Facebook adesso deve pagare le tasse se monetizza.
Sembra che la guerra del fisco contro i colossi del web stia producendo i suoi frutti.
Facebook ha annunciato che riorganizzerà la propria struttura in modo da contabilizzare i propri ricavi pubblicitari in ogni singolo paese in cui è presente un ufficio di rappresentanza.
In questo modo i guadagni non verranno più contabilizzati dalla sede internazionale di Dublino ma sottoposti alla tassazione prevista nei singoli paesi in cui la società ha sede.
“Riteniamo che il passaggio a una struttura di vendita locale fornirà maggiore trasparenza ai Governi e ai policy maker di tutto il mondo che hanno chiesto una maggiore visibilità sui ricavi associati alle vendite che vengono supportate localmente nei rispettivi paesi”, questele parole di Dave Wehner, Chief financial officer di Facebook.
E IN ITALIA?
Anche nel Bel Paese il processo di adeguamento dovrebbe iniziare nel 2018 per completarsi entro metà dello stesso. Per Wehner rappresenta un impegno che richiederà molte risorse e tempo per essere adeguato a livello internazionale. Questo permetterà all’azienda di studiare i sistemi fiscali di ogni paese e pensare a delle strategie relative a ciascuno.
Gli uffici di Facebook in tutto il mondo sono circa 30.
Verranno dunque implementati nuovi sistemi di fatturazione così da accelerare il più possibile questo passaggio.
Questo processo internazionale segue quello già compiuto in Australia e Regno Unito dove l’azienda di Menlo Park ha iniziato ad adottare questa modalità.
Ovviamente il quartier generale resterà in California mentre la sede internazionale di Dublino continuerà a funzionare normalmente.
Entro il 2019 dovremmo vedere compiuta questa rivoluzione. Nel contempo tutti i governi continuano a spronare tutti gli altri Big del Web con l’intento di farli allineare alle nuove disposizioni.
Certo, probabilmente non tutti seguiranno l’esempio di Facebook, ma dove manca la volontà dei consigli d’amministrazione arriva quella dei Governi.