Un mix esplosivo: rischi geopolitici, dazi, guerra commerciale, e il prezzo del bene rifugio è chiaramente influenzato.
Cosa aspettarsi e come posizionarsi nei prossimi mesi?
La Bank of America, in un report pubblicato il giorno 2 luglio, ha detto di aspettarsi nuovi rialzi per il dollaro che però non impatteranno sull’andamento del metallo prezioso.
“Abbiamo notato che il ciclo di business sta maturando e che l’incertezza commerciale non sta aiutando a questo punto. Allo stesso tempo l’inflazione sta salendo (andare short sui Treasuries è il trade più diffuso ormai), una combinazione che potrebbe attrarre nuovi compratori di oro sul mercato. ”
Secondo le previsioni di BofA, quindi, il prezzo dell’oro terminerà il 2018 intorno a quota $1.400 l’oncia. Il prezzo medio dell’argento, invece, dovrebbe aggirarsi intorno ai $17,50 nell’ultimo trimestre dell’anno.
Quando si giungerà a $1.400?
Secondo le previsioni di Bart Melek, global head of commodity strategy di TD Securities, la quotazione dell’oro chiuderà l’anno a quota $1.375 ma riuscirà a toccare anche i $1.400 ritoccando così sui massimi del 2013.
Secondo le stime dell’esperto, il rimbalzo dell’oro dovrebbe iniziare nell’ultimo trimestre dell’anno con un conseguente indebolimento del biglietto verde; con i tassi di interesse USA in aumento, il prezzo dell’oro ha perso terreno da aprile, ignorando sia i rinnovati timori per la guerra commerciale sia la crisi istituzionale in Italia.
Il pericolo guerra commerciale
Tra le ultime previsioni 2018 formulate sicuramente quelle di Rick Rule, chief executive officer di Sprott U.S. Holdings Inc, che ha tentato di guardare al prezzo dell’oro sotto una nuova luce, quella della una guerra commerciale.
Trump ha introdotto pesanti tariffe delle importazioni di acciaio e alluminio; a seguire la scelta sui dazi contro la Cina. Pechino ha scelto di controbattere con nuove tariffe su circa 3 miliardi di beni che gli USA esportano. In sostanza: ha avuto inizio una guerra commerciale che ha messo in ansia i mercati finanziari globali. Tale agitazione, la scorsa settimana, si è spostata in Europa.
Dove va il Gold?
Secondo gli analisti una lotta dei dazi porterebbe l’oro ai massimi di 5 anni. In teoria un target potrebbe essere anche sopra la soglia dei $1.400 dollari.
L’aumento di una tensione potrebbe portare gli investitori verso i beni rifugio tradizionali, come il gold.
“Nei 40 anni in cui sono stato coinvolto nel mercato ho osservato che uno dei più grandi driver del prezzo dell’oro è la fiducia nel dollaro USA; più in particolare nel dollaro così come espresso dal decennale”.
Secondo molti esperti, il futuro sarà dominato da importanti rischi geopolitici. TALE SCENARIO spingerebbe il prezzo dell’oro a rialzo. Certo è che le elezioni le crisi macroeconomiche, le guerre sui dazi, non abbandoneranno mai i mercati. Sono elementi che stanno alla base dei più grandi investimenti sui beni rifugio.
Gli analisti di Citi hanno rivisto le stime a rialzo. Per gli esperti il prezzo dell’oro chiuderà il 2018 a $1.355. Tra due anni, invece, non sarà improbabile osservare una quotazione sui $1.400 l’oncia.
Ci vuole prudenza
Nonostante l’ottimismo, è sempre necessaria la cautela nei propri investimenti in oro, soprattutto alla luce dei prossimi rialzi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
Gli scenari nel 2018 possono essere 3:
- Scenario peggiore: $1.168.
- ”””””””’ intermedio: $1.270 (rivisto a $1.355).
- ”””””””’ migliore: $1.420.
Una voce pessimista: quella di Capital Economics
Secondo Capital Economics, il prezzo dell’oro è destinato a scendere a causa di una FED sempre più falco. Da considerare anche la riforma fiscale di Donald Trump.
“Il restringimento della politica monetaria Fed si dimostrerà negativo per l’oro e l’argento. È probabile che il Congresso introdurrà la tanto attesa riforma fiscale all’inizio del 2018, cosa che darà gas al Pil e all’inflazione. Tutto ciò imporrà alla Fed di alzare i tassi, così il dollaro si apprezzerà”.
Il peso della Fed
Per Charles Gibson di Edison Investment Research, dipende dai bilanci della FED. Stando alle sue dichiarazioni, il bene rifugio non era così sensibile alla politica monetaria USA dagli anni ‘70. A suo avviso il prezzo dell’oro sarà destinato a crollare fin su quota $1.010. Se ciò non dovesse accadere, invece, il metallo giallo sarà in grado di arrivare fino ai 1.400 dollari per fine anno.
Il 2017 dell’oro
Dopo aver aperto l’anno poco sopra quota $1.150, il prezzo è schizzato sopra $1.254. A marzo 2017 c’è stato il primo crollo sotto i 1.200 dollari con l’aumento dei tassi di interesse. Successivamente abbiamo assistito ad una ripresa sopra i 1.300 dollari per poi andare incontro ai crolli a cui stiamo ancora assistendo.
Secondo Goldman Sachs, che aveva teorizzato un crollo fino ai 1.100 dollari l’oncia, entro la fine del 2018 il prezzo sarebbe destinato a balzare sopra quota $1.450.