Fase di ripresa lenta per Bitcoin
Non è buon segno. Vediamo nel dettaglio.
Ripresa lenta e fin troppo cauta per Bitcoin che ritorna sopra i 6.400 dollari, ma senza fanfare e con una marcata contrazione della volatilità. Il range giornaliero precipita a 140, allontanandosi dalla media dei mesi precedenti che non si era discostata dalla fascia compresa tra i 350 e 250 dollari.
Quella che viene definita resistenza di inversione, posta sul livello tecnico dei 6780, potrebbe essere raggiunta. La probabilità, però, che ciò accada nell’imminente diventa giorno dopo giorno più bassa.
Vediamo il perché
L’attuale situazione di mercato rivela la marcata cautela di investitori e operatori. Essi non accennano a voler comprare ulteriori quantità di Bitcoin, aumentando la pressione rialzista sul prezzo. Nella giornata di oggi si registra un calo che ha visto la quotazione del Bitcoin spingersi sotto i 6500 dollari. Alcune piattaforme hanno registrato uno spike ribassista di oltre 1000 dollari che aveva visto la quotazione spingersi al livello dei 5500 $. Salgono le probabilità di un nuovo cedimento dei supporti, sotto 6.350 prima e 6.200 dollari in seguito.
Attenzione al CCI giornaliero però, che, nonostante confermi la positività della tendenza in essere, presenta un’inclinazione della linea orientata verso il basso mostrando, dunque, l’assenza momentanea di una buone pressioni d’acquisto.
Quando il nuovo rally?
Bisognerà attendere il 12 dicembre 2018 quando verrà ufficialmente autorizzato il primo contratto sul possesso fisico di Bitcoin. Al fine di prolungare questa timida fase rialzista ancora in essere sarà necessario un significativo aumento sia dei volumi, ad oggi ancora sotto la media, sia un’estensione del range di prezzo.
Costa più minare bitcoin che estrarre oro
Gli studiosi Max Krause e Thabet Tolaymat, hanno quantificato l’energia che serve, ad oggi, per estrarre un dollaro in criptovalute. I bitcoin sono estremamente dispendiosi: servono 17 megajoule (4,72 kWh) per ogni dollaro del valore del Bitcoin. A Monero ne servono 14. Ne bastano, invece, solo 7 per Ethereum e Litecoin.
Se, invece, ci spostiamo all’estrazione convenzionale, l’energia necessaria cala: 4 megajoul per un dollaro di rame, 5 per l’oro, 7 per le terre rare.
In pratica, quindi, Bitcoin consuma più del triplo dell’oro per produrre un valore equivalente e Monero “consuma” il doppio rispetto alle terre rare.