Mary Barra, al secolo Mary Teresa Makela, nasce a Waterford, nello stato del Michigan, la vigilia di natale del 1961. La famiglia ha origini finlandesi, per l’esattezza di Kankaanpää, nella provincia di Satakunta. Il padre di Mary, Ray Makela, è stato operaio della Pontiac, storica casa automobilistica americana di proprietà del gruppo General Motors. La madre Eva Makela era una casalinga.
Ha anche un fratello, Paul Makela che come lei condivideva la passione per la scienza ed oggi è uno stimato medico.
Indice
Inizi e Vita privata di Mary T Barra
Completa i suoi studi superiori alla Waterford Mott High School e inizia la sua esperienza in GM già a 18 anni. Infatti, Mary fece un periodo di lavoro all’interno di un programma erogato dall’azienda che le ha permesso di pagarsi gli studi universitari.
La sua mansione riguardava l’ispezione dei pannelli dei paraurti all’interno di uno stabilimento Pontiac.
Il suo percorso universitario inizia al General Motors Institute (oggi Kettering University) dove si laurea in ingegneria elettrica nel 1985. Le sue abilità e potenzialità sono state riconosciute anche dall’azienda. Per questo motivo Mary conseguirà anche un MBA alla Stanford Business School nel 1990.
Proprio a seguito di questi studi, nel periodo in cui era all’università, incontra Anthony E. Barra detto Tony. Sposerà solo qualche anno dopo Tony, che di professione è un’ingegnere e consulente. Dalla loro unione nascono i figli Rachel e Nicholas.
La coppia inoltre è attiva con progetti benefici per la comunità di Detroit. Infatti, Mary Barra e suo marito hanno raccolto borse di studio per oltre 2 milioni di dollari attraverso il College for Creative Studies.
Mary Barra: carriera della CEO General Motors
Dopo le esperienze avute nel periodo studentesco e il programma di finanziamento degli studi, Mary Barra torna a ricoprire nuovi ruoli. Dopo il MBA, rientra in General Motors come manager e dove gestisce la pianificazione del processo produttivo di uno stabilimento. Ma dopo questo primo incarico iniziano ad essere premiati i meriti della giovane manager. Negli anni ’90 assume l’impiego di assistente esecutivo dell’amministratore delegato di GM.
Una scalata che la vedrà arrivare nel 2008 a vice presidente del Global Manufacturing Engineering. E solo un anno dopo, nel 2009, vicepresidente delle Risorse Umane andando presto a ricoprire il ruolo di vice presidente esecutivo dello sviluppo del prodotto nel 2011.
Questa rapida ascesa è dovuta alle azioni di Mary Barra che hanno portato prima all’aggiustamento di un farraginoso reparto comunicazioni interne. Poi, il risanamento di un importante e problematico stabilimento di Detroit. In seguito riorganizzando il disordinato dipartimento delle risorse umane dell’azienda.
Andando soprattutto a eliminare alcune politiche interne all’azienda che non le andavano a genio.
“Penso di aver perso sei mesi della mia vita a essere mandato a riunioni per discutere di un protocollo di comunicazione”
ha detto Mary Barra.
“Il problema è che gli ingegneri nella sala avrebbero potuto prendere una decisione, ma non avevano il potere di farlo. Francamente, se ne avessimo scelto uno, non importava”.
L’ascesa
Deduzioni che provengono dalla prime esperienza maturate in azienda già al tempo del tirocinio. Per questo motivo ha rinnovato la struttura gestionale che prevedeva ben 3 dirigenti per ogni singolo modello di auto.
A dicembre del 2013, Dan Akerson annuncia la promozione di Mary Barra come CEO di General Motors. In un momento molto critico per l’azienda che l’abile manager riuscirà a superare con importanti e dirompenti rivoluzioni interne.
Nonostante lo scetticismo e le critiche, Mary supererà il tentativo di acquisizione proposto all’epoca da Sergio Marchionne. Non solo, si libera dei marchi europei Opel e Vauxhall cedendoli a PSA, e taglierà i mercati meno redditizi.
Degno di nota è stato una delle sue prime iniziative come il ritiro di ben 2.5 milioni di veicoli da mercato USA perchè presentavano difetti. Una scelta della quale si assunse ogni responsabilità anche davanti il Congresso.
Successivamente, deciderà di abbondare alcuni mercati interazioni poco proficui per l’azienda come la Russia, l’India e il Sudafrica. Svolta che porta il focus dell’azienda sul proprio mercato interno (quello americano) e la Cina.
General Motors CEO (GM Ceo)
Mary Barra è stata sicuramente una nomina storica per l’azienda di Detroit, permettendo ancora oggi (a GM) di far parte della storia imprenditoriale americana. La donna ha deciso di puntare sui motori a benzina tradizionali, mettendo da parte la produzione di quelle Berline di lusso che hanno fatto la storia della compagnia, partendo dalla Cadillac per arrivare alle Chevrolet Impala. Nel suo piano imprenditoriale ha deciso di scommettere sui Suv e sui pick-up.
Tra le grandi innovazioni la sfida delle auto elettriche, prima tra tutte la Chevy Bolt. La Barra ha voluto investire in questa tecnologia mediante una mega acquisizione da un miliardo di dollari della Cruise Automation. La Cruise Automation è una start up di San Francisco che ha brevettato un software di proprietà che serve per la guida automatizzata delle famose auto-robot. Con altri 600 milioni, invece, ha rilevato Lyft, un’app online con una piattaforma che intende fare concorrenza alla più nota Uber.
La trasformazione ad opera della CEO General Motor
Mary Barra, in pochi anni, ha dato vita ad una profonda trasformazione già a partire dal 2016, ossia da quando ricopre il ruolo di chairman della GM. La Barra ha trasformato la General Motors in un gruppo più piccolo che riesce a vendere 8 milioni di vetture, ma ovviamente molto più redditizio. Infatti solo nell’anno 2017 il valore di GM in borsa ha visto una impennata di più del 25%.
Nel mese di novembre del 2018 Mary Barra ha purtroppo annunciato la chiusura di 5 stabilimenti della compagnia presenti in nord America. Si tratta di 4 stabilimenti negli USA e uno in Canada. A perdere il lavoro circa 14.000 persone, che sono state licenziate. Donald Trump ha aspramente criticato la scelta di Mary Barra e ha iniziato a minacciare delle pesanti ripercussioni. Trump ha minacciato di sospendere i sussidi del governo per chi possiede un’auto elettrica. Sempre tramite twitter Trump ha minacciato pesantemente la GM, dicendo di essere intenzionato a richiedere la restituzione del denaro pubblico concesso anni prima per evitare la bancarotta. Il tweet è stato poi smentito.
Il suo impegno in Disney
A partire dal mese di agosto del 2017, Mary Barra entra a far parte del Consiglio di Amministrazione della nota Disney: è la quarta donna della storia e la 12 persona che entra a far parte del CDA di Disney.
Altre posizioni
Mary Barra siede nel Consiglio di Amministrazione del famoso Detroit Economic Club e del Detroit Country Day School. Ricopre un ruolo di prestigio anche all’interno del Business Council, nonché nel tavolo dell’organo direttivo della famosa Università di Stanford.
Riconoscimenti
Nel mese di Dicembre del 2016, subito dopo l’elezione di Donald Trump, Mary Barra ha preso parte al forum del business creato dal nuovo presidente americano Donald J. Trump. L’intento del presidente era quello di trovare riscontri e consigli per capire come gestire al meglio l’economia del suo paese.
Per protesta nel 2017 abbandona il Forum come conseguenza alle risposte di Donald Trump alle proteste che avevano preso vita a Charlottesville.
A partire dal mese di Settembre del 2018, Mary Barra consegue il premio Legend in Leadership. Ad attribuirglielo è lo Chief Executive Leadership Institute dell’Università di Yale.
Annualmente l’Institutional Investor redige una classifica chiamata All-America Executive Team. Mary Barra ottiene il primo posto in assoluto per ciò che riguarda il comparto automobili e produzioni di parti di automobili.
Vita privata di Mary Barra
Mary Barra è sposata con suo marito Anthony (Tony) Barra, dal quale prende anche il cognome quindi. Ha conosciuto Tony quando frequentava l’università. In casa con loro vivono anche due figli e due cani. I Barra vivono in un esclusivo sobborgo di Detroit, meglio conosciuto come Northville.
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