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DeFi: cos’è la finanza decentralizzata nell’era delle cripto

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In tanti ne parlano e in tantissimi vorrebbero metterci mano. Ma cos’è la DeFi? Come suggerisce la parola stessa, in inglese significa Decentralized Finance, un nuovo modello di progetti finanziari. Strumenti finanziari, appunto, decentralizzati che stanno raccogliendo sempre più consenso e partecipazione. Un mondo dove queste transazioni non vengono vagliate da un’autorità o intermediario ma dal newtork peer-to-peer decentralizzato

Ma la nuova finanza porta con sè anche problemi di natura giuridica e di privacy per una serie di ragioni che vedremo.

DeFi cos’è la finanza decentralizzata

E mentre il Bitcoin tocca i 50 mila dollari di valore registrando nuovi massimi, anche altre criptovalute seguono il trend. Ethereum, Polkadot, Dogecoin e tante altre hanno registrato impennate di prezzo dovute soprattutto alla spinta dei retailers e dall’ingresso di alcuni squali. Probabilmente non sarà solo il fenomeno Elon Musk a permettere alla cripto e al loro ecosistema di accelerare il passo ma è uno step importante. Oggi più che mai, l’attenzione verso il mondo delle cripto e della finanza decentralizzata è altissima. Una situazione simile, come già da detto da molti, agli albori di internet ma con più velocità.

In questo scenario, prende piede anche la nuova DeFi ossia la finanza decentralizzata, senza intermediari e autorità di vigilanza e controllo. La finanza al tempo della blockchain potremmo banalmente dire, ma con qualcosa in più (sia di pro che di contro). Tuttavia, i numeri registrati in questi ultimi anni dimostrano chiaramente quale sia la tendenza attuale.

A metà del 2020 si contavano circa mezzo milione di utenti e più di 1000 asset, facendo aumentare anche il valore degli smart contract DeFi. Il loro valore è arrivato a sfiorare i 7 miliardi di dollari ad agosto 2020, con un trend attuale in aumento. Infatti, anche la capitalizzazione relativa ai token legati a questi progetti è arrivata a circa 15 miliardi di dollari. 

DeFi e smart contract

Come dicevamo, la finanza decentralizzata rappresenta la nuova frontiera delle transazioni e operazioni finanziarie basate su smart contract. Queste operazioni non sono monitorate e validate da autorità centrali o di vigilanza ma dal network peer-to-peer. 

Quindi, i servizi finanziari utilizzano smart contract per dare automatica esecuzione agli accordi tramite la blockchain. Ecco perché non vi è necessità di soggetti o enti per il buon compimento della transazione. 

L’ecosistema ruota attorno alle principali soluzioni tecnologiche che oggi sono disponibili in questo mondo:

  • Servizi monetari bancari tramite emissioni di coin (ad esempio stablecoin)
  • Finanziamenti, prestiti e investimenti peer-to-peer
  • Strumenti finanziari decentralizzati e relativi fornitori come gli exchange decentralizzati (DEX), piattaforme di tokenizzazione e derivati  

Il network della DeFi è principalmente costruito sulla blockchain di Ethereum.

defi crypto

L’obiettivo della finanza decentralizzata

Una delle più grandi promesse della DeFi da una prospettiva DLT e blockchain, è l’idea che il peer-to-peer decentralizzato faciliti le transazioni senza la necessità di un intermediario terzo e del proprio tax associate.

La grande sfida che la DeFi si pone è quella che le transazioni fin qui menzionate avvengano peer-to-peer, con tutte le applicazioni possibili del nostro quotidiano. Tutte quelle operazioni relative alla gestione del nostro patrimonio e le attività attualmente mediate da altre persone e organizzazioni, come l’acquisto di un immobile. O, per restare in tema, contrarre un mutuo per il suo acquisto.

Operazioni che la finanza decentralizzata si pone di sviluppare in un’ottica DLT, tutto basato su blockchain e senza bisogno di associarle ad un identificativo fiscale. Sicuramente un progetto che, allo stato attuale e senza aperture legislative, rischia di frizionare ed esporre a rischi gli utenti meno esperti.

Un sistema che permetterebbe la creazione e la sottoscrizione di atti o la risoluzione di controversie senza avvalersi di figure professionali. Una disputa, una transazione commerciale non finalizzata o altre beghe quotidiane verrebbero iscritte nel libro mastro della blockhain (il registro). Tutto questo senza possibilità di manomissione alcuna e con l’enorme vantaggio di seguire ogni singolo passaggio, in trasparenza. E mettendo i dati direttamente a disposizione delle parti per eseguire l’operazione. Un mondo senza avvocati e intermediari bancari con cui doversi scontrare, un po’ troppo bello vero? Ma stiamo attenti a fantasticare, ricordiamoci sempre che per litigare bisogna essere in due. Quindi, la transizione a questo nuovo modo di concepire le attività e le transazioni (a livello globale) non è una strada in discesa.

Applicazioni decentralizzate (dApp)

In questo ambiente trovano sviluppo favorevole soprattutto le applicazioni decentralizzate (dApp) che hanno conquistato una presenza importante. Soprattutto grazie al trading di criptovalute su exchange decentralizzati come Uniswap dove le operazioni scambio sono peer-to-peer. Nessuna azienda, quindi, possiede materialmente la piattaforma e le transazioni non sono mediate o effettuate da una terza parte. 

Ma non si limitano al semplice scambio di criptomonete, attraverso i servizi DeFi è possibile anche contrarre prestiti o prestare a nostra volta le criptovalute in cambio di interesse. A tal proposito sono attive piattaforme come Aave o Compound. 

Finanza decentralizzata: i problemi attuali

Certamente le implicazioni che la DeFi e tutto l’ecosistema sono in grado di apportare al quotidiano sono innegabili. Come lo sono gli attuali problemi e criticità che interessano questo settore, e in un certo naturali ed evitabili. Questo perché non esiste allo stato attuale una regolamentazione legislativa uniforme e diffusa, con eccezioni di alcune realtà nazionali. E le quali prevedono ovviamente un sistema basato su una blockchain “di stato” e a volte sono limitate a determinate aree e tipologie di servizi.

Altro aspetto, e sicuramente grave, è l’esposizione che alcuni progetti o finanziamenti decentralizzati danno alle frodi. Si è purtroppo assistito, specie agli albori, a una grande diffusione di progetti e azioni fraudolente con conseguenze tristi per gli utenti.

Motivo per il quale la grande spinta innovatrice della DeFi va conciliata con quadro normativo di riferimento e che tuteli le parti. E limiti, soprattutto, il verificarsi di questi fenomeni legati a frodi e truffe senza intaccare lo spirito (e la sostanza) della finanza decentralizzata. Obiettivo che si raggiunge principalmente con la spinta ad una innovazione responsabili che guardi sia alla tecnologia e le sue trasformazioni ma che non esuli troppo dalle regole di mercato. Un percorso che se seguito da tutti con la giusta diligenza non può che favorire e portare benefici quotidiani che per ora non consideriamo.


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