Il Canada si appresta a ospitare il summit dei 7 paesi industrializzati, ma la questione dei dazi rischia di mettere a rischio le intese. Un G7 che si preannuncia ricco di tensioni.
L’OMBRA DEI DAZI
L’apertura dei lavori per il vertice, che si terrà a Charlevoix l’8 e il 9 giugno, sembra già segnata dall’incontro tra i 7 ministri finanziari. Il problema è evidente, ed è stato chiaramente espresso dal ministro delle finanza francese, Bruno Le Maire, a margine di un incontro: “Ciò che questo G7 mostrerà è che gli Stati Uniti sono soli contro tutti e soprattutto soli contro i loro alleati”.
Per gli analisti e per la presidenza canadese, gli importanti temi in agenda rischiano di venire compromessi.
L’intento del premier candaese Justin Trudeau, è riuscire a focalizzare l’attenzione sulla crescita economica e i rapporti con la Russia ma anche su temi sociali come aborto e parità di genere.
Un compito non facile, dato che il compito di Trudeau sarà quello di tenere insieme tutte le parti.
Anche questa volta tutto ruota attorno a Donald Trump, intento a realizzare a pieno la sua “America First” senza guardare in faccia nemmeno gli alleati.
Il presidente americano non sembra tenere conto delle conseguenze diplomatiche conseguenti all’introduzione dei dazi su prodotti provenienti da UE, Canada e Messico.
FRONTE COMUNE
La “guerra commerciale” che si appresta a consumarsi vede un fronte capeggiato dall’Europa e la Cina, passando per la rabbia di due storici partner commerciali quali Canada e Messico.
Trudeau e l’Unione europea hanno condannato le tariffe su acciaio e alluminio, i due principali prodotti presi di mira dagli USA.
Un modo, secondo il governo americano, per proteggere il mercato dalla concorrenza straniera (sleale).
Tuttavia, sempre secondo il premier canadese, dichiarandolo a Reuters, il vertice “è un’opportunità per le nazioni che la pensano allo stesso modo di riunirsi e parlare di sfide condivise”.