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Fondo sovrano norvegese perde 21 miliardi nella pandemia

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C’è a chi la pandemia è costata davvero parecchio. Si sa, i mercati finanziari non fanno sconti a nessuno. Per il fondo sovrano norvegese, il più grande del mondo, il prezzo da pagare è stato di 21 miliardi. Ma per il Norges Bank Investment Management (che è una cassaforte del governo norvegese) il motivo non è solo legato alle turbolenze del mercato. 

Fondo sovrano norvegese: tra pandemia e politica

Il fondo sovrano norvegese è stato istuito negli anni 90 per investire i proventi del petrolio dei mari del nord. Infatti, proprio l’alta capitalizzazione e l’alta redditività hanno consentito, sia al fondo che al governo, di beneficiare dei rendimenti. Infatti, è uno strumento pubblico che permette ai governi di investitori in titoli, azioni estere e altri strumenti. 

Ed è proprio la questione politica che rende difficile la gestione del fondo. “È passato quasi un anno da quando Yngve Slyngstad ha annunciato le sue dimissioni”, ha detto al telefono il CEO del fondo, Trond Grande, dopo una conferenza stampa a Oslo. “Tutti non vedono l’ora di ottenere chiarimenti e un nuovo leader in atto.”

“Questa situazione si è aggiunta alla difficile gestione di una pandemia”, ha aggiunto Grande che adesso ricopre il ruolo di amministratore delegato. Adesso si attende la nomina del nuovo CEO sul quale infuria la battaglia politica. Infatti, i Labour in quanto partito di opposizione non hanno tardato a mostrare il loro scetticismo.

Il tutto perchè il successore in lizza per il posto è Nicolai Tangen, gestore di un hedge fund londinese.
Questo ha sollevato alcune critiche verso la Banca Centrale, che ne ha avanzato la nomina, e che gestisce il fondo sovrano. Sullo sfondo, i possibili conflitti di interesse relativa al nuovo gestore del fondo sovrano norvegese. Tangen, inoltre, non sarebbe mai stato ufficialmente presentato. Inoltre, la percezione di benefici da parte di Slyngstad tra cui un viaggio di lusso pagato da Tangen.

La pandemia e gli effetti sugli investimenti

fondo sovrano norvegese

In termini numerici, il fondo ha perso il 3,4%, che corrisponde a circa 21 miliardi di euro. O 188 miliardi di corone norvegesi, solo nella prima metà del 2020.
Come anticipavamo, i proventi del fondo sovrano norvegese servono a finanziare il fabbisogno governativo, pensioni incluse.

Come anticipavamo, i proventi del fondo sovrano norvegese servono a finanziare il fabbisogno governativo, pensioni incluse.
Gli investimenti più penalizzati sono stati quelli azionari, che costituiscono il 70% del complessivo. Queste hanno perso nel primo semestre circa il 7%. Con l’immobiliare, per circa il 3%, che non hanno fatto sognare e le operazioni a reddito fisso. Unica notizia positiva le partecipazioni azionarie nei listini tecnologici, che nel secondo semestre hanno fatto registrare un rimbalzo del 18%. Tra queste Microsoft, Alphabet (proprietaria di Google), Amazon e Apple.
Ovviamente, a registrare la peggiore performance, sono i titoli petroliferi che in conseguenze del lockdown hanno perso più del 33%. Accompagnando la caduta delle quotazioni del petrolio, anche quello del nord, che costituisce le entrate del fondo.

Leggi anche David Tepper, il gestore di hedge fund tra i più redditizi

 

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