A Gennaio, nel corso di questi anni, abbiamo sempre assistito ad un crollo delle cripto. Ve lo dimostro scientificamente.
Ecco i motivi
Basta esaminare il market cap totale delle criptovalute per rendersi subito conto che a Gennaio, ciclicamente, i mondo delle cripto subisce un crollo. Ma non c’è nulla da meravigliarsi. Il mercato sale e scende, e gli stronzi che non riescono a farsene una ragione, tendenzialmente, non hanno lunga vita da investitore. Ora accade anche che il panico, alla stregua della peste, è contagioso. Spesso, dunque, ciò che appare essere un semplice sell off si può trasformare in vistose correzioni che possono compromettere ingenti capitali. È il caso delle criptovalute. In sole 48 ore abbiamo assistito ad una correzione da 200 miliardi di dollari.
Ora tralasciando i trader di primo pelo che, nella loro ignoranza, pensavano di aver scoperto l’America ignorando le insidie tipiche degli investimenti, bisogna approfondire dei concetti. I crolli sono positivi o negativi? Cosa ci lasciano dedurre? Cosa ci insegna il passato? Vediamolo assieme.
Più PRO che CONTRO
“È strano che il mercato scenda!”. Esclamazione tipica di chi ha comprato il Bitcoin a 18.000 dollari. Piuttosto io mi sarei stupito del contrario. Mi spiego meglio: le correzioni dimostrano che il mercato delle cripto non sia poi così surreale come si è sempre detto. Il semplice fatto che si possa assistere a così vistose correzioni ci porta a dedurre che le varie quotazioni, via via, sono sempre più influenzate dalle regole tradizionali del mercato. Questo porta gli investitori professionisti a dedurre, mediante lo studio dell’analisi tecnica, i possibili movimenti futuri mediante lo studio dei livelli e dei precetti accademici tradizionali.
Basta esaminare il grafico della capitalizzazione globale delle criptovalute per rendersi conto di come il mese di gennaio sia sempre stato caratterizzato da crolli vistosi. Ci sono delle ragioni fondamentali che approfondiremo tra poco, ma il concetto base è che, grazie all’analisi tecnica, queste inversioni sono facilmente prevedibili (se volete ulteriori informazioni su come si fa trading sulle criptovalute CLICCA QUI)
Oggi mettiamo a confronto un triennio. Vi assicuro che potremmo mettere a paragone più anni, ma credo che tre bastino e soverchino. Se siete disposti a pagare fior di quattrini a nuovi provetti finti trader di criptovalute che, fino a qualche giorno fa, pubblicavano libri sui mirtilli, penso che gratis per gratis tre anni siano più che sufficienti.
Vediamo i grafici
Nel gennaio del 2015 accadde quanto potete apprezzare su questo grafico. Una vistosa correzione che portò la capitalizzazione totale a dimezzarsi.
L’anno successivo, nel 2016, dopo che la capitalizzazione totale aveva raggiunto i 7,5 miliardi, una vistosa correzione spinse le quotazioni a 6 miliardi, per poi riprendere nuovamente il cammino.
Nel 2017, invece, ecco il grafico che mostra quanto accaduto. Dai 25 miliardi di capitalizzazione si toccarono i 14,5 miliardi nel giro di pochi giorni. Il tutto sempre nel mese di gennaio.
Le Ragioni fondamentali sono nel calendario cinese
Come ben sappiamo i popoli asiatici sono determinanti nel mondo delle cripto. Le ragione di questo crollo è da riscontrare, infatti, nel calendario cinese. La stragrande maggioranza dei popoli dell’Asia si preparano a festeggiare il capodanno. Questo significa che, in prossimità della conclusione dell’anno, gli investitori tendono a chiudere le proprie posizioni e a intascare i profitti. Se, ciclicamente, il tutto dovesse ripetersi, il crollo di queste ultime settimane non dovrebbe assolutamente impaurire gli investitori. Anzi, tutt’altro. Potremmo ritrovarci dinnanzi a delle grosse opportunità di mercato tali da permetterci di comprare al minor prezzo possibile.
Aspettare il “bagno di sangue” per avere la lucidità necessaria per entrare a mercato rimane, ad oggi, una strategia vincente come insegna Buffet.
In virtù di questo, tecnicamente, abbiamo assistito al tocco dei minimi il 17 gennaio. La capitalizzazione complessiva delle criptovalute ammontava a 422 miliardi di dollari. Oggi si torna ad una capitalizzazione di 518 miliardi dopo un piccolo a 630 registrato nel primo pomeriggio di sabato. La storia si ripeterà anche questa volta?