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Inflazione significato: cos’è, guida al calcolo ed effetti

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Quando si parla di un concetto strettamente legato al campo economico come l’inflazione nascono sempre numerosi dubbi accompagnati da un’immensa confusione. Nonostante sia un concetto di facile comprensione, molte persone semplicemente lo confondono con numerosi altri argomenti il che da vita a tantissime incomprensioni. Per molti versi, non si sa proprio cosa comporti l’inflazione, quali né siano le cause e da dove derivi. Ma nei fatti, l’inflazione significato ben più ampio dato che impatta direttamente sulla vita di tutti i giorni.

Inflazione significato: che cos’è?

In realtà non c’è niente di difficile da capire. L’inflazione non è altro che l’indicatore fondamentale dell’aumento dei livelli di prezzo. Tale indicatore non è a sé stante, ma è collegato ad altri indicatori (come quello relativo al potere di acquisto delle famiglie) e da un certo punto di vista indica anche l’andamento generale di un’economia. A differenza di altri parametri, quello dell’inflazione si basa sull’orientamento delle politiche monetarie di varie banche centrali.

Al di fuori da ogni dubbio, è uno degli indicatori più importanti in assoluto per tutto ciò che riguarda il mondo dell’economia, perché in larga misura determina quanti beni potrà acquistare una famiglia. Più l’indicatore dell’inflazione è elevato e maggiori costi avrà una famiglia media per acquistare i beni. A delle volte è possibile che l’indicatore dell’inflazione venga aumentato di proposito a causa dei problemi interni del Paese, per equilibrare l’economia. Dunque, inflazione significato è piuttosto semplice da comprendere. Basta non confondersi con gli altri indicatori di questo genere. Il contrario dell’inflazione si chiama deflazione. Quando si parla di deflazione s’intende un indicatore dell’inflazione in calo. Il valore dell’indicazione dell’inflazione, difatti, può diventare negativo nel caso la situazione economica fosse parecchio stabile.

Come viene calcolato l’indicatore dell’inflazione?

Oltre alla confusione che regna in merito al suo significato, ci sono tantissimi dubbi anche sul calcolo dell’inflazione. Che piaccia oppure no, non si capisce proprio come calcolare questo indicatore. In realtà, il calcolo viene svolto dall’ISTAT che prende in considerazione i vari prezzi al consumo e ne valuta il cambiamento in un certo arco temporale. Anche in altri Paesi europei sono gli Istituti Nazionali di Statistica a occuparsi del calcolo dell’inflazione. Per quanto concerne la definizione dei “prezzi al consumo”, s’intende un vero e proprio insieme di beni e servizi chiamato “paniere”. Questo gruppo di prezzi è rappresentativo per tutte le famiglie con delle necessità di spesa.

Per quanto concerne il paniere italiano, lo stesso include numerosi oggetti di vario tipo, come i prezzi dei vari prodotti di abbigliamento, i costi delle calzature, i prezzi dei prodotti alimentari, dei trasporti, dei servizi sanitari, dell’acqua, dell’elettricità, del gas, dei trasporti e così via. Viene quindi preso un insieme totale di costi, in quanto si suppone che possa dare un’idea più chiara e precisa in merito a tutto ciò che riguarda il calcolo dei costi. Per il calcolo dell’indicatore dell’inflazione vengono presi in considerazione dei periodi “continui”, ovvero quelli che possono dare la possibilità di calcolare con precisione il valore dell’indice in un certo intervallo di tempo. Generalmente, tali intervalli sono piuttosto lunghi e possono comprendere anche diversi mesi in cui si sono registrati i cambiamenti dei prezzi.

inflazione significato

Come esegue il calcolo l’ISTAT?

L’Istituto di Statistica italiano basa il proprio calcolo principalmente su 3 indice principali relativi ai prezzi al consumo. Parliamo quindi dell’Indice Nazionale per l’Intera Collettività, utile per misurare nel tempo la variazione dei prezzi e dei servizi comprati sul mercato e utili per i consumatori finali individuali; l’indice per le Famiglie di Operai e Impiegati (chiamato anche Foi), utile il calcolo della variazione nel tempo di prezzi al dettaglio dei beni e dei servizi comprati dalle famiglie di lavori dipendenti (operai); infine spicca l’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (chiamato anche Ipca, mentre in altri Paesi si può trovare l’acronimo HICP, Harmonised Index of Consumer Prices), utile per la misura dell’inflazione nell’Unione Europea.

L’IPCA prende in considerazione il costo reale che grava sulle spalle del consumatore finale. Lo stesso indice esclude anche numerose altre voci presenti nel paniere italiano. Tali voci sono comunque prese in considerazione per il calcolo degli altri indici. Per questo, il risultato finale che si ottiene rappresenta un calcolo bilanciato e completo. Da non dimenticarsi, che durante il calcolo dell’indicatore dell’inflazione si tengono in considerazione anche fattori come le promozioni, gli sconti e i saldi. La presenza dei vari fattori di calcolo rende il calcolo stesso estremamente preciso, motivo per cui sull’indicatore dell’inflazione vengono basati anche numerosi altri calcoli.

Altri utilizzi del tasso d’inflazione

Quando si parla degli indicatori dell’inflazione non ci si può dimenticare anche degli altri utilizzati per definire altri parametri. Al lettore basti pensare che l’Ipca (o l’HICP) è usato per valutare il fattore di convergenza delle economie dei Paesi membri dell’Unione Europea, al fine di capire se questi possano effettivamente restare nell’Unione oppure entrare nella stessa.

Lo stesso indice è anche preso in considerazione dalla Banca Centrale Europea al fine d’impostare di una precisa politica monetaria nell’Unione. L’obiettivo della BCE è di garantire la massima stabilità dei prezzi in tutta l’Eurozona e l’indice dell’inflazione si utilizza proprio per evidenziare i risultati dell’operato targato BCE. La stabilità dei prezzi nell’Eurozona è da sempre considerato un fattore chiave per il controllo del settore economico di tutta l’Eurozona. Senza la giusta stabilità economica diventerà difficile migliorare l’economia.

L’obiettivo della BCE è di tenere l’inflazione a un livello non superiore del 2%. Tale percentuale è ritenuta ottimale per gestire la situazione economica e assicurarti la relativa stabilità. L’indicatore dell’inflazione può anche essere usato per la previsione dell’andamento dell’economia negli anni successivi alla misurazione.


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