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Fermo amministrativo: cos’ è questo strumento?

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Fermo amministrativo: uno delle forme di tutela dello stato nei casi di insolvibilità da parte dei cittadini. Cerchiamo di capire come funziona e quando si attiva questa procedura.

Fermo amministrativo: spesso e volentieri si sente nominare questa parola, sono soprattutto i mass media come il telegiornale, la radio ed i vari programmi televisivi di cronaca a parlare del suddetto. È comprensibile che questa parola non susciti spesso alcun senso di curiosità, in quanto è un termine tecnico, legato alle tematiche amministrative statali. Ad ogni modo in questo articolo cercherò con parole semplici, di spiegare questo concetto rendendolo di facile e chiara comprensione. Ma prima di addentrarci nello studio e nell’approfondimento di questo strumento dobbiamo definirlo nella sua essenza. Motivo per cui, nel paragrafo successivo, daremo in prima battuta una definizione esaustiva del termine:” fermo amministrativo“.

Cos’è il fermo amministrativo?

E’ uno strumento giuridico di natura coatta, con il quale lo stato riesce a riscuotere delle somme dovute e non pagate dai cittadini. Per “coatto” si intende appunto che questo strumento giuridico di natura forzosa. Quindi qualora il cittadino debitore si rifiuta di pagare, lo stato tramite una serie di enti preposti (agente della riscossione) procede all’esproprio.  L’esproprio forzato consiste nella sottrazione di vari beni.  I beni del quale il debitore è titolare possono essere di vario tipo e natura. Ad esempio parlando di beni mobili si fa riferimento alle auto nella maggior parte dei casi (anche se non sono escluse altre tipologie come preziosi). Parlando invece di beni mobili si fa riferimento a beni la cui natura e valore è assai più cospicua. Si pensi a delle proprietà fondiarie, oppure dei caseggiati. E’ importante tenere a mente questa nitida distinzione. Grazie a queste avviene la soddisfazione del credito tramite il fermo amministrativo. Ma prima di arrivare a questo punto ci sono una serie di passaggi.

Cosa avviene prima del fermo amministrativo?

Come detto in precedenza, questo articolo ha uno scopo meramente divulgativo. Quindi con tale premessa tengo a sottolineare che a normativa nei suoi tecnicismi sarà oggetto di revisione negli anni. Non è nostro compito riportare gli aggiornamenti del legislatore che sono debitamente riportati nella gazzetta ufficiale e nelle circolari ministeriali. Fatta questa premessa andiamo ad approfondire gli step. Ovvero quelli antecedenti alla fase di riscossione del fermo amministrativo. Prima di procedere all’esproprio, lo Stato tramite una serie di enti preposti, verifica che ci sia presenza certa di debito. Una volta assodata l’esistenza di una certa insolvenza, l’ente preposto ha il compito di notificare al cittadino il debito. Quindi prima del fermo amministrativo, è necessaria la notifica. Questa deve avvenire necessariamente con strumenti ufficiali (raccomandata senza ricevuta di ritorno).  Una volta ricevuta la suddetta, al debitore resta un periodo perentorio per riuscire a colmare il debito. Una volta sfiorata questa tempistica, si procede al fermo amministrativo.

Sforato il termine, si procede al blocco.

Come già detto in precedenza, lo stato può soddisfare i suoi crediti su una vasta tipologia di beni. Tuttavia in questo articolo approfondiremo il fermo amministrativo. Con questo si intende, ad esempio, la messa delle ganasce alle ruote del veicolo.  Una volta che ciò avviene, il proprietario diviene impossibilitato. Con questo si intende che non può svolgere atti di straordinaria amministrazione come la vendita. Nemmeno la donazione e demolizione è consentita. E’ persino vietata la cancellazione dal registro pubblico automobilistico. Ci rendiamo conto che le condizioni del fermo amministrativo sono molto restrittive. Motivo per il quale questo strumento giuridico coercitivo,  è molto efficiente. Infatti riesce a dare allo Stato una sorta di tutela dalle insolvenze dei debitori.

L’estinzione del fermo amministrativo.

Il fermo tuttavia non è destinato a durare per sempre. Infatti ciò si estingue dal momento in cui il cittadino estingue il debito. Bisogna anche evidenziare i casi in cui il debitore, rivelandosi collaborativo abbia diritto ad una rateizzazione. Grazie a questa il debito viene scomposto in una serie di rate che dureranno fino all’estinzione dell’ultima. Una volta pagate il fermo amministrativo si considererà estinto. Grazie a questo strumento, anche chi non possiede una somma tale da non poter affrontare in unica soluzione è comunque in grado di pagare il debito. E’ una sorta di condono che lo Stato concede a chi ha comunque intenzione di pagare ed estinguere l’insolvenza. Dunque dobbiamo dire che questo strumento non ha natura perenne e finisce nel momento in cui è chiuso il debito.

Verifica della chiusura da parte del cittadino.

Una volta chiusa la propria posizione debitoria, il fermo deve considerarsi chiuso. Tuttavia è bene per il cittadino che questa condizione sia ufficializzata. Questo ai fini di inceppare in spiacevoli situazioni. Quindi una volta estinto il debito e chiuso il fermo amministrativo, occorre fare una verifica. La cosa migliore da fare è andare presso gli uffici preposti. In questo specifico caso è l’ACI. Una volta recato in questo ufficio è necessario controllare nel PRA (pubblico registro automobili) che sia avvenuta la formale chiusura. Ovvero che sia estinto lo status giuridico di fermo amministrativo. Verificando online la targa, è possibile verificare se ciò è avvenuto con successo.

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