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Crisi Bancaria 2008: cos’è e cosa è successo veramente

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La crisi bancaria 2008, nata negli Stati Uniti, ha coinvolto l’intero sistema economico e finanziario mondiale. Segnando l’inizio di un periodo di grande recessione, mettendo governi e banche centrali difronte una nuova sfida. Sono gli anni in cui l’intervento pubblico si mostra necessario per porre un argine agli effetti della deregolamentazione. Con la crisi del 2008 indichiamo quella fase protrattasi poi negli anni con ulteriori effetti collaterali. Un periodo che è durato fino al 2013 e i cui effetti segnano ancora oggi la nostra economia. La crisi subprime, perché legata ai mutui poi trasformati in derivati tossici che hanno strangolato il sistema. Complice anche il crollo di fiducia dei risparmiatori che si sono visti depauperare i risparmi per scelte scellerate alle quali le istituzioni finanziarie globali hanno posto un freno.

Cos’è la Crisi Bancaria 2008

La crisi è legata al crollo finanziario del 2008 di un intero sistema e modus operandi degli istituti di credito americani. Le ragioni che hanno portato a questo sono legate al buon andamento del mercato immobiliare e la concessioni di mutui detti subprime. Perché venivano erogati a persone ad lato rischio insolvenza o addirittura con più mutui già sulle spalle. I bassi tassi di interesse e la possibilità di cartolarizzare il credito delle banche, ha portato all’immissione nei mercati di un elevato numero di titoli derivati tossici. Derivati che hanno falsato il reale stato delle cose e portato le banche al default. L’incapacità dei clienti di pagare le rate dei mutui e il crollo del valore della case, hanno determinato una mancanza di liquidità e un clima di generale sfiducia nei mercati. I cui effetti hanno innescato un lungo periodo di grande depressione.

La crisi bancaria 2008 è stato un fenomeno di portata globale, che ha scosso l’economia e messo in evidenza i suoi punti deboli. Comprensive delle sue inevitabili ricadute sui sistemi sociali e politici di tutto il mondo. In generale, si inizia a parlare di crisi bancaria del 2008, in seguito al fallimento della Lehman Brothers e della compagnia assicurativa Aig.

I titoli tossici e la fiducia dei risparmiatori

crisi 2008

Ma i primi campanelli d’allarme che qualcosa non andava sui mercati, c’era stato nel settembre del 2007. In quell’occasione lunghe code di risparmiatori affollavano le filiali della Northern Rock, società specializzata in mutui immobiliari, per ritirare i loro risparmi. Infatti, pochi mesi dopo le banche di Corea del Sud, Russia, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Islanda e Olanda si trovarono a dover affrontare grandi difficoltà. Questi problemi erano dovuti proprio a investimenti degli istituti in titolo tossici. Facendo scattare gli interventi da parte delle principali banche centrali, il salvataggio di istituti di credito da parte degli Stati, con risorse pubbliche. Provocando successivamente l’adozione di misure dirette a ripristinare la fiducia dei risparmiatori sono state solo alcune delle soluzioni adottare per uscire dalla crisi finanziaria del 2008.  e cercare di arginare le conseguenze sull’economia.

Crisi americana 2008: gli inizi

La prima fase della crisi economica 2008 ha riguardato i mutui subprime. Inizialmente concessi facendo affidamento sul valore delle case maggiori del finanziamento, in seguito al crollo dei prezzi del mercato immobiliare e all’aumento dei tassi di interesse, le banche si sono ritrovate con debiti insoluti e un innalzamento dei premi per il rischio sugli strumenti derivati collegati ai mutui subprime. Nella primavera del 2007, la caduta delle quotazioni dei prodotti derivati sui prestiti comporta una riduzione della liquidità delle banche e degli altri prodotti finanziari. Turbolenze che in poco tempo raggiungono i mercati europei, russi e coreani. Infatti, già nel settembre 2007, la riduzione di liquidità delle banche, aveva comportato perdite, incertezza nei marcati e tensioni nel sistema bancario. Tensioni che sono sfociate nella crisi della Bear Sterns a marzo 2008 e al fallimento della Lehman Brothers a settembre dello stesso anno.

Cosa è successo e cause della crisi finanziaria 2008

La crisi bancaria che ha determinato il crollo finanziario 2008 affonda le sue origini negli anni Ottanta. Proprio in quel periodo in cui inizia un processo deregolamentazione delle banche, alle quali viene permesso di fare investimenti rischiosi con i risparmi dei clienti. Nonostante i numerosi fallimenti di società finanziarie, la deregolamentazione non si è fermata e con l’avanzamento tecnologico, sono nati nuovi prodotti finanziari chiamati strumenti derivati. Questi ultimi permettono alla banche di speculare sugli investimenti dei clienti, collegandoli all’andamento dei vari mercati finanziari, come quello del petrolio. In poche parole, le banche potevano giocare d’azzardo con i risparmi dei clienti per cercare di trarre profitto dalle previsioni.

Nel 2001, con la notevole diffusione dei derivati, il settore finanziario americano era molto potente e dominato da cinque società di investimento (Goldman Sachs, Morgan Stanley, Lehman Brothers, Merrill Lynch e Bear Stearns), due colossi finanziari (Citigroup e Jp Morgan), tre colossi assicurativi (Aig, Mbia e Ambac) e tre agenzie di rating (Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch). Tutti insieme tramite la cartolarizzazione, operavano con investitori in tutto il mondo, sfruttando i miliardi provenienti da mutui e prestiti. Una quantità ingente di denaro che chi ha causato la crisi bancaria 2008 ha gestito e intascato senza la minima perizia. Doveri e comportamenti violati che oltre al danno economico hanno cagionato la totale sfiducia dei clienti, motivo per cui la ripresa successiva è stata ancora più dura.

Mutui subprime e crisi bancaria: le agenzie di rating

crisi bancaria 2008

La cartolarizzazione è una pratica bancaria che consente agli istituti di credito di trasformare i mutui in titoli e trasferirli a società veicolo per recuperare subito il credito, senza aspettare il termine del finanziamento, liberandosi dal rischio di insolvenza. Questo sistema ha portato le banche a concedere i mutui senza valutare correttamente l’affidabilità dei clienti, facendo affidamento sul fatto che potevano combinare il credito con altri simili per creare prodotti derivati da vendere alle banche di investimento, che li distribuivano agli azionisti. Complici le agenzie di rating gli investimenti derivati venivano valutati positivamente, rendendoli facili da piazzare sul mercato.

Agli inizi degli anni 2000, la crescita esponenziale dei mutui rischiosi, detti subprime, inseriti all’interno dei derivati venduti alle società di investimento valutati con tripla A. Fatto che ha portato a profitti iniziali altissimi, vanificati dopo qualche anno quando i clienti non riuscivano a onorare il debito. Lo scoppio della bolla immobiliare, con l’abbassamento del valore delle case e la conseguente mancanza di liquidità ha portato alla crisi bancaria 2008.


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