Dietro le situazioni di insider trading si celano manovre e strategie che portano determinati soggetti ad arricchirsi. Tuttavia, questo guadagno non è dovuto alle abilità ma a comportamenti che, per gli ordinamenti, sono illegali. Ed il motivo dell’illiceità del fatto è perfettamente comprensibile come vedremo meglio di seguito.
Insider trading definizione
Con il termine insider trading ci riferiamo alla compravendita di titoli, azioni, obbligazioni o derivati sfruttando informazioni privilegiate o riservate. Queste informazioni, non pubbliche, permettono a determinate categorie che pongono in essere questo comportamento di ottenere un vantaggio. Infatti, questa condotta è ritenuta illegale in tantissimi paesi perché la condotta ha delle ripercussioni sul mercato.
Queste informazioni particolari, potrebbero essere fondamentali per le decisioni degli investitori sull’acquisto o la vendita di un asset. Essendo non pubbliche, solo chi è in una posizione o ruolo chiave è in grado di attingere a questo tipo di risorse. Motivo per cui il reato si va configurare in capo a determinati soggetti.
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I casi
Il vantaggio competitivo degli investitori è causa di un forte squilibrio sul mercato, motivo per cui vengono osservate dalle autorità di controllo.
Solitamente abbiamo due tipi di situazioni che possono dar luogo a casi di insider trading.
- Il caso in cui soggetti interni o esterni all’azienda effettuino operazioni di compravendita del titolo relativo alla propria company. Il reato si verifica quando, per farlo, vengono utilizzate informazioni riservate e quindi non di pubblico dominio. Negli USA è definito come market abuse.
- Il caso in cui soggetto interni ad un’azienda avviano scambi e compravendite senza godere di informazioni riservate. Questa situazione, però, si chiama insider dealing e non è illegale. Tuttavia, vanno informate i relativi organi di vigilanza sui mercati finanziari.
Il reato di insider trading
L’abuso di informazioni privilegiate si sostanzia, oltre che nell’insider trading significato appena visto, anche in altre due forme: il tipping e tuyautage.
Tipping: la condizione in cui si verifica è la condotta posta in essere da chi fornisce informazioni al di fuori del normale esercizio del lavoro, della professione, della funzione o dell’ufficio. L’illiceità si configura quando chi riceve il beneficio è consapevole che chi offre queste notizie lo fa in violazione di un dovere fiduciario. E, di conseguenza, condivide con il “tipper” una parte dei profitti indebitamente percepiti.
Tuyautage: è il caso in cui un soggetto raccomanda o induce altri, sulla base di queste informazioni privilegiate, a compiere delle transazioni. In questo modo, si spingono altri a effettuare compravendite e operazioni di scambio, direttamente o indirettamente, per conto proprio o di terzi. Il tutto, sfruttando le informazioni riservate di cui ha disponibilità.
La legge italiana: cosa dice il TUF
In Italia, le disposizioni riguardanti l’abuso di informazioni privilegiate sono disciplinate dal TUF (Testo Unico della Finanza). La norma, all’art 184 tuf, definisce chiaramente:
“chiunque, essendo in possesso di informazioni privilegiate in ragione della sua qualità di membro di organi di amministrazione, direzione o controllo dell’emittente, della partecipazione al capitale dell’emittente, ovvero dell’esercizio di un’attività lavorativa, di una professione o di una funzione, anche pubblica, o di un ufficio:
a) acquista, vende o compie altre operazioni, direttamente o indirettamente, per conto proprio o per conto di terzi, su strumenti finanziari utilizzando le informazioni medesime;
b) comunica tali informazioni ad altri, al di fuori del normale esercizio del lavoro, della professione, della funzione o dell’ufficio;
c) raccomanda o induce altri, sulla base di esse, al compimento di taluna delle operazioni indicate nella lettera a)”.