinanza
Per presentare richiesta e ottenere la pensione di cittadinanza è indispensabile che ci sia un reddito Isee inferiore alla soglia di 9.360 euro.
La normativa fa riferimento anche allo stato patrimoniale del richiedente che deve essere inferiore ai 30.000 euro. Nelle conteggio del patrimonio immobiliare, tuttavia, non si deve far riferimento alla casa nella quale si ha la residenza (prima casa). Bisogna effettuare anche il calcolo del patrimonio mobiliare che invece non può essere eccedente la cifra di 6.000 euro. Anche in questo caso però la soglia viene variata in funzione della situazione specifica del nucleo familiare.
In particolare per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo e fino ad un massimo di 10.000 euro, si aumenta il limite di 2.000 euro. Ad esempio se nel proprio nucleo familiare sono presenti complessivamente 3 persone, allora il limite diventa 6.000 + 2.000 x 2 ossia 10.000 euro. Bisogna aggiungere 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo e 5.000 euro per ogni componente che purtroppo è affetto da disabilità media (diventano 7.500 euro per componenti non autosufficienti o con disabilità grave).
Veicoli di proprietà
Il calcolo della soglia del patrimonio mobiliare deve essere effettuato con estrema attenzione. Altro vincolo importantissimo che potrebbe compromettere la possibilità di accedere alla pensione di cittadinanza è quello relativo alla proprietà di veicoli. In particolare, il richiedente e qualsiasi componente della famiglia, non può essere in possesso di veicoli immatricolati per la prima volta nei 6 mesi antecedenti alla domanda. Questo significa che se si è effettuato l’acquisto di un’automobile nei sei mesi precedenti alla richiesta della domanda, non viene riconosciuto il diritto alla pensione di cittadinanza. In aggiunta non se ne ha comunque diritto se c’è il possesso di autoveicoli che abbiano una cilindrata superiore ai 1.600 centimetri cubici oppure di moto con cilindrata maggiore di 250 cc.
Da questa valutazione occorre però escludere tutti quei veicoli che si sono resi necessari per le esigenze di persone con disabilità e quindi acquistati con le relative detrazioni fiscali. Infine, è precluso il diritto alla pensione cittadinanza nel caso in cui si disponga del possesso di navi o imbarcazioni da diporto.
L’importo della pensione di cittadinanza
Non può essere indicato un importo definito per la pensione di cittadinanza in quanto bisogna far riferimento al caso specifico. Da sottolineare che qualora già si percepisca una pensione per così dire tradizionale, allora verrà versata la differenza attraverso la pensione di cittadinanza. Per il calcolo dell’importo è necessario innanzitutto sottolineare che l’integrazione massima del reddito familiare può essere pari a 7.560 euro all’anno. Inoltre, è prevista una maggiorazione se si abita in una soluzione immobiliare in locazione. In questo caso si ha diritto al massimo di un importo aggiuntivo pari al canone pattuito con il locatore e non oltre la somma di 3.360 euro all’anno.
Tuttavia, c’è un eccezione riguardo la residenza perché è possibile ottenere fino ad un massimo di 1.800 euro aggiuntivi. Questa vale se c’è l’abitazione di proprietà ed è stata acquistata oppure costruita con un mutuo. In generale, la pensione di cittadinanza può essere di 780 euro per una persona singola oppure di 1.170 euro se si tratta di una coppia. Questi valori vanno poi eventualmente moltiplicati in funzione della composizione del nucleo familiare con un parametro che può arrivare fino ad un massimo di 2,1 oppure 2,2 se c’è un disabile grave. Per effettuare la domanda per ottenere la pensione di cittadinanza, si può fruire di un format online oppure ci si può rivolgere ad un professionista del settore come un commercialista, Caf, patronato e all’ufficio postale.
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