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Opec, come funziona e chi compone “il cartello” del petrolio

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Il prezzo del petrolio è uno degli elementi cardine del nostro attuale sistema economico. Come materia prima di riferimento, è influenzata dalla dinamiche macro economiche e gli scenari geopolitici. Motivo per il quale, nel 1960 i paesi produttori di petrolio decisero di dar vita a un’organizzazione: l’ OPEC.

Paesi Opec

L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, nota come OPEC, raccoglie attorno a se i maggiori produttori di greggio. La sua fondazione risale al 1960, per opera di 12 paesi che si sono associati, creando un vero e proprio cartello del petrolio. Lo scopo dell’organizzazione è quella di coordinare le politiche produttive dei paesi membri per gestire la fornitura della materia prima. Infatti, in questo modo è possibile tenere sotto controllo il prezzo del barile, evitando che sia troppo basso o troppo alto. Almeno nelle intenzioni. Da statuto, l’adesione è aperta a tutti i paesi che sono grandi produttori ed esportatori di petrolio che condividono le finalità del gruppo.

I paesi che appartengono all’OPEC sono Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita e Venezuela (paesi fondatori) più altri 11 aggiunti nel tempo. Gli altri partner sono Qatar, Indonesia, Libia, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Nigeria, Ecuador, Gabon, Angola, Guinea Equatoriale e Congo.

Sede

opec

Il gruppo di paesi si riunisce stabilmente a Vienna, in Austria dove ha trasferito la sua rappresentanza. La precedente città che aveva come sede il cartello era Ginevra, dal 1960 al 1965.
Nella capitale austriaca, vi è il Segratariato Generale e l’organo esecutivo che svolgono le normali attività dell’organizzazione.

L’influenza e le critiche

L’organizzazione definisce la sua missione nel “coordinare e unificare le politiche petrolifere dei suoi Paesi membri e garantire la  stabilizzazione dei mercati petroliferi al fine di garantire una fornitura efficiente, economica e regolare di petrolio ai consumatori, un reddito costante a produttori e un equo ritorno sul capitale per chi investe nell’industria petrolifera”.

Potendo contare sul controllo del 79% delle riserve di petrolio nel mondo (dati Opec) la sua influenza è indubbia. Una posizione di preminenza che a livello globale è riconosciuta anche dagli altri paesi produttori. Infatti, bisogna ricordare come Stati Uniti, Cina, Canada e Russia, anch’essi grandi produttori, non facciano parte dell’organizzazione. Questi sono i cosiddetti paesi non opec.

L’aumento della produzione mondiale, specie quella americana, ha messo l’OPEC in una posizione di salvaguardia. La collaborazione della Russia, è stata importante per raggiungere e mantenere i target produttivi per il prezzo del petrolio.


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