Droni: un mercato in forte crescita. Cosa bisogna sapere?
I ricavi di questi ultimi anni metterebbero gola a tutti. Solo nel 2018 i ricavi hanno superato i cento milioni. Adesso a preoccupare è il regolamento europeo appena entrato in vigore: ma cosa cambia? Cosa bisogna sapere?
Droni Amazon: ecco cosa sapere sui droni che faranno le consegne.
Nella ricerca della prestigiosa università sono inclusi i droni che sono stati forniti alla Pubblica amministrazione e alle aziende. Non sono stati considerati, invece, i droni per uso strettamente militare. Rimangono fuori da questo conteggio anche i modelli consumer.
Amazon fa sapere di essere pronta ad avviare il servizio di consegna con drone telecomandato nel 2020.
Un mercato ancora tutto da fare
Non esistono aziende leader del settore. Infatti questo mercato è attualmente costituito da tante piccole realtà. Si parla di aziende in crescita, sicuramente, con un numero di massimo 9 dipendenti, impiegati, perlopiù, come operatori che forniscono i servizi. Il settore ha attecchito parecchio a Nord Ovest, dove sono presenti quasi l’80% delle aziende che si occupa di droni. Il rimanente 20% è suddiviso altrove.
Le aspettative del mercato
Il sentiment di tutti gli imprenditori è più che positivo. Infatti quasi 500 delle 700 aziende che si occupano di droni e che hanno chiesto l’autorizzazione all’ENAC, sono in fermento per il futuro. Ci si aspetta una crescita non indifferente per via di più di 250 progetti di applicazione industriale dei droni. Quasi 150 di questi progetti sono di natura sperimentale.
Alessandro Perego e Giuseppe Sala, rispettivamente direttore del dipartimento di Ingegneria gestionale e direttore del dipartimento di Scienze e tecnologie aerospaziali, hanno rilasciato interessanti dichiarazioni al Sole24Ore.
«Il comparto civile sembra avere tutte le caratteristiche per potersi sviluppare.
È un mercato emergente, con piccole aziende ma con un grande potenziale di crescita».
Droni: quanto sono aumentati nel tempo?
Allo stato attuale delle cose i droni registrati all’ENAC, e quindi censiti ufficialmente, hanno toccato soglia 14.000. Bisogna considerare che nel 2016 il numero di Droni era di 2.426. Tutto questo mentre Leonardo ha sperimentato e testato il drone Falco Xplorer.
La cosa triste è che si è restii ad investire denaro su questo campo per la ricerca e lo sviluppo. Gli esperti del settore fanno sapere che sarebbe necessaria, se non indispensabile, una strategia aperta all’innovazione che raccolga, al suo interno, centri studi e punti all’apertura di centri di ricerca presso le università. Sono poche le realtà aperte a queste politica.
Ma quali campo di applicazione può avere un drone?
- ispezioni (droni con telecamera)
- sopralluoghi (drone con telecamera)
- trasporto (ancora in fase di test)
Droni con telecamere e senza. Ecco la normativa europea.
Secondo alcuni esperti del settore, vedi Nicola Nizzoli, Presidente di Assorpas, associazione italiana dedicata alle aziende che usano i droni, si sta andando incontro ad un momento al quale prestare parecchia attenzione.
Con questa nuova liberalizzazione la conseguenza sarà l’incremento delle vendite dei droni, e la concorrenza è destinata a crescere nel tempo. La grande novità sta nel fatto che da adesso in poi basterà semplicemente superare un esamino online per poter ottenere l’autorizzazione per pilotare il drone.
Secondo Nizzoli, ma la nostra redazione non è molto d’accordo con questa idea, il mercato, quest’anno, subirà un rallentamento dovuto al “clima di incertezza” derivato da questo periodo di transazione con l’entrata in vigore delle nuove regole.
Vendita Droni Militari: cosa sapere?
Sarebbero 30.000 i droni disseminati per tutto il mondo e quindi pronti a centrare eventuali bersagli. I numeri, infatti, stanno aumentando vorticosamente da quando sembra essere scoppiata la drone mania. I dati provengono da fonti attendibili. La ricerca è stata condotta dal Center for the Study of the Drone, presso la Bard College di New York.
Secondo questo rapporto i droni militari sono cresciuti esponenzialmente. Assieme ad essi si è implementato, chiaramente, il numero di siti dedicati ai test, e tutte le scuole e le accademie militari dedicate all’addestramento di chi, materialmente, conduce i droni.
Al centro di tutte le strategie militari del mondo, allo stato attuale, si stanno prendendo in considerazione questi dispositivi. Nel settembre 2019 è bastato un attacco ai siti petroliferi arabi per portare il prezzo del petrolio a 60 dollari in una sola notte. L’attacco ha, chiaramente, attizzato nuovamente le tensioni nella fascia medio orientale. E chi è il protagonista di tutto questo pandemonio? Il drone.
Il Drone che ha ucciso il Generale Soleimani
Donald Trump ha fatto uccidere, il 3 gennaio del 2020, il generale Iraniano Qasem Soleimani grazie all’attacco di un drone. Questo ci fa capire come, ormai, il drone professionale e militare sia impiegato anche per questo tipo di operazioni, grazie al GPS ottimizzato e una mobilità sempre in via di perfezionamento.
Infatti ormai questi strumenti sono diventati molto veloci, raggiungendo altitudini e velocità mai viste prima. Per fare un esempio Altius-U, un drone messo a punto dalla Russia, ha un’autonomia di 10.000 km e può raggiungere i 25.000 metri di altezza! Tutte queste caratteristiche ci fanno capire come i droni, ormai, abbiano un ruolo chiave nelle strategie militari dei Paesi più importanti del pianeta.
La diffusione globale
Sono ben 95 gli stati che hanno deciso di integrare, nel proprio equipaggiamento militare, i droni. La cosa che colpisce è che la stragrande maggioranza di questi paesi non sia effettivamente sviluppata. Anzi: sono proprio i paesi in via di sviluppo che richiedono, a gran voce, i veicoli droni all’interno dei propri equipaggiamenti.
Un esempio può essere lo Yemen, dove i droni vengono usati dai ribelli Houthi, oppure in America Latina. Anche l’Asia li impiega per monitorare i propri confini. Invece stati come la Nigeria hanno ormai messo a punto attacchi utilizzando droni senza pilota solo in questi ultimi mesi. Tutti, quindi, fanno a gara per introdurre i droni all’interno del proprio equipaggiamento.
Gli americani sono i leader, ma occhio ai cinesi
Solo pochissimo tempo fa erano gli USA a detenere il monopolio assoluto relativo ai droni militari di grande stazza. Il nome è emblematico: Predator. Si tratta di quei droni di cui si serve la CIA e il Pentagono per far fuori chi è sospettato di terrorismo in parecchi stati dell’Asia Meridionale, piuttosto che in Somalia o nello stesso Yemen.
Ormai, però, gli americani hanno perso il primato. Infatti Cina e Israele sono ormai spalla a spalla con gli USA per giocarsi il primato. In particolare: la Cina è cresciuta in maniera esponenziale per ciò che riguarda il business dei piccoli droni. A supportare questa ipotesi è il Center for the Study of the Drone che riporta 21.000.000 come numero approssimativo di droni militari sparsi per il pianeta, anche se, precisa, potrebbero essere molti di più. Secondo quanto riferisce esisterebbero più di 200 modelli.
Gli stati ad avere accademie di addestramento per pilotare i droni sono 15, e quelli che si sono dotati di basi per la gestione dei droni sono 7.
Droni militari Italia: ecco cosa sapere
L’Italia ha investito 700 milioni di euro per dotarsi dei suoi droni militari. A siglare il rapporto è l’Osservatorio sulle spese militari Mil€x. In realtà abbiamo comprato i droni dagli USA. Nel nostro equipaggio sarebbero presenti sia i Predator che i Reaper e i Global Hawk.
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