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Elezioni Europee: urne già aperte in UK e Olanda nonostante Brexit

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Via alle Elezioni Europee: seggi aperti in UK e Olanda nonostante la Brexit e la crisi politica in Regno Unito. Chi sono i favoriti?

Urne aperte per le Elezioni Europee: i primi due paesi che voteranno per il rinnovo del parlamento europeo sono l’Olanda e il Regno Unito (nonostante la Brexit). Sembra un paradosso, ma una volta ottenuta la proroga da parte dell’Unione per dare il via ufficiale alla Brexit, anche gli inglesi saranno chiamati a scegliere i propri rappresentanti .

Cosa dicono i sondaggi per le Elezioni Europee in UK e Olanda all’ombra della non Brexit? 

Le notizie non sono molto incoraggianti per l’Unione. Sia in Regno Unito che in Olanda si fanno strada i partiti populisti e antierupeisti. In Regno Unito sembra già esserci un vincitore annunciato: Nigel Farage. Quello stesso Farage che ha ideato e condotto la lotta Pro Brexit, oggi ha creato un partito e i sondaggi lo vogliono tra il 35 e il 40%. Un risultato assurdo, frutto sicuramente della fase di stallo voluta da Laburisti e Tory che hanno gestito la Brexit nel peggiore dei modi. Ad avanzare, soprattutto in Olanda, anche i Liberal conservatori. 

Nel Regno Unito c’è maretta. 

Farage trionfò già nel 2014. Allora era il leader dell’UKIP. Subito dietro Farage, stando ai sondaggi ufficiali, dovrebbe attestarsi Vince Cable col suo partito Liberal democratico. Si tratta dei più agguerriti sostenitori del Bremain, ossia coloro che vogliono il Regno Unito all’interno dell’unione e che richiedono a gran voce che il popolo inglese torni alle urne. Nel contempo le dimissioni di Theresa May sembrano ormai scontate dal mercato, con una sterlina che è andata incontro al crollo più vistoso del 2019. 

Cosa accade in Regno Unito? 

Dimissioni. Questa la parola che attualmente aleggia in ogni dove. Ieri Andrea Leadsom, ministra per i rapporti con il parlamento, ha presentato le dimissioni a seguito delle concessioni da parte di Theresa May ai Laburisti. La mossa della ministra, ovviamente, hanno fatto scalpore. Ma Corbyn vuole la testa della May. “Noi voteremo NO anche a questa proposta”. Ecco le dichiarazioni rilasciate a caldo dopo il discorso di martedì pomeriggio della Prima Ministra. Secondo indiscrezioni e voci di corridoio la May avrebbe deciso di non influire sulle scelte elettorali degli inglesi. Motivo per cui si vocifera che le dimissioni potrebbero arrivare tra venerdì e sabato. 

Trump in Regno Unito. Chi lo accoglie? 

Dal 3 al 5 giugno il presidente americano Donald Trump sarà in visita in Regno Unito. Il ministro degli Esteri Jeremy Hunt ha quindi rassicurato tutti: “Theresa May sarà ancora primo ministro per ricevere il presidente degli Usa Donald Trump ed è giusto che sia così”. La May, a questo punto, potrebbe solo annunciare la fine del suo governo che, comunque, combacerebbe con la seconda settimana di giugno. 

L’appello di Corbyn 

“Siamo ad un Bivio: l’estrema destra avanza e quello che facciamo adesso avrà conseguenze sul futuro“. Si tratta dell’appello lanciato dal leader laburista Corbyn. In realtà il suo partito non raggiunge neanche il 15% negli ultimi sondaggi. I parlamentari che l’UK dovrà scegliere per le elezioni europee sono 73. Verranno eletti in 12 circoscrizioni diverse di cui nove in Inghilterra, una in Scozia, una in Galles e una in Irlanda del Nord. Si voterà nella giornata di oggi dalle h 07.00 alle h 22.00. 

Dichiarazioni dall’UE

Giungono delle dichiarazioni da parte del portavoce della Commissione Europea Margaritis Schinas. È stato chiesto se l’UE è pronta a riaprire i negoziati nel caso in cui la May dovesse dimettersi. La risposta è stata lapidaria: “La nostra posizione è chiara: l’accordo” sulla Brexit “non può essere riaperto o rinegoziato. Secondo la Schinas può essere rivista la dichiarazione politica, ma non i contenuti.

Cosa succede in Olanda?

In Olanda queste elezioni Europee dovrebbero portare alla vittoria la destra populista stando ai sondaggi: notizia che amplifica i timori della Brexit. Il primo partito sarebbe appunto il Forum per la Democrazia (FvD) e i liberal conservatori del Vvd del premier Mark Rutte. Anche per l’Olanda i risultati saranno resi noti appena saranno giunte al termine le operazioni di voto in tutta l’Unione, nonostante si voti nella giornata di oggi. (Leggi anche -> Se l’Olanda è il Paese del futuro, perché tanto rumore?

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