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MES: l’Italia si svende all’Europa? Ecco come stanno le cose

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Cos’è il MES? L’acronimo MES sta per Meccanismo europeo di stabilità. Non di rado viene anche definito come Fondo salva-stati.

Ma di che cosa si tratta e per quale motivo se ne parla così tanto? In questo articolo cercheremo di delineare gli aspetti salienti di questa organizzazione internazionale e le sue funzioni. 

MES: cosa sapere?

Quando si parla di MES ci si riferisce ad un fondo finanziario gestito dall’Unione Europea. Giuridicamente si parla di una vera e propria organizzazione internazionale. L’intento cardine è quello di garantire tutti gli stati in Europa facenti parte della zona euro (articolo 3).

Il MES è stato costituito in seno al Trattato di Lisbona. I riferimenti giuridici possono essere riscontrati nell’articolo 136, approvato nel mese di marzo del 2011 da parte del Parlamento dell’Unione Europea e successivamente ratificate dal Consiglio Europeo. 

Nella realtà dei fatti si tratta di una vera e propria organizzazione intergovernativa assai simile per funzioni e struttura al Fondo Monetario Internazionale. Fanno parte del MES: 

  • il consiglio di governatori di tutti gli stati aderenti
  • il consiglio di amministrazione

Il MES può dunque dettare delle linee economiche per i paesi aderenti al Fondo salvastati.

MES: un po’ di storia

Istituito, come abbiamo visto, nel 2011, il M E S doveva entrare in funzione a partire da giugno 2013. Nel 2011 entra a pieno regime per via della crisi dei debiti pubblici di alcuni stati, prima tra tutti la Grecia. Per questo motivo l’entrata in vigore viene anticipata e il MES entra in funzione a partire dal mese di luglio del 2012. 

La Corte Costituzionale Tedesca ha sospeso, in una prima fase, l’attuazione del M E S per delle opportune verifiche sulla legittimità con la Costituzione Tedesca. La Corte Costituzionale ha avuto modo di esprimersi il 12 settembre del 2012 dichiarando la compatibilità del MES con la Costituzione della Germania a condizione che venissero apportate alcune modifiche.

Come funziona l’assistenza agli stati? 

Per capire come funziona l’assistenza agli stati è necessario andare a consultare l’art. 3 del trattato che, difatti, istituisce il MES. In linea di massima: il Fondo salva stati ha il compito di raccogliere dei soldi per sostenere gli stati facenti parte della eurozone in caso di grave difficoltà e di emergenza (come nel caso della Pandemia Coronavirus). 

Vediamo, in 5 punti, come avviene l’aiuto agli stati. 

  • L’assistenza del MES per uno stato avviene a seguito della richiesta dello stesso stato
  • Il MES, tramite il suo organo decisionale, dovrà verificare che lo stato che ha fatto richiesta dell’aiuto si trovi, realmente, in difficoltà. La difficoltà di uno stato facente parte dell’Unione Monetaria, può quindi trascinare in una crisi tutta la zona euro. A quel punto l’organo plenario del M E S avrà il compito di verificare lo stato di salute dell’economia di quello stato per definire quali sono i reali bisogni. 
  • il MES, sempre tramite il suo organo plenario a cui spetterà il compito di decidere se garantire o meno l’assistenza economica a quello stato. A quel punto spetterà sempre alla Commissione avviare il negoziato con il governo dello stato che richiede assistenza, con la Banca Centrale Europea e con il Fondo Monetario Internazionale (anche se l’intervento del FMI non è sempre richiesto). A quel punto viene stilato un documento denominato Memorandum of Understanding (Memorandum d’intesa). All’interno di questo accordo verranno messi in chiaro termini e condizioni, più tutti i parametri e le eventuali misure che il governo dello stato che richiede aiuto dovrà fare rispettare. 
  • Tutte le scelte saranno poi rese operative dal Consiglio dell’Unione Europea in funzione di quelli che sono i poteri conferiti in materia di disavanzi pubblici eccessivi.
  • Tutti i termini presenti all’interno del Memorandum of Understanding devono essere controfirmati dalla Commissione che avrà il ruolo di supervisionare che le condizioni previste al suo interno vengano rispettate. 

Un chiarimento: l’Unione Europea e il Meccanismo Europeo di Stabilità sono due istituzioni differenti, ma che agiscono in stretta sinergia. Sono la BCE e la Commissione europea, ad esempio, che hanno il compito di innescare un’eventuale procedura con il MES. 

MES gualtieri

MES Italia: cosa sta succedendo? 

Oggi si parla in maniera massiccia di M E S, dopo l’emergenza Covid-19. Nella realtà dei fatti quanto siamo abituati a conoscere sul MES, in un certo senso, in questa occasione, cambia i connotati. Infatti, come abbiamo avuto modo di vedere, tutto il denaro utilizzato per far fronte alle spese mediche consequenziali all’emergenza, sono state sospese. Non sono sospese, invece, quelle relative al sostegno economico degli stati che ne hanno fatto richiesta. 

Nella riunione del 10 aprile l’Italia e la Francia hanno proposto l’attivazione del cosiddetto Recovery Fund. Si tratta di un fondo temporaneo, secondo quelle che sono le intenzioni di Parigi e Roma che verrà finanziato mediante gli eurobond. L’Eurogruppo, quindi, ha trovato un’intesa dopo un percorso abbastanza travagliato, per una cifra che ammonta a circa 1000 miliardi di euro. L’UE metterà in campo questa cifra per aiutare i paesi in grave difficoltà a seguito dell’emergenza del Covid-19. 

Adesso la palla passa ai leader Europei, che hanno, chiaramente, l’ultima parola. 

Su cosa dovranno decidere e leader europei?

Dovranno decidere sulla creazione di questi famosi Bond Europei e sulla sospensione delle condizioni del Mes relative alle spese straordinarie in ambito sanitario. 

Il Ministro Gualtieri ha parlato di una proposta “ambiziosa” e “senza precedenti”. 

Ma la partita è ancora aperta, soprattutto per ciò che riguarda l’emissione di questi benedetti eurobond. Vi sono, però, delle fortissime resistenze da parte dei Paesi del Nord, in testa Olanda e Germania che sono contrarie all’emissione di obbligazioni europee. 

Secondo le dichiarazioni del Commissario Europeo per l’economia, l’ex Primo Ministro Italiano Paolo Gentiloni.

Gli attori da tenere in considerazione

Recovery Fund 

Per la prima volta, forse, da quando è iniziata questa emergenza, Italia e Francia si sono trovate d’accordo sul Recovery Fund. Si tratta di una proposta a matrice francese, approvata dall’Italia, per la creazione di un fondo di solidarietà che ammonta a 500 miliardi di euro che dovrebbe essere finanziato mediante l’emissione di titoli obbligazionari Europei, gli Eurobond appunto. 

Secondo il progetto di Francia e Italia, tramite il Recovery Fund, l’Europa sarà nelle condizioni di poter finanziare la sua ripresa mediante l’impiego di una cifra straordinaria. Tale somma sarà spalmata nel tempo grazie alle obbligazioni. Chiaramente si tratta solo ed esclusivamente di un progetto che, adesso, dovrà passare al vaglio di tutti i leader europei che dovranno pronunciarsi in seno al prossimo Consiglio. La dilemma è: come finanziare questo Recovery Fund? Verrà approvata l’idea degli eurobond o si dovranno trovare degli altri strumenti innovativi? 

Chiaramente si tratta della creazione ex novo di un’istituzione. Infatti sarà compito dei leader capire come finanziare questo piano, secondo quelli che sono i Trattati europei, puntando a decidere a stretto giro il da farsi. 

Olanda e Germania hanno già espresso la loro convinta contrarietà agli Eurobond. 

Perché si parla di MES?

Perché è stato approvato il MES morbido, ossia flessibile. Questo cambia alcuni aspetti del trattato MES.

Come si può riscontrare nel verbale di quella che è stata la riunione dell’Eurogruppo i fondi del MES dovranno essere utilizzati per:

  • finanziarie le spese di carattere medico, sia dirette che indirette
  • investire sulla cura e sulla ricerca per il Covid-19
  • investire sulla prevenzione del Covid-19

I fondi dovranno essere garantiti fino al termine dell’emergenza da Coronavirus, in maniera coerente con quello che il quadro di sorveglianza fiscale europeo, “inclusa la flessibilità”.  Ciò significa che per accedere al M E S per finanziarie questa tipologia di investimenti, saranno eliminate le condizioni in genere previste e di cui ci siamo occupati nei paragrafi precedenti. 

Ma, come chiedeva l’Olanda, per tutte le spese che non rientrano nell’ambito medico, e che quindi sono volte al sostegno all’economia, alle aziende, ecc, si dovranno rispettare tutti i paletti e le restrizioni previste dal regolamento stesso del MES. 

Cosa significa “flessibilità”?

Significa che gli stati non saranno obbligati ad introdurre delle misure di aggiustamento del deficit e l’attuazione di politiche di austerity (come fu nel caso della Grecia dopo la Crisi e l’entrata in campo della Troika). Questo solo ed esclusivamente se i fondi del M E S saranno utilizzati per far fronte all’emergenza di carattere sanitario. Si tratta di una scelta storica, senza precedenti, che difatti muta il reale funzionamento e le prassi seguite fino a questo momento nel caso in cui il M E S entra in gioco. 

La BEI (Banca Europea per gli Investimenti) ha deciso di finanziare le imprese europee con 200 miliardi di fondi. 

100 miliardi, invece, fanno parte dell’innovativo programma denominato Sure, che avrà lo scopo di fungere da fondo anti-disoccupazione, contribuendo al finanziamento della cassa integrazione.

Le parole di Gualtieri

Secondo il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri si tratta di un risultato storico e senza precedenti. 

“L’Agenda Ue è cambiata. Questo accordo costituisce un ottimo risultato che giunge dopo un negoziato difficile e a tratti aspro. Grazie alla solida alleanza tra l’Italia e gli altri Paesi firmatari della lettera promossa dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l’agenda europea è cambiata e si è passati da un documento con un’unica proposta, il Mes con condizionalità leggere, a un pacchetto di quattro proposte“.

Tra le proposte a cui si riferisce il ministro c’è, appunto, la somma destinata per far fronte all’emergenza sanitaria totalmente privata di paletti e obblighi da rispettare, sia per il presente che per il futuro. 

La grande incognita, come abbiamo già avuto modo di vedere, rimane il Recovery Fund proposto da Italia e Francia che dovrebbe avere un valore complessivo pari a 500 miliardi. A causa delle pressioni insistenti di Olanda e Germania, però, la grande incognita allo stato attuale rimane la modalità di finanziamento del fondo. 

Una partita ancora in atto e tutta da giocare, ma che sembra vertere sulla creazione di un debito comune grazie all’emissione di titoli obbligazionari denominati eurobond, o mediante l’utilizzo di non meglio specificate “formule innovative”. 

Cosa hanno detto i leader Europei? 

In Italia

Intanto saranno loro, adesso, a dover decidere il da farsi. Giuseppe Conte, primo ministro Italiano, ha annunciato che si tratta di una partita appena iniziata. 

Secondo quanto riporta l’ANSA fonti del governo hanno dichiarato che

“La trattativa finisce al Consiglio Ue, l’Eurogruppo è chiamato a fare una proposta”.

Quindi, allo stato attuale, ancora nulla di certo. I principali Interlocutori dell’Italia, allo stato attuale, rimangono la Germania e la Francia che, come sappiamo, fanno parte del G7. 

La grande incognita rimane la fonte di finanziamento del Recovery Fund che, secondo le volontà del governo Italiano, dov ebbe avvenire tramite l’emissione di obbligazioni comuni (eurobond). I principi che, attualmente, mettono tutti d’accordo, riguardano l’utilizzo dei fondi della Bei e del Fondo Sure. 

Il Senatore Matteo Salvini e Giorgia Meloni, attuali leader dell’opposizione, hanno proposto la sfiducia al Ministro Gualtieri. Secondo Salvini si tratta di alto tradimento, una disfatta pari a quella di Caporetto. Secondo la Meloni, invece, l’Europa avrebbe raggiunto il suo scopo, ossia quello di vedere l’Italia vincolata per sempre da un debito che andremo a pagare con la tassa patrimoniale, piuttosto che con l’aumento dell’età per la pensione.

Peccato che nel 2011, quando l’Italia ha votato per la costituzione del MES, la maggioranza era proprio guidata da loro.

Conte ha fatto sapere che la sua posizione non è mai cambiata e che nulla è stato ancora firmato.

In Francia

Come possiamo leggere su Twitter, grande esultanza da parte del Ministro dell’Economia Francese Bruno Le Maire. 

Eccellente accordo fra ministri delle Finanze europei sulla risposta economica al Coronavirus: 500 miliardi di euro disponibili subito. Poi un fondo per il rilancio. L’Europa decide e si mostra all’altezza della gravità della crisi”.

Una linea comune promossa da Italia e Francia che, in questo caso, deve convincere la Germania ad emettere gli eurobond, e quindi creare nuovo credito sotto forma di debito. Roma e Parigi credono fermamente che la strada da seguire siano gli Eurobond.

Le Germania, invece, vorrebbe mettere in ballo il Bilancio dell’Unione Europea. Chiaramente l’Eurogruppo si è concentrato sul fornire ai leader l’indirizzo, senza dare indicazioni effettive sullo strumento da utilizzare. 

In Germania 

Angela Merkel, allo stato attuale, ha mostrato apertura verso l’attuazione di queste misure. La cancelliera tedesca si è schierata con Giuseppe Conte sul fatto che serve solidarietà “in Europa in una delle ore più difficili, se non la più difficile”. 

«Ho parlato a lungo giorni fa con il premier italiano Giuseppe Conte. Siamo d’accordo che vi sia una urgente necessità di solidarietà, l’Europa vive le sue ore forse più difficili. La Germania è pronta a dare solidarietà e si sente in dovere di darla. Possiamo valutare quali siano gli strumenti più adatti, penso che oggi all’Eurogruppo si potrà trovare un accordo».

Ma la cancelliera è contrata a finanziare il Recovery Fund con gli Eurobond. Secondo la cancelliera

“ci sono così tanti strumenti di solidarietà che si possono trovare delle buone soluzioni”.

L’Idea più papabile dovrebbe quindi essere quella relativa alla creazione di un Fondo dedito a finanziare la ripresa degli stati in difficoltà gestito direttamente da Bruxelles. 

MES europa italia coronavirus
La presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen col Commissario Europeo Paolo Gentiloni. (AP Photo/Virginia Mayo)

MES e dibattito sugli Eurobond 

Appurata la funzione del M E S in questa fase così delicata (quindi nessuno sta svendendo il Colosseo a nessuno!!!) adesso la partita si gioca sugli Eurobond. Si tratta, di certo, di uno dei dibattiti più importanti dall’inizio di questo secolo, necessario per un vero rilancio dell’economia Europea che, difatti, andrebbe incontro ad un’armonizzazione. Sarà necessario, però, costruire fiducia attorno agli stati Europei, come ha dichiarato lo stesso presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno durante la conferenza stampa. 

“C’è stato un ampio sostegno per il Recovery Fund che vuole fornire fondi aggiuntivi attraverso il bilancio Ue. Sulla grandezza e sul finanziamento cercheremo la guida dei leader. Attualmente dobbiamo combattere il virus e sostenere le economie.” 

Sui tempi per l’attivazione del fondo il Presidente dell’Eurogruppo è stato chiaro: dovrà essere tempestiva sin da subito dal momento in cui inizierà la ripresa. 

Cosa ne pensa la Presidente della BCE? 

“L’Europa è unita nella lotta contro il coronavirus. Sono incoraggiata nel vedere i ministri delle Finanze dell’Eurogruppo raggiungere un accordo innovativo

Queste la parole affidate ad un tweet sul profilo di Christine Lagarde. 

Dai paesi del Nord un NO secco agli Eurobond 

Il Primo Ministro Olandese Mark Rutte è stato chiaro sin da subito: “No agli Eurobond!”

Per ciò che riguarda le condizioni e la flessibilità del M E S, il Premier Olandese ha detto che “non dirà niente” per quanto l’Olanda insista affinché vengano imposte delle riforme per poter ripagare i debiti in futuro. Rutte ha quindi alzato un muto mentre Gualtieri ha affermato che la proposta è chiaramente sul tavolo, ma che un accordo è ancora lontano. 

“Sarà la prossima battaglia del fronte dei Paesi del Sud” ha concluso il Ministro dell’Economia Italiano. 

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