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Limite contanti: quali sono le motivazioni della restrizione.

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Il Limite contanti è un argomento nel mirino delle autorità. Da quest’anno ci sono nuove restrizioni in merito alla circolazione del denaro.

Parlando del limite sui contanti sappiamo che ormai è un’argomento assai tenuto in considerazione per limitare o meno la circolazione del denaro e ottimizzare la tracciabilità dei pagamenti. Si sà, tutto cio che riguarda la normativa antitrust e del riciclaggio del denaro sporco sono prerogativa d’argomentazione di tutti i mass media. D’altronde, volendo talasciare l’impatto mediatico che quest’ultimi perseguono, il limite contanti è un argomento molto importante. Varie sono le fonti legislative, che nel passare del tempo hanno cercato di porre rimedio alla questione.

Queste normative hanno cercato negli anni sempre più di ridimensionare quella che è la circolazione massiccia del denaro contante, ponendo dei limiti. Alla base di queste decisioni vi sono una serie di ragioni economiche e sociali. Un esempio possono essere quelle che rispondono, alla buona condotta morale del cittadino, che deve svolgere le sue attività all’interno del territorio in buona fede e rispettando le norme.  Infatti la normativa che riguarda il limite contanti, si riferisce a  tutti quei fenomeni distorsivi ed opportuistici che possono verificarsi nel mondo dell’economia. Riguardo a questo stiamo appunto parlando di fonti normative che, cercano di regolamentare le azioni fraudolente, da parte dei cittadini e delle imprese. Infatti le normative pongono un limite ai contanti relativo alla loro circolazione nello scambio di beni e servizi.

Una legislazione divenuta molto più stringente.

Se nei scorsi decenni, era molto più facile riuscire a spostare un grosso quantitativo di “Cash”, adesso è molto più difficile. Non sembrano molto lontani i tempi in cui tutte le transazioni ed i pagamenti avvenivano tramite banconote. Il limite contanti è frutto di una serie di normative che si sono poste sia a carattere globale che nazionale. Questo per cercare di equilibrare il tutto a livello Europeo. Sono normative che sono andate anche in risposta a quelli che erano il commerco internazionale e la globalizzazione dei mercati. Infatti a livello europeo troviamo i diversi regolamenti e direttive, che devono essere necessariamente ratificate dagli stati entro un certo periodo di tempo.

A livello nazionale invece possiamo trovare norme riguardanti il limite contanti di diversa portata. A livello più generale abbiamo le norme promulgate dalle camere, ma possiamo avere norme più tecniche come i decreti ministeriali. Anche se questa non è la sede opportuna per esaminare l’organicità dell’apparato legislativo, è stato opportuno fare questa breve premessa. Ciò che deve essere chiaro è che porre il limite contanti è una prerogativa delle istituzioni, al fine di evitare comportamenti dolosi come l’evasione fiscale, il commercio di oggetti illegali ed altre piaghe socio-economiche.

A quanto ammonta il limite contanti secondo la legge attuale?

Secondo la legge attuale, le transazioni che vengono effettuate mediante denaro cartaceo, non possono avere un importo superiore a quello di 3.000 euro. Una cifra che si è pian piano ristretta nel corso degli anni, ponendo delle restrizioni a tutti  liberi professionisti e imprenditori. Infatti una classe che è stata anche profondamente colpita dal limite contanti è quella degli artigiani, dei commercianti e dei liberi professionisti. Questi soggetti infatti ogni giorno compiono una serie di transazioni economiche ai fini dello svolgimento della propria attività lavorativa.

Ma oltre le motivazioni nominate sopra, esistono un’altra serie di motivazioni per cui la legge ha posto un limite ai contanti. Questo obbliga anche i privati, dunque non c’è una particolare fascia che è esonerata da questa restrizione. E tutto va ai fini della propria dichiarazione contributiva. Ad ogni modo cercheremo di capire in maniera più tecnica ed esaustiva ciò che ho anticipato in questo paragrafo.

Lo stato vuole vederci chiaro!

Proprio così, infatti lo Stato in questo specifico contesto dobbiamo interpretarlo come Erario, ovvero esattore delle imposte dovute dai cittadini. Il denaro è un mezzo di scambio nominale e non al portatore. Dunque la sua entità anonima rischia di rimanere tale a meno chè non transiti all’interno dei normali circuiti di pagamento. Questo è il vero movente per il quale la legge ha posto un limite ai contanti. Dunque pensiamo ai bonifici, ai vaglia postali, agli assegni ed alle altre modalità classiche di transazione. Su queste lo stato ed in particolare l’agente della riscossione riesce ad avere la vigilanza. Si pensi a tutte le indagini effettuate quotidianamente dalla guardia di finanza. Queste in merito a tutta quella massa di contante che gira al di fuori di questi canali, e che dunque sfugge alle mani del fisco.

Concludiamo asserendo che, il limite contanti è una norma posta ai fini di una maggiore tracciabilità della provenienza del denaro. Si evince dunque in questo contesto il ruolo dello stato arbitro, che cerca di regolamentare i comportamenti di tutti nel panorama economico.

Leggi anche questo articolo scritto precedentemente sul perchè secondo noi i pagamenti in contanti scompariranno a breve.

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