“Chi se ne frega dello spread”
Bisogna capire i fondamentali dell’economia per poter porre grandi obiettivi politici nel lungo termine. Attuare una politica con la consapevolezza di fare del bene per l’interesse nazionale. Per puntare ad una crescita collettiva innanzitutto bisogna evitare una politica che solo con semplici dichiarazioni è capace di fare aumentare lo spread. Creare quindi un connubio di ragion di stato che permettano delle soluzioni.
Ma che cosa è lo spread??? In termini abbastanza pratici è il differenziale dei tassi di rendimento dei titoli di stato italiani (BTP) e quelli della Germania (BUND). Un punto percentuale di spread vale 20 miliardi, quindi sembra un discorso abbastanza chiaro e logico che anche una minima variazione faccia muovere in maniera positiva/negativa l’economia mondiale. Allora bisogna preoccuparsi eccome del livello di spread.
Il condizionamento delle agenzie di rating nel sistema finanziario
I mercati finanziari hanno già scontato il downgrade che le agenzie di rating potrebbero attuare. La decisione di Moody’s nel mantenere un outlook stabile ha rincuorato la stragrande maggioranza di investitori. Sembra quindi probabile che entro tre mesi tutte e tre le agenzie di rating abbasseranno la valutazione dell’Italia a solo un gradino dallo status di “Junk” ossia quello del «non investimento» a meno che non avvenga un significativo cambio di rotta da parte dell’Italia.
Il downgrade attuato da Moody’s sottolinea i rischi della finanza pubblica italiana. Il prossimo venerdi toccherà ad S&P aspettandoci un rating negativo.
Tenendo conto della scala di Rating che in forma sommaria va da AAA (massima sicurezza del capitale, rating alto) a D (in perdita), viene di seguito riportata la tabella che esprime i differenti gradi di Rating tra le principali potenze mondiali, ovvero i paesi dove è più conveniente effettuare investimenti.
NAZIONE |
S&P |
MOODY’S |
FITCH |
DAGONG |
Italia | BBB | Baa3 | BBB | BB+ |
Germania | AAA | Aaa | AAA | AA+ |
Francia | AA | Aa2 | AA | A+ |
USA | AA+ | Aaa | AAA | BBB+ |
Regno Unito | AA | Aa2 | AA | A+ |
Spagna | A- | Baa1 | A- | BBB+ |
Portogallo | BBB- | Ba1 | BBB | BB |
Svizzera | AAA | Aaa | AAA | AAA |
Cina | A+ | A1 | A+ | AAA |
Federazione Russa | BBB- | Ba1 | BBB- | A |
La decisione di abbassare il giudizio sul rating sovrano ad un livello inferiore rispetto a quello presente porta in primo piano le mosse delle agenzie. Se anche le altre aziende presentassero un outlook negativo sull’Italia ed il governo non ritoccasse la politica economica ci troveremo agli inizi del 2019 a dover affrontare un downgrade significativo accentuando la tendenza degli investitori ad abbandonare il mercato italiano.