La Politica monetaria dell’eurozona nel centro del mirino
La BCE potrebbe abbandonare le regole pianificate che avrebbero costretto gli istituti bancari a mettere da parte più denaro contro il proprio stock di crediti non pagati. La BCE puntava ad abbattere un totale di 759 miliardi di euro di crediti inesigibili dalle banche dell’eurozona, in particolare Italia, Portogallo e Grecia.
Cosa farà la BCE?
In sostanza la Banca Centrale Europea potrebbe valutare ulteriori politiche sui crediti in sofferenza. Le scelte odierne dipenderanno dai progressi fatti dalle singole banche. Reuters riferisce che se le regole saranno demolite, i supervisori continueranno comunque a fare pressione sulle banche problematiche facendo ricorso ai poteri esistenti.
Nessuna novità attesa, invece, in materia di tassi di interesse e tassi di deposito, che dovrebbero essere confermati ai livelli attuali. Per la maggior parte degli analisti, i toni odierni di Draghi dovrebbero rimanere dovish.
Su cosa verrà concentrato il focus?
In particolare modo, dovrà pianificare il risanamento dei bilanci delle banche. Questa problematica deriva dalle attività tossiche nate in seno alla crisi finanziaria. Tale risanamento è indispensabile affinché stati come la Germania possano concordare un’assicurazione comune della zona euro sui depositi bancari.
Più specificatamente: esistono delle linee guida sugli Npl. Nello specifico: in genere si concedono alle banche sette anni per la copertura totale dei crediti garantiti e due anni per i non garantiti.
Agli esordi Il piano originale prevedeva simili linee guida anche per lo stock di crediti esistenti. Oggi ciò appare improbabile. La BCE ci ha ripensato dopo che alcuni membri del Parlamento europeo hanno obiettato sulla politica dell’istituto.
Infatti la BCE era stata accusata di invadenza sulle prerogative, passando regole che si applicano a tutte le banche, senza lavorare sui casi individuali.