Immuni App è l’applicazione scelta dal Governo per il tracciamento dei contagi. Inizialmente, secondo quanto dichiarato dal Commissario Straordinario dell’emergenza sanitaria, Domenico Arcuri, doveva essere pronta a fine maggio.
Immuni App quando esce? Si staranno chiedendo in molti. Stando alle ultime notizie, l’app Immuni arriverà a giugno e la sperimentazione riguarderà solo alcune regioni. Intanto, il ministro dell’Innovazione ha pubblicato sulla piattaforma Github (servizio di hosting per progetti software) il codice back-end di Immuni App ossia quella parte che riguarda l’elaborazione e la trasmissione dei dati generati dall’app.
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Immuni App funzionamento: quale sarà il meccanismo dell’app di contact tracing?
Vediamo come opera l’app Immuni. Questa applicazione mira a combattere il Coronavirus avvisando gli utenti di un possibile contatto con un soggetto risultato positivo, affinché possano subito auto-isolarsi e richiedere assistenza sanitaria.
Il testo pubblicato su GitHub descrive il funzionamento dell App Immuni (per il source code date un occhio alla repository di Immuni sempre su GitHub) che utilizza un sistema basato sul Bluetooth Low Energy cioè a basso consumo per scambiare hash di stringe affinché possa riconoscere gli altri dispositivi nelle vicinanze che hanno l’ App installata, grazie alle api comuni sviluppate da Google ed Apple. Una volta effettuato il download, l’app associa un codice temporaneo a ogni dispositivo che si rigenera costantemente e viene creato in maniera casuale per non consentire l’individuazione del soggetto.
La questione privacy
L’app Immuni, dopo l’attivazione, inizia a trasmettere un segnale bluetooth basato su un identificatore di prossimità mobile. Quando 2 dispositivi s’incontrano registreranno entrambi il momento dell’incontro, senza, però, risalire all’identità dei fruitori.
L’Immuni App privacy è basata, dunque, su una procedura ben precisa. I dati – inclusa la durata dell’incontro e la distanza tra dispositivi – saranno memorizzati nella memoria interna dello smartphone fino a 14 giorni. Se una persona dovesse fare un tampone e risultare positivo al Covid-19, potrà scegliere se caricare su un server i codici registrati dal proprio telefono nei giorni precedenti, con l’ausilio del personale medico. Così facendo renderà visibili i dati agli altri utilizzatori.
Immuni, incrociando le varie informazioni, invierà un avviso di allerta a tutti quelli entrati in contatto con il cittadino positivo, spiegando come dovranno comportarsi. Scontato dire che non sapranno nulla sull’identità di chi li ha contagiati, né su dove è avvenuta la trasmissione. Il messaggio che si riceverà dipenderà dal tipo di esposizione con il soggetto infetto e dalla provincia in cui si abita.
I dati sono gestiti da server pubblici situati in Italia (gestiti da Sogei) e cancellati se non più rilevanti entro il 31 dicembre 2020. Nessuna comunicazione sarà condivisa con terze parti se non in forma aggregata, anonima e per scopi legati alla ricerca.
Immuni App bluetooth
Abbiamo visto che Immuni App funziona attraverso il bluetooth low energy. Tale dispositivo si basa su una tecnologia wireless personal area network ideata e venduta da Bluetooth Special Interest Group (Bluetooth Sig) per nuove applicazioni nel campo dell’assistenza sanitaria, per la sicurezza, per l’industria dell’intrattenimento e quella delle industrie automobilistiche. Rispetto al Bluetooth classico, prevede un consumo energetico e un costo ridotto.
Il Download: come s’installa?
L’App Immuni sarà disponibile sia per Ios che per Android. Dopo il download, ogni utente dovrà inserire la regione e la provincia in cui vive, quindi accettare i termini di servizio, la privacy policy e dichiarare di avere più di 14 anni. Ogni azione con l’app dovrà essere autorizzata. Sarà previsto un’ immuni app download gratis, ma vigerà una diversità tra Apple e Google.
L’app sul play store
Ci saranno delle differenze per quanto riguarda l’Immuni App play store. Per i dispositivi Android di Google, infatti, sarà necessario attivare la geolocalizzazione, anche se il colosso ha specificato che non acquisirà le informazioni; mentre iOs di Apple chiederà l’invio delle notifiche di esposizione, già attive per Android.
Immuni App: il Friuli Venezia Giulia ha ritirato la disponibilità per la sperimentazione
Il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha ritirato la disponibilità alla sperimentazione dell’app Immuni scrivendo in una lettera da inviare alla Conferenza delle Regioni: “A quanto si apprende Immuni prevederà non la ricostruzione della catena di contatti dei soggetti risultati positivi, come peraltro richiesto dalla Regione al fine di integrare in modo omogeneo il lavoro oggi svolto manualmente, bensì l’invio di un sms ai cittadini entrati a contatto con un contagiato”.
Secondo Fedriga, “ciò significa che si passerà da una gestione affidata ai Servizi sanitari a un’azione diretta (e priva del supporto di professionisti) dei cittadini, a cui competerà l’onere di chiamare il medico di base: una soluzione poco avveduta che rischia di ingenerare panico o, nel caso in cui il cittadino decidesse di non rivolgersi al medico curante, di vanificare l’efficacia dell’app”.
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